Dei due motori che abbiamo avuto modo di provare quello che è sembrato più brillante è senza dubbio il 1.5 dCi da 90 Cv abbinato al cambio manuale a cinque marce. Premesso che sei rapporti avrebbero, forse, consentito di sfruttare meglio le potenzialità del piccolo turbodiesel, il motore si dimostra, comunque, piuttosto generoso, grazie al buon ritmo sin dai bassi e medi regimi.
Soltanto se viene messo alla frusta alza il tono della risposta, ma si capisce subito che la cosa finisce lì: meglio, dunque, non esagerare e farsi bastare la buona progressione. In questo modo tra l’altro, si finisce per ottenere livelli di consumo contenuti: con inserita la funzione Eco che rende più dolce la risposta del motore e limita gli assorbimenti di potenza del climatizzatore, infatti, il computer di bordo ha mostrato una media di 5,3 l/100 km, equivalenti a una percorrenza di 18,9 chilometri con un litro, lontana forse da quanto dichiarato da costruttore, ma comunque ottima anche perché ottenuta con uno stile di guida del tutto normale.
A dispetto della maggior potenza e delle prestazioni dichiarate più brillanti, nemmeno il 1.200 cc TCe ama che gli si metta tanta fretta una volta su strada. E a ben vedere non è un questione di pigrizia: le sue risposte sono vivaci a ogni sollecitazione dell’acceleratore e anche in allungo si difende bene. Il fatto è che quando si spinge il pedale fino a fondo corsa l’intesa con il cambio non è sempre esemplare.
Se si usa, invece, il piede con più moderazione, tutto va a meraviglia, con passaggi di marcia dolci e abbastanza puntuali. Usando modi sbrigativi, infatti, l’elettronica finisce col penalizzare la fluidità di guida con una gestione delle marce a volte un po’ brusca. Dei due dovessimo scegliere, comunque, punteremmo sul turbodiesel che conti alla mano assolve al meglio la doppia funzione di un crossover di razza come il Renault Captur.