Al nuovo direttore di Peugeot-Talbot Sport, Boillot chiede un piano dettagliato, con relative previsioni di costi. Todt, che negli anni precedenti assieme alla fama di grande navigatore e organizzatore si è guadagnato anche quella di amante del far poco, con quell’incarico cambia pelle e mentalità: con una metamorfosi radicale diventa il più impegnato dei manager. In breve il progetto è pronto e con esso le richieste da presentare all’azienda.
Un semplice quaderno ancora conservato dallo stesso Todt, raccoglie la… “lista della spesa” in vista della grande avventura: “Cinque disegnatori, tre progettisti, un ingegnere specialista per la carrozzeria e le sospensioni, un ingegnere motorista, quindici meccanici, un’officina di mille metri quadrati nella zona parigina…”. Con lucidità, lungimiranza e senso degli affari, in vista di una riunione a fine settembre 1981, Todt scrive anche le sue richieste gestionali: «Autonomia, budget, programma a breve termine,… attribuzione della direzione delle competizioni, gestione di tutte le attività sportive, … ricerca sponsor… programma dipartimento corse clienti, vendita ricambi…».
Ciò perché nell’ambito di Peugeot c’è una sorta di nebulosa di attività legate allo sport, anche se piuttosto inconcludenti. Per esempio, è stata allestita una Peugeot 305 con motore V6 anteriore e trazione posteriore, nella convinzione che l’impostazione tradizionale sia ancora valida, sottovalutando dunque la novità che l’Audi ha introdotto nei rally con la “quattro” a trazione integrale.
La Peugeot 305 V6 è provata da Timo Makinen sulla pista privata di Belchamps, vicino a Sochaux, e il pilota finlandese -poco amante delle quattro ruote motrici- esprime anche giudizi positivi sulla vettura.
A TUTTO TONDO
La proposta di Todt piace e il progetto è varato. Da quel momento l’alsaziano inizia a essere l’architetto della nuova struttura. Al centro del progetto la vettura con le sue caratteristiche fondamentali e tutt’attorno gli uomini chiave che devono puntare al successo. Tutte figure scelte da Todt sulla base delle sue conoscenze maturate in anni di frequentazione del mondo delle corse. Ma non solo.
Nell’esporre il suo piano, non tralascia neanche aspetti che vanno al di là dell’ambito sportivo. Per esempio, sottolinea come la nuova auto da rally debba essere presentata assieme al modello di serie, anche se l’inizio della attività agonistica avverrà in seguito. Oppure come debba essere ricondotta alla sua direzione tutta l’attività sportiva di Peugeot- Talbot. Ciò per razionalizzare l’insieme dello sforzo della Casa in quella direzione.
Un grande impegno.«Quella fase della mia vita fu movimentata -ha ricordato Todt nel libro- con una sorta di sdoppiamento della personalità. Continuavo a essere il “navigatore” in auto ma la mia testa andava già verso nuovi orizzonti. In uno degli ultimi controlli orari del Rally di Sanremo ‘81 andai a salutare i piloti che mi erano più cari per comunicare loro la novità. Erano Ari Vatanen, Walter Röhrl, Markku Alén, Henri Toivonen, e i loro navigatori». Tutti nomi che un paio d’anni dopo avrebbe ritrovato per discutere della possibilità che andassero a guidare la 205 Turbo 16. Il cambio di prospettiva fu totale e in breve Todt prese a operare a 360 gradi: nella costruzione della struttura indispensabile all’impegno mondiale, e nel creare all’interno della Peugeot la convinzione della validità del progetto: «…feci visita ai principali responsabili della società spiegando il programma e le ambizioni. Tutti mi accolsero bene, anche se qualcuno magari era scettico e dubitava della riuscita del programma… » ha ricordato Todt.
Tutto ciò mentre i tecnici della Peugeot lavoravano alla realizzazione della vettura, con la certezza delle quattro ruote motrici e qualche iniziale discussione sul motore: il V6 2.5 PRV (Peugeot-Renault-Volvo) o il 4 cilindri XU Peugeot 1.8 turbocompresso? Alla fine fu la seconda ipotesi a prevalere, con la cilindrata di 1.775 cc che in base ai coefficienti del regolamento internazionale da poco adottato equivaleva a 2,5 litri “aspirati”. E ovviamente non mancavano i problemi che si verificano dappertutto quando ci sono dei grandi cambiamenti. Tutto ciò che era sport prima dell’ottobre 1981 veniva messo in discussione e la cosa non poteva non suscitare malumori. Todt affrontò questo aspetto mantenendo fermo l’obiettivo ma sempre con la convinzione che si dovessero sfruttare tutte le energie potenzialmente utili.