Torniamo alla produzione: nell’aprile 1952 il parabrezza con un accenno di spigolo centrale, ma unito e senza divisorio, migliorò la visibilità. Modifiche minori riguardarono la modanatura sul cofano più spessa, la luce targa combinata con la luce della retromarcia invece dello stop, il comando dei lampeggiatori sul piantone, i listelli delle porte in metallo anziché di legno, il nuovo pomello del cambio al posto di quello VW, gli sportellini scorrevoli del riscaldamento ai lati del pavimento, la strumentazione con le cifre verdi e il contagiri di serie. In giugno, mentre i paraurti erano staccati dalla carrozzeria e acquistavano una modanatura lucida, debuttava il modello 1500 con il motore Typ 527 di 1488 cc, capace di 60 CV con l’albero a gomiti su cuscinetti a rotolamento. In ottobre, in coincidenza con i “model year” 1953 la 1500 fu affiancata dalla 1500 Super con 70 CV (motore Typ 528) e dalla 1500 “Dame” (motore Typ 546) con 55 CV e l’albero motore su bronzine.Il diametro dei tamburi dei freni passò da 230 mm a 280 mm, il volante a due razze VDM con semianello per il clacson sostituì il precedente, le luci posteriori diventarono due per parte: sopra quelle di posizione, sotto i lampeggiatori; infine i rapporti alti del cambio adottarono i sincronizzatori Porsche, il cui brevetto fu ceduto ad altri e contribuì alla floridezza economica dell’azienda. Nel 1953 la Casa definì il proprio stemma combinando l’emblema del Baden-Württemberg con la cavallina di Stoccarda.
Nello stesso anno la Fletcher Aviation acquistò la licenza del motore 356 per usi aeronautici e suggerì di abbandonare il carter motore VW per sviluppare il nuovo carter in tre pezzi che poi equipaggiò anche le 356 “model year 1955”. Ma torniamo al “model year 1954” (Salone di Parigi 1953), che vide l’impiego di materiale insonorizzante, nuovi sedili, il lavavetro, due ganci appendiabiti, lo strumento del livello del carburante (prima s’infilava un’astina nel serbatoio), le trombe Bosch sotto griglie in zama solidali con i lampeggiatori, la maniglia sul cofano con lo stemma della Casa, i tergicristalli paralleli, il lavacristalli, i pomelli di nuovo disegno e l’optional del tetto apribile. Fra i motori arrivò il 1300 Super (Typ 589) con la stessa potenza del 1500 Typ 527, che perciò fu tolto dal listino. Poco dopo il normale 1300 adottò la corsa e l’alesaggio del 1300 Super e diventò Typ 506/1 mantenendo la stessa potenza di 44 CV. Nel 1955 l’alluminio sostituì la zama nelle griglie delle trombe, mentre i modelli USA adottarono la scritta Continental sui parafanghi anteriori.
SIGLA T1
A metà anno si videro i primi effetti del Technische Programm 1, noto agli appassionati con la sigla T1: le sospensioni abbandonarono gli elementi VW e adottarono uno schema con effetto sottosterzante. Lo sterzo divenne più reattivo, perciò fu aggiunto un ammortizzatore idraulico fra il braccio Pitman e il tubo inferiore della barra di torsione. Lo sviluppo completo del programma T1 si vide al Salone di Francoforte nel settembre 1955. La scocca del nuovo modello, che prese la sigla 356 A, fu ridefinita nella zona dei brancardi (fascioni sottoporta), che divennero dritti, nel padiglione che ospitò un parabrezza uniformemente curvo e nel cruscotto ora saldato e non imbullonato al corpo vettura. Cambiarono inoltre la disposizione delle luci posteriori (in orizzontale), quella degli strumenti e i modelli USA adottarono i tubi di rinforzo nei paraurti. Tutto ciò comportò un aumento di peso di circa 60 kg. Il motore 1100 sparì dalla gamma, mentre i 1500 ad aste e bilancieri furono sostituiti dai 1600 Typ 616/1 con 60 CV e 1600 Super (Typ 616/2) con 70 CV, tutti con albero motore su bronzine.
I cuscinetti di rotolamento rimasero solo sul nuovo modello GS Carrera con il motore 1500 Typ 527/1 con quattro alberi in testa e 100 CV. In tutte le versioni gli pneumatici con diametro di 15” rimpiazzarono quelli da 16”. Il 12 marzo 1956 si festeggiò la 10.000ª 356 e in quell’anno cambiò solo la scritta, European invece di Continental, nei modelli USA. Intanto i tecnici elaboravano il programma T2, che debuttò nel settembre 1957 al Salone di Francoforte presentando la scatola sterzo ZF, i carburatori Solex 32ND1X, la frizione con molla a diaframma, la leva del cambio arretrata e gli scarichi nei rostri del paraurti (tranne le Carrera). In linea con le norme di sicurezza americane, le porte adottarono riscontri tridimensionali per evitarne l’apertura in caso d’incidente, mentre il lunotto e la fanale ria ampliati migliorarono la visibilità e, con lei, la sicurezza attiva. Debuttarono in questo contesto i fanali posteriori a goccia (inizio 1957) mentre sparì la parte centrale dei rinforzi del paraurti posteriore tipo USA perché i “policeman” osservarono che ostacolava la lettura della targa.