19 January 2017

Test Toyota “Toyodel” T1, mix vincente

Abbiamo provato il prototipo Toyota “Toyodel” T1 motorizzato BMW 3.0 TwinPower turbo diesel, progetto sviluppato dall’Autofficina Collodel 4x4 su iniziativa di Elvis Borsoi per puntare quest’anno al titolo tricolore Cross Country Rally

Test toyota “toyodel” t1, mix vincente

“L’obbiettivo è il titolo tricolore Cross Country Rally 2017”. Lo dice senza mezzi termini e timori scaramantici Elvis Borsoi, riferendosi al progetto Toyota “Toyodel”. Un progetto partito a novembre 2015, lanciato dall’appassionato pilota trevigiano e sviluppato dall’Autofficina Collodel 4x4, con un obbiettivo ben preciso: realizzare un prototipo T1 ideale per le gare off-road tipo Baja, cioè sulla lunga distanza, in cui concentrare il meglio disponibile sulla piazza. E con una programmazione ben precisa: innanzitutto contattare i migliori specialisti dei vari settori con i quali avviare una proficua collaborazione, realizzare la vettura in tempo utile per schierarla durante la stagione 2016 in modo tale da effettuare una sorta di “rdaggio” di tutto l’insieme per mettere a punto un mezzo sufficientemente performante e affidabile con cui puntare al bersaglio grosso quest’anno. E le premesse per il rispetto del programma ci sono tutte, come conferma la bella vittoria nel Baja Costa Smeralda lo scorso settembre, che sarebbe stata replicata nella prova finale del campionato, l’Italian Baja D’Autunno, se un inconveniente tecnico (causato dall’impreciso assemblaggio di un particolare da parte di un fornitore, ndr.) non avesse fermato a una manciata di chilometri dalla bandiera a scacchi la cavalcata di Elvis Borsoi e Paolo Manfredini. Proprio alla vigilia della gara friulana abbiamo potuto passare ai raggi X e provare la Toyota “Collodel” T1.

 

Telaio tubolare

Il regolamento T1 consente ampia libertà per quanto riguarda la parte telaistica, vincolando le misure di passo, larghezza carreggiate e limite di escursione delle sospensioni. Partendo dalla base di un pick-up Toyota Hilux, è stata mantenuta la parte centrale, con la classica costruzione a longheroni su cui è montata la scocca in lamiera di acciaio, mentre sia la parte anteriore che posteriore sono state realizzate ex novo in tubolare di acciaio, comprese le culle inferiori con i punti di attacco delle sospensioni e, all’anteriore, del gruppo motore-cambio. Le parti anteriore e posteriore del telaio sono collegate alla cellula centrale, nella quale è integrata la gabbia di sicurezza, creando un insieme con elevati valori di rigidezza e resistenza. Sia le sospensioni anteriori che posteriori sono a ruote indipendenti, con schema a doppi trapezi sovrapposti, realizzati in tubolare di acciaio, mentre sono stati mantenuti i montanti originali, opportunamente rinforzati. Le sospensioni hanno doppi ammortizzatori Extreme regolabili a tre vie, alle alte e basse velocità in compressione con tampone di fine corsa in gomma ed estensione con massima escursione di 180 mm (con tirante di fine corsa al posteriore), con molle elicoidali coassiali. Tranne che per la cellula centrale, in lamiera di acciaio, il resto della carrozzeria è stato completamente ricostruito in kevlar, creando un doppio strato sul tetto che funge da presa d’aria per il radiatore piazzato posteriormente al posto del lunotto. Nella parte posteriore è stato posizionato anche il serbatoio del carburante da 120 lt. e due ruote di scorta. L’impianto frenante ha doppie pompe racing, di diametro differente, con ripartitore di frenata, freni a disco da 230 mm autoventilati e baffati, così da agevolare la pulizia della fascia frenante in caso di fango, accoppiati ad apposite pinze off-road Brembo racing a quattro pompanti. L’impianto è completato con il freno a mano idraulico. Gli pneumatici sono Fedima, ricoperti, montati su classici cerchi in lega tout terrain da 7Jx16”, disponibili con vari disegni e quattro tipi di mescole.

 

Motore twin turbo diesel

Per il motore è stato scelto il 6 cilindri BMW 3.0 litri TwinPower turbo diesel, lo stesso utilizzato dalle Mini All4 Dakar. Una scelta determinata della coppia che questo motore può garantire, 750 Nm a partire dai 2.900 giri/min, con un’erogazione particolarmente lineare grazie all’azione combinata dei due compressori. Il regolamento T1 consente due gradi preparazione del motore: la soluzione più spinta, che consente la lavorazione anche degli organi meccanici interni, impone una flangia all’aspirazione di 35 mm, mentre mantenendo gli organi interni di serie, così come il gruppo turbocompressore, il raffreddamento olio e l’intercooler di serie, potendo però montare anche quello di un’altra vettura, nello specifico VW, si può contare su una flangia da 38 mm. In questa configurazione, scelta dai tecnici trevigiani, c’è libertà per quanto riguarda il raffreddamento del motore, con ampio radiatore posto alle spalle dell’abitacolo, impianto di scarico a valle della turbina, con il limite del diametro di 80 mm, e gestione elettronica del motore. La particolare tipologia del 6 cilindri bavarese con doppio turbo, ha richiesto un accurato e complicato lavoro di messa a punto nella mappatura (il pilota può scegliere tra differenti soluzioni) della centralina elettronica Sybelle, eseguito internamente alla struttura veneta dall’ing. Alberto Marcon, così com’è stato realizzato ex novo l’intero cablaggio elettrico. Il motore sviluppato dall’Autofficina Collodel 4x4 eroga una potenza massima di 280 cv a 4.000 giri/min, con un regime massimo di rotazione limitato a 5.100 giri/min. La trasmissione è composta da un cambio sequenziale a innesti frontali Sadev a sei rapporti, liberi ma con vincolo della velocità massima a 162 km/h, con cut-off, differenziale centrale che ripartisce la coppia al 50% tra i due assi e differenziali, di derivazione Mitsubishi Pajero 3.2 modificati con autobloccante meccanico tarato al 25% all’anteriore e 50% al posteriore.

 

Incredibile leggerezza

Ancora una volta siamo rimasti stupiti da quello che è in grado di fare un prototipo T1 su un terreno accidentato, regalando al pilota un grande divertimento nella guida e, alla faccia della stazza, un’incredibile sensazione di leggerezza. Come se si galleggiasse sulle asperità del terreno. Per i dettagli vi rinviamo al prossimo numero di Automobilismo, nel frattempo potete godervi una ricca gallery fotografica e salire con noi sul Toyota “Toyodel” T1 per percorrere un tratto di prova speciale dell’Italian Baja. 

 

 

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA