Dopo questo corso accelerato del Prof. Travaglia, siamo pronti alla sfida. Otto equipaggi, ciascuno di essi effettuerà due ricognizioni. La gara consiste in due giri (più un giro secco) di un piccolo tracciato di 1,2 km delimitato da birilli e new jersey di plastica: se ne colpiamo uno, sono 5 secondi. Un’enormità visto che il tracciato è davvero corto!
Mentre siamo alla guida della Swift Sport, dettiamo al nostro copilota le note: “chicane destra, destra 3 e tornante destro in sinistra 1” e così via. Nel nostro primo stint ci rendiamo conto che, nonostante il tracciato sia abbastanza corto da essere imparato velocemente a memoria, avere un copilota che detta le note con il giusto anticipo permette di concentrarci sulla guida senza doversi ricordare quello che si presenterà sulla strada più avanti. A causa di qualche errore, la performance iniziale viene sporcata da diverse penalità. Passo il volante al mio collega, mentre io afferro le note, pronto a dettarle in vista del suo turno. Se guidare veloce e ascoltare le note non è per niente facile, leggere le note a chi sta guidando al massimo è decisamente più complicato! Nonostante ciò, non perdiamo il ritmo e chiudiamo la sessione con il quinto posto assoluto. Da questa esperienza ci rendiamo conto come una guida pulita e con “margine” ripaga sempre più di una condotta quasi al limite che, spesso, può portare all’errore e in penalità.
In questo contesto abbiamo apprezzato le doti dinamiche della Suzuki Swift Sport che, con il suo peso piuma e il passo corto, sguscia tra le curve con enorme agilità. La frenata è più che buona, il cambio è morbido e preciso mentre i 140 CV rendono la vettura davvero equilibrata. L’assetto è sostenuto, ma l’attacco delle sospensioni è un po’ morbido, caratteristica che ben si adatta all’utilizzo stradale della vettura.