Revoca della concessione ad Autostrade: arriva l’ok della commissione ma...

Per la commissione creata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la revoca unilaterale è legittima viste le gravi inadempienze di Autostrade nella manutenzione del Ponte Morandi. La stessa Autostrade potrà però farsi valere in giudizio e ottenere il risarcimento stabilito per la risoluzione anticipata.

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Una battaglia che sembra non avere mai fine quella tra il Governo, capeggiato dal Movimento 5 Stelle e Luigi Di Maio, e Autostrade per l’Italia, la società di proprietà della famiglia Benetton che gestisce il maggior numero di chilometri di rete autostradale in Italia. Dopo i continui botta e risposta via media e social è arrivata finalmente la relazione conclusiva dalla commissione, creata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sulla valutazione di un'eventuale revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Revoca fortemente voluta dal Ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e dal Vicepremier, Luigi Di Maio, in quanto riterrebbero Autostrade per l’Italia colpevole di gravi inadempienze nella manutenzione del ponte.

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Nella relazione si legge: “Il crollo del ponte ha comportato la mancata restituzione di un bene affidato ad Autostrade per l’italia, che era tenuta a restituirlo integro. Ciò configura un grave inadempimento che consente la revoca unilaterale della concessione perché il crollo giustifica la perdita di fiducia dello Stato nell’operato di Aspi”. Lo stesso Ministro Danilo Toninelli si era così espresso nei giorni scorsi: “Si evince un grave inadempimento da parte del concessionario per quanto riguarda la manutenzione”. La relazione poi prosegue con: “La revoca unilaterale della concessione ad Autostrade è legittima e non comporta il pagamento del risarcimento previsto dalle clausole che sanzionano la chiusura anticipata del contratto, che sarebbero nulle a causa del ‘grave inadempimento’ del concessionario”.

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Il problema però è che nulla vieta ad Autostrade per l’Italia di far valere in giudizio i propri diritti e ottenere il risarcimento stabilito per la risoluzione anticipata. Questo perché in un certo senso il Ministero non può rescindere senza conseguenze i contratti regolarmente firmati e nello stesso tempo a decidere se Autostrade per l’Italia abbia o meno adempiuto a propri compiti non può essere una commissione interna allo stesso Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il Governo può in sostanza revocare la concessione ad Autostrade e non pagare penali in caso di risoluzione dell'accordo, ma, in caso Autostrade faccia ricorso in tribunale e in caso di vincita della causa da parte della stessa società della famiglia Benetton, dovrà esser pronto a offrire un’adeguata compensazione ad Atlantia.

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