Dalle congestionate strade londinesi, alle campagne novaresi dove adesso si trova. Le immagini del servizio fotografico ci riportano, comunque, al fascino di certe suggestive ville inglesi, grazie all’ospitalità dei Marchesi Dal Pozzo che ci hanno concesso di realizzare lo shooting fotografico in questo angolo d’Inghilterra, rarissimo se non unico esempio di architettura gotico Tudor in Italia, residenza della famiglia da sei generazioni e oggi diventata un lussuoso hotel-ristorante. Quale migliore cornice per la nostra RollsRoyce?!
Puntuali come da programma, i lavori di restauro conservativo sono quasi ultimati e l’auto può unirsi ai festeggiamenti per il 50°anniversario della nascita di questo modello: «C’è ancora parecchio lavoro per completare l’opera, ma adesso possiamo già apprezzare molti particolari di quest’auto -spiega Giorgio Fiorenza che ha coordinato e lavorato per oltre due anni al restauro della vettura. Lo fa con un trasporto affettivo speciale, lo stesso che lo ha spinto a dedicarsi a questo progetto-. Ho cercato di toglierle la patina di semiabbandono che l’aveva ricoperta.
Quando ho aperto il cofano motore per la prima volta, mi sono domandato come si possa trascurare una Rolls-Royce a tal punto. Da quel momento mi sono dedicato a lei per ridarle dignità. Abbiamo subito messo in sicurezza la vettura, lavorando sul complicatissimo impianto idraulico che gestisce freni e sospensioni, anche grazie all’intervento della British Motors di Villafranca (Vr). Restano ancora dei piccoli problemi, ma l’auto è decisamente più affidabile in frenata e in tenuta di strada, donandoti quell’andatura leggera e confortevole che deve caratterizzare ogni Rolls-Royce.
Poi si é provveduto alla revisione dei due carburatori SU e della trasmissione automatica che adesso funziona come un orologio, non senti minimamente il passaggio di marce. In seguito abbiamo cercato gli artigiani che effettuassero i lavori sulla carrozzeria, sull’impianto elettrico e che credessero, come noi, in questo progetto e li abbiamo trovati in Christian, Maurizio, Fabio, Franco e Giulia. Una Rolls-Royce è caratterizzata dalla bellezza dei suoi dettagli e quindi ogni dettaglio va curato al meglio. Dall’orologio in plancia, un VDO al quarzo, che abbiamo sostituito per installare il Kienzle, in quel periodo montato dalla Casa, fino alla particolare moquette che riveste il baule, alla carrozzeria lucidata a specchio e ai suoi filetti dorati.»
La lucentezza a specchio della carrozzeria, la profondità del suo colore unico, sono state valorizzate dal lavoro di Christian Migliorati giovane e intraprendente carrozziere novarese, coinvolto nel progetto da Giorgio: «Non abbiamo riverniciato l’auto, ma sono stati effettuati diversi ritocchi e lavori di preparazione per poi effettuare un trattamento extreme-plus, cioè l’applicazione di un prodotto concepito in nanotecnologia, la nuova frontiera del car care. Un intervento delicato e minuzioso che io eseguo -come nei trattamenti di detailing- anche a domicilio per alcuni clienti».
Le coachlines sono state dipinte a mano da Maurizio Sottini -anch’egli novarese, di professione restauratore di opere d’arteche ha adottato la stessa tecnica artigianale utilizzata ancora oggi in Rolls-Royce. Si è documentato a lungo per trovare la giusta tonalità, utilizzando anche polvere d’oro per riprodurre il binario di filetti che corre lungo tutta la fiancata e sulle coppe copri cerchi (ancora da completare). Grazie alla collaborazione dell’artista novarese Giulia Ghigo, ci siamo poi permessi una piccola licenza che -a nostro avviso- poteva rendere ancora più speciale questa vettura e cioè dotarla nel baule (completo di tool and jack kit originali) di un picnic set, accessorio che era richiesto sulle Cloud preparate dal carrozziere Harold Radford nelle esclusive versioni countryman: la cesta in vimini non è vintage, se pur marchiata RR, ma è il contenuto a renderla unica. Dai piatti in tinta con l’auto anch’essi filettati d’oro, ai bicchieri d’epoca e tovagliette in fiandra, ricamate e marchiate RR, come pure il raro apribottiglia… da champagne, ovviamente!
Tutti oggetti che facevano parte della dotazione Radford che preparava le sue autovetture -ad esempio- con tetto apribile Webasto (proprio come la nostra), picnic table in radica, sedili posteriori scomponibili e ribaltabili. La cesta conserva gelosamente anche una preziosa riproduzione, numerata dall’artista scultore Charles Sykes, di quella che fu la prima mascotte da radiatore e che poi divenne il simbolo distintivo della Rolls-Royce (1911). “The Whisper” (Il sospiro) raffigura una giovane donna protesa nel vento con la veste e i capelli svolazzanti, un dito sulle labbra come a sussurrare qualcosa e chiedere poi il silenzio.
Qualcosa di proibito e segreto, come un amore adultero, per esempio quello che aveva per protagonisti la modella scelta da Sykes -Eleanor Velasco Thornton- e il committente della mascotte, il potente Lord Montagu of Beaulieu, proprietario di una delle prime Silver Ghost ed editore della rivista The Car.
La bella opera scultorea fu da subito motivo di sottili ironie e sarcastici commenti da parte di chi conosceva bene la love story tra i due, tant’è che qualcuno soprannominò ironicamente quella statuetta “Ellie in her nightie” (Ellie in camicia da notte). Qualche anno dopo (1911) la mascotte, riveduta e corretta, assunse le sembianze che oggi riconosciamo nello Spirito dell’estasi che campeggia sul partenone di ogni Royce, ma il nome le é rimasto: Emily, oppure Nelly, o ancora Ellie. Ecco il motivo dell’affettuoso soprannome dato alla nostra RollsRoyce che oggi, grazie all’impegno di un gruppo di professionisti che sono anche grandi amici, è tornata a farsi ammirare in tutta la sua preziosa eleganza.