Le prospettive, come noto, non sono delle migliori, ma a peggiorare la crisi, contribuiscono una serie di fattori esterni, sia di carattere economico, sia politico. Nel 2011, il 7,2% degli intervistati per il rapporto Aci-Censis aveva dichiarato la propria intenzione di acquistare una nuova auto nell’anno successivo, ossia nel 2012. Quest’anno la quota di quelli che hanno manifestato la volontà di cambiare l’auto nel 2013, comprandone una nuova, si è dimezzata, facendo registrare un dato pari al 3,7%. Pochissimo.
Ma non è tutta colpa delle scarse finanze dell’italiano medio, perché, in questo momento, anche chi è più benestante e punterebbe sulle auto di lusso è dubbioso. Sempre nel rapporto si legge che è “da sottolineare come gli annunci di inasprimenti fiscali con l’avvio del redditometro, possono provocare effetti negativi su singoli segmenti di prodotto: su 100 intervistati 20% ritengono che anche chi potrà permetterselo rinuncerà all’acquisto di un auto “alta di gamma” ed il 7% sarà orientato – se la possiede – a venderla”. Sono, purtroppo, note le trovate pubblicitarie del Governo Monti che ha sguinzagliato la Guardia di Finanza nelle località turistiche, persino all’uscita dei caselli autostradali, richiedendo alle Fiamme gialle di fare un controllo fiscale a tutti i possessori di auto di un certo prestigio, ma non solo. In particolare, finirono nel mirino i proprietari dei SUV. E l’assurdo è che molti automobilisti, professionisti o imprenditori, proprietari di un bel mezzo, ad un certo momento, hanno iniziato a girare con la dichiarazione dei redditi nel vano portaguanti, per il timore dei controlli. Questa pressione non ha certo contribuito a rilanciare il mondo delle quattro ruote.
Ci si sono messe anche le Congestion Charge, tipo l’Area C a Milano, ma tendenzialmente queste zone a traffico limitato sono state abbastanza tollerate, perché la passione per l’auto è concepita più per l’uso turistico che per quello del pendolarismo. Chi usa i mezzi pubblici non rinuncia al gusto di possedere una propria vettura.
Infine ci sono i costi che nell’ultimo anno sono lievitati più dell’inflazione: questo indice, tra luglio 2011 e lo stesso mese del 2012, si attestava su una media annua del 3,1%, mentre il numero di km percorsi annualmente si riduceva tra il 5% ed il 7% e il costo complessivo di gestione cresceva del 4,5%, apparentemente una crescita accettabile ma significativa se calcolata sul costo per chilometro: da 0,32 a 0,36 euro/km.
A pesare sul bilancio e sulle tasche degli automobilisti sono anche i costi medi del bollo e dell’assicurazione: il primo nel 2011 si aggirava intorno ai 193 euro e nel 2012 è passato a 204 euro, il che significa un rialzo del +5,7%, mentre la seconda è cresciuta da 715 a 738 euro, cioè è aumentata del 3,2%.
Dalla tabella dei costi medi emerge che nel 2011 per l’auto si spendevano 3.278 euro, mentre quest’anno se ne sono spesi 3.425, appunto il 4,5% in più. Infine, ci sono i prezzi dei carburanti, che meritano un discorso a parte.
Spesa annuale per l’auto 2011 e 2012: valori in euro
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2011
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2012
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Variazione
2012/2011
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Carburante
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1.530
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1.637
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+7%
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Parcheggio (garage+parcheggio a ore)
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218
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224
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+2,7%
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Autostrade
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188
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176
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-6,4%
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Multe
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118
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110
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-6,8%
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Bollo
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193
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204
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+5,7%
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Assicurazione
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715
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738
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+3,2%
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Manutenzione ordinaria
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140
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138
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-1,4%
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Manutenzione straordinaria
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128
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142
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+10,5%
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Danni non rimborsabili e altro
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48
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56
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+16,7%
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Totale
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3.278
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3.425
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+4,5%
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