27 August 2015

1965, la calda estate della Peugeot 404D

Nella lontana estate del 1965 Peugeot diede una dimostrazione piuttosto spettacolare delle prestazioni velocistiche dei suoi Diesel.....

1965, la calda estate della peugeot 404d

Nell'estate del 1965 Peugeot diede una dimostrazione piuttosto spettacolare delle prestazioni velocistiche dei suoi Diesel da dare inizio ad una vera e propria rivalutazione da parte dell'opinione pubblica di questo tipo di motorizzazione. Peugeot è stato forse tra i primi marchi a “credere” nelle potenzialità del Diesel in campo automobilistico. Dopo l’”overture” riservata nell’anteguerra alla 402, la prima vettura con questo tipo di propulsore dei tempi moderni è la 403 berlina del 1959, caratterizzata dal design firmato Pininfarina, con cui la Casa inaugura un lungo e proficuo rapporto di collaborazione.

MOTORE
Il motore è il TMD di 1.816 cc dotato di una testa Ricardo, capace di 49 CV. E’ sicuramente una grande sfida, perché all’epoca il diesel è considerato adatto solo..... ai camion. Eppure, la 403 D riesce a fare breccia, dapprima tra i tassisti di Parigi, sempre attenti ai costi, poi tra il pubblico degli automobilisti. Per accrescerne il “potere seduttivo”, occorre a questo punto rendere l'invenzione di Rudolph Diesel ancor più moderna, superando i limiti imposti dal peso e dalla rumorosità. Occorre limare anche qualcosa sui costi d’acquisto, che sono più alti rispetto ai corrispondenti benzina, e possono avere un impatto negativo sulla clientela, anche se, conti alla mano, il surplus è facilmente recuperato in un anno, vista la convenienza alla pompa e la tassazione inferiore.

2,0 LITRI
Dunque si continua a lavorare sullo sviluppo del “Diesel automobilistico”. I fondi per la ricerca ci sono, e a livello industriale la fabbrica di Lille diventa la fabbrica delle nuove unità denominate Indenor. Nel 1963, la nuova berlina 404, che rappresenta la prima grande svolta di Peugeot (sarà fabbricata in 1.672.395 unità complessive), è disponibile anche con il motore XD88, un quattro cilindri a gasolio di 1938 cc – di cilindrate più piccole se ne parlerà vent’anni più tardi con il brillante e compatto XUD della 205, nato dalla “Dieselizzazione” del motore benzina – capace di 68 CV, potenza che fa raggiuingere alla vettura i 130 orari.

TABU'
Proprio la velocità, assieme all’affidabilità, è uno degli ultimi tabù da infrangere per una maggiore diffusione del motore a gasolio. Così, nell'estate del 1965 Peugeot e la 404 danno una spettacolare dimostrazione di possedere in abbondanza queste qualità. A Linas-Monthléry, il circuito della Capitale caratterizzato da curve sopraelevate e teatro della gloriosa 1000 Chilometri di Parigi, la 404 D stabilisce 22 record internazionali, cui se ne aggiungeranno altri 18 (per un totale di 40) in un’ulteriore sessione.

AEREONATICA
Protagonista dell’exploit è una 404 “speciale”, anche se sostanzialmente di serie, che nasce dalla cabriolet “chiusa” con una sorta di tettuccio sagomato di tipo aereonautico. Si può salire a bordo solo dalla porta di sinistra. Quella di destra è saldata al pannello superiore, entrambi in lega leggera (come lo sono anche cofani e parafanghi anteriori) che copre il sedile del passeggero. Il motore è l'XD88 (il numero della sigla indica la misura in mm dell'alesaggio) della famiglia Indenor, cui si aggiunge in un secondo tempo l'XD90 di 2163 cc, sempre aspirato , che, con i suoi 65 CV a 4.500 giri/min, stabilisce i già citati 18 primati “aggiuntivi”.

Altri particolari della 404 Record sono il peso a vuoto di 930 kg, il serbatoio carburante di 95 litri e le ruote posteriori più grandi, per accogliere i tamburi dei freni in lega, ma soprattutto per garantire una sviluppo di velocità maggiore. E' dipinta nel classico blu France e cinque sono i piloti protagonisti della serie di record: De Lageneste, du Gestenaux, Besnardière, Gèrard e Tchèkémien, mentre il team di supporto è capace di rifornire la vettura in 30 secondi.

Il quintetto percorre 16.627 km in 103 ore, alla media di 161 km/h, con un consumo inferiore ai 19 litri per ora, corrispondente a 12 litri/100 km. I motori Indenor, dopo quegli exploit, conoscono un grosso successo commerciale, e vengono forniti anche a numerosi altri costruttori, proprio come avverrà con il PRV 6 cilindri un paio di decenni più tardi.

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