Porsche 911 GT2 RS: 5 motivi per cui dovresti amarla

Cosa rendere così speciale e performante la versione più potente della Porsche 911? Scopriamolo insieme.

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La Porsche 911 GT2 RS del 2018 è una delle auto di serie più veloci sull’iconico circuito del Nürburgring o Inferno Verde con il fantastico tempo di 6 minuti e 47 secondi. A fare meglio di lei solamente la Mercedes-AMG GT Black Series con il tempo di 6 minuti e 43 secondi e la Lamborghini Aventador SVJ con il tempo di 6 minuti e 44 secondi.

Un tempo del genere non può di certo essere ottenuto se non si prendono in considerazione anche i più piccoli dettagli. Detto questo però a concorrere a una prestazione così entusiasmante nella GT2 RS vi è stato anche la silhouette degli esterni e nello specifico l’aerodinamica della sua carrozzeria. Seppur, infatti, abbastanza simile a una comune Porsche 911, la GT2 RS si avvale di condotti NACA, prese d’aria per gli intercooler sul paraurti posteriore e di una gigantesca ala posteriore che incrementa non di poco il carico su tutto il retrotreno. Abbinata, infatti, a dovere con il generoso diffusore, questa ala posteriore è capace di generare la bellezza di 400 kg di carico aerodinamico aggiuntivo. Ed ecco quindi il primo dei cinque motivi.

Un altro motivo per cui amarla è sicuramente il suo sound particolare e ben distintivo. Si tratta, infatti, di una sinfonia che, seppur molto diversa dal classico rumore emanato dal 6 cilindri boxer in versione aspirata, trae spunto dalle Porsche classiche e nello specifico dall’iconica Porsche 935. Un’attenta progettazione del sistema di scarico ha permesso poi di sopperire alla riduzione della sua voce a causa dei due turbocompressori, della riduzione del numero di giri e della presenza dei filtri antiparticolato.

A rendere però performante e prestazionale una vettura non bastano gli elevati valori di coppia e potenza ma servono anche pesi e masse in gioco che non facciano sentire poi più di tanto la loro presenza. Per questo motivo gli ingegneri Porsche per la GT2 RS hanno pensato bene di dotarla di un'ala posteriore, un cofano e parafanghi in carbonio, di un tetto in magnesio e di un vetro più leggero nella parte posteriore. Modifiche necessarie per risultare più leggera della vettura standard e raggiungere il massimo della prestazione. E questo può essere visto come la terza motivazione.

A tutto questo i progettisti hanno poi aggiunto uno sterzo reattivo, un cambio a doppia frizione impeccabile e un assetto debitamente rivisto che se da un lato hanno reso ancora più prestazionale, diverte ed emozionante la già ottima Porsche 911, dall’altro lato hanno permesso di realizzare una vettura capace di tenerti in strada anche nei passaggi più al limite, evitando di ritrovarti improvvisamente con il suo “sederone” infilato dentro un guardrail. Come quarto motivo pensiamo che sia sufficiente.

In ultimo non può di certo mancare un cuore pulsante all’altezza di un tale pacchetto tecnico meccanico. Un motore boxer sei cilindri biturbo benzina che, installato al posteriore, è in grado di scaricare a terra sulle sole ruote posteriori tutta la sua ferocia e brutalità con accelerazioni fulminee, riprese brucianti e un allungo davvero niente male. Una performance talmente elevata da far dichiarare a Lars Kern, il famoso collaudatore della Porsche, di essere forse di fronte alla migliore 911 mai costruita. E voi, cosa ne pensate? Siete d’accordo?

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