L’autonomia dei prossimi modelli elettrici è fortemente limitata dalla capacità della batteria e dal peso della vettura. Più leggera è la vettura, più ovviamente elevata è l’autonomia. Per compensare il maggiore peso dei componenti elettrici, il modulo Life della BMW i3 è composto in gran parte da materiale sintetico rinforzato con fibra di carbonio, abbreviato CFRP.
La nuova architettura richiede non solo l’utilizzo di materiali moderni di costruzione leggera, ma anche l’applicazione di processi produttivi altrettanto innovativi. Anche in questo campo la sostenibilità è un tema prioritario. Gli aspetti centrali sono l’approvvigionamento energetico e il consumo d’acqua, le emissioni dei solventi e il riciclaggio dei rifiuti.
Il tutto è un lavoro corale, in team. Si parte con la fabbricazione della fibra di carbonio a Moses Lake nello Stato federale USA del Washington e la sua trasformazione in fibre tessute avviene a Wackersdorf in Germania. Entrambi i siti produttivi vengono gestiti dalla SGL Automotive Carbon Fibers (ACF), una joint-venture del BMW Group e del SGL Group. A questi si aggiungono i centri produttivi più "classici" del BMW Group, cioè gli stabilimenti BMW di Dingolfing, di Landshut e di Lipsia.
Produzione della fibra di carbonio con la forza idrica / Moses Lake, USA
La SGL ACF produce a Moses Lake la fibra di carbonio da un precursore, cioè una fibra tessile termoplastica sulla base di poliacrilonitrile. In un complesso processo composto da più fasi, i singoli elementi della fibra vengono separati allo stato gassoso, così da ottenere una fibra dalla stabile struttura di grafite, composta quasi esclusivamente da carbonio puro. Questa fibra ha uno spessore di solo 7 micrometri (0,007 millimetri): un capello umano misura circa 50 micrometri.
Per l’applicazione nel comparto automobilistico, circa 50.000 filamenti vengono avvolti in cosiddetti “rovings” o “heavy tows” e successivamente trasformati. Già nella fabbricazione di fibre di carbonio a Moses Lake l’energia necessaria per la produzione proviene esclusivamente da forza idrica locale, dunque da una fonte energetica rinnovabile, ed è al 100 percento esente da CO2.
Il moderno stabilimento nello Stato federale del Washington definisce nuovi parametri a livello di efficienza energetica. La produzione delle ultraleggere fibre high-tech a Moses Lake è iniziata già alla fine del 2011. Due linee di produzione dalla capacità totale di 3.000 tonnellate all’anno mettono a disposizione il materiale nei volumi necessari. Finora, le due società madri BMW Group e SGL Group hanno investito circa 72 milioni di euro (100 milioni di dollari USA) nell’impianto produttivo di Moses Lake, creando 80 nuovi posti di lavoro.
Trasformazione in strutture tessili a Wackersdorf / Germania.
Nel secondo stabilimento produttivo della joint-venture, il Parco d’Innovazioni di Wackersdorf, i fasci di fibre prodotti a Moses Lake in volumi industriali vengono trasformati in strutture tessili. Grazie a un investimento di 20 milioni di euro e alla creazione di circa 150 nuovi posti di lavoro, già oggi è possibile fabbricare nello stabilimento di Wackersdorf diverse migliaia di tonnellate di panni di fibra di carbonio all’anno.
I panni di fibra ad orientamenti differenti vengono posati uno sopra l’altro, creando dei cosiddetti stack, degli strati di panni sovrapposti e successivamente tagliati. Questo è il materiale di partenza per la produzione dei componenti in CFRP negli stabilimenti BMW di Landshut e di Lipsia. A Wackersdorf, gli avanzi di taglio in CFRP vengono riciclati e utilizzati nei modelli BMW i. Già oggi circa il 10 percento del quantitativo di fibra di carbonio utilizzato nella BMW i3 è composto da materiale riciclato.
La trasformazione del CFRP in componenti della vettura
A Landshut e Lipsia gli stack forniti da Wackersdorf vengono trasformati in componenti della scocca della BMW i3 e della BMW i8. In ogni sito tre linee di produzione sono dedicate alla costruzione di componenti della scocca in CFRP. Nel corso di più di dieci anni, gli specialisti del BMW Group sono riusciti a perfezionare e ad automatizzare il processo produttivo di componenti in CFRP, così che oggi è possibile realizzare una produzione in grande serie di alta qualità, ad un elevato grado di sicurezza, con processi e costi economicamente ragionevoli.
Per esempio, è stato possibile ridurre del 50 percento circa i costi di fabbricazione dei componenti della scocca in CFRP. In una prima fase, un utensile di riscaldamento conferisce alla fibra di carbonio tagliata un forma stabile, tridimensionale. Singoli pezzi preformati vengono uniti, così da ottenere un componente di dimensioni più grandi e potere fabbricare anche delle parti della scocca con superfici molto grandi che in alluminio o in lamiera di acciaio sarebbero realizzabili solo con notevoli difficoltà oppure a costi nettamente superiori.
Dopo il confezionamento e il preforming segue il passo successivo: l’aggiunta di resina ad alta pressione attraverso il processo RTM (Resin Transfer Moulding). Della resina liquida viene iniettata ad alta pressione nei pezzi grezzi preformati. Solo dopo l’unione delle fibre con la resina e il successivo indurimento il materiale dispone della tipica rigidità, dunque delle sue eccellenti proprietà.
Le presse funzionano secondo dei parametri di tempo, di pressione e di temperatura sviluppati internamente dal BMW Group e definiti con la massima precisione, fino al legame totale della resina con l’indurente e all’indurimento finale. Grazie a questo processo di produzione automatizzato, è stato possibile rinunciare al lungo indurimento in forno, tipico della produzione manuale del CFRP. Il processo con il CFRP non è comparabile alla produzione tradizionale di autovetture in lamiera di acciaio.
L’impianto ad elevato livello di automazione è in grado di realizzare anche i gruppi costruttivi più complessi, con numerosi elementi strutturali integrati, per esempio il completo telaio laterale del modulo Life della BMW i3. Ulteriori fasi del processo sono i lavori di finitura, come il taglio di precisione della sagoma del componente e l’aggiunta delle aperture mancanti. I componenti vengono lavorati in un apposito impianto di taglio a getto d’acqua; le superfici d’incollaggio vengono sottoposta a sabbiatura, così da prepararle alla loro successiva trasformazione. Se il telaio non fosse in CFRP ma in tradizionale lamiera di acciaio sarebbe necessario unire diversi componenti interni ed esterni.