Automobilismo 05-2019

143 AUTOMOBILISMO.IT | MAGGIO 2019 A lzi la mano chi almeno una volta non ha sognato di andare a guidare in pista, magari a Monza, il tempio della Formula 1 italiana, o su uno dei tanti circuiti che in Italia offrono questa possibilità. Sognare la staccata di Lesmo, l’oppressione della gravità alla Parabolica, la velocità massima sul rettilineo dei box, tanto per parlare del circuito alle porte di Milano, e sentirsi un po’ Lewis Hamilton non costa nulla. Safe-Drive, partendo da questa premessa, ha portato la sua troupe televisiva e i suoi giornalisti sull’impianto sportivo de- dicato alla velocità di Modena per raccontare cosa si prova e come si affronta la pista. Senza arroganza, senza protervia mettendosi sullo stesso piano di quei lettori di “Automobi- lismo” che fino a oggi non hanno mai avuto la possibilità di fare questa esperienza. L’obiettivo? Fissare la differenza tra guidare e pilotare. Per prima cosa, però, occorre fare conoscenza con l’Autodro- mo di Modena, battezzato “The Green Circuit”, la pista verde, perché nel 2012 ha stipulato con il Ministero dell’Ambiente un accordo volontario per la promozione di progetti finalizzati all’analisi, riduzione e neutralizzazione dell’impatto sul clima. Assieme a Lamborghini e Dallara, anch’esse firmatarie di un accordo con il dicastero, a Modena si studiano nuovi modi di intendere la mobilità, obiettivo che si concretizza nell’or- ganizzazione di eventi sportivi non motoristici (di ciclismo, podismo, handbike, roller), eco maratone di veicoli a emissioni zero e corsi di green drive per imparare a guidare ottenendo una riduzione nei consumi di carburante. La struttura nasce infatti come centro di guida sicura, con corsi anche di guida sportiva e daily drive; soprattutto ha un’alta specializzazione nelle tecniche volte a migliorare la sicurezza e le performance attraverso il controllo dei movimenti oculari (detti movimenti “saccadici”) e un corretto puntamento visivo. La pista è tecnica, sicura e divertente. E’ lunga poco più di due km e ha una larghezza costante di 12 metri sull’intero tracciato con le preziose vie di fuga. Ci sono quattro curve a destra e altrettante a sinistra collegate da tre tornati di differente raggio e il terreno su cui sorge l’autodromo è stato plasmato e modellato per creare avvincenti dislivelli che rendono la pista ancor più divertente. E ora ecco le cinque super car che si sono alternate sulla pista assicurando a chi stava al volante una scarica di adrenalina, sommata alla soddisfazione di una grande passione e tanto divertimento. Ma prima occorre ringraziare e ricordare gli sponsor tecnici. Gli specialisti di Bosch che hanno monito- rato i sistemi antislittamento e antibloccaggio delle ruote in frenata, e quelli di Rhiag che hanno provveduto alla messa a punto delle vetture per la pista, al controllo di freni e gomme. Quest’ultime sono state fornite da Hankook scegliendo, tra un vasto assortimento, quelle con le mescole più adatte agli stress di frenate imperiose e accelerazioni brucianti, pneuma- tici montati su sofisticati, solidi e leggerissimi cerchi Alcar progettati per la performance. In ordine alfabetico le auto che si sono esibite sull’Autodromo di Modena sono Alpine A110, Abarth 124 spider, Jaguar F-Type Convertible, Peugeot 308 by Peugeot Sport e infine Seat Leon Cupra R.

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