Per PSA demonizzare il diesel non ha senso

Per Gaetano Thorel, DG di PSA Italia, i propulsori a gasolio non sono mai stati così puliti. Ecco perché non andrebbero demonizzati come si è soliti fare.

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Per cercare di andare in contro alla forte crisi economica scatenata dal Coronavirus e risollevare un settore come quello automotive in crisi nera ormai da tre mesi, non si può fare altro che incentivare quanto più possibile i consumi e la vendita di nuovi modelli. Nuovi modelli che se da un lato dovranno tenere alta la produzione e quindi il livello occupazionale, dall’altro non potranno fare altro che cercare per quanto possibile di ridurre le emissioni rilasciate nell’ambiente, misura richiesta dalle sempre più stringenti politiche ambientali dell’Unione Europea.

Per Gaetano Thorel, direttore generale di Groupe Psa Italia, una soluzione ci sarebbe. Puntare sulle motorizzazioni diesel di ultimissima generazione. Per Thorel queste unità non andrebbero demonizzate proprio perché molto pulite se confrontate a vetture con Euro 0,1, 2 o 3, con 15 anni e oltre di vita. Il direttore generale di PSA Italia auspica quindi un auto concreto da parte dello Stato per una rottamazione delle vetture più antiquate ancora in circolazione e una incentivazione di modelli di ultimissima generazione, sia diesel che con motori alternativi.

Per vincere quindi la sfida della de carbonizzazione per Thorel, direttore generale di Groupe Psa Italia, non va combattuto il diesel di ultima generazione ma andrebbero presi ben altri provvedimenti. Si potrebbe per esempio introdurre una sorta di carta d’identità dell’auto che, integrando i dati di Pm10, C02 e NOx, ne determini la classe di eco-compatibilità. Una classificazione che non badi tanto alla tecnologia adottata ma al livello di consumi ed emissioni rilasciate nell’ambiente.

A tutto questo andrebbe affiancato una estensione dell’attuale econobonus con l’introduzione di una terza fascia di emissioni (fino a 95 g/km di CO2), la fino a tutto il 2020 del malus sui modelli più inquinanti e l’introduzione di un forte incentivo alla rottamazione per lo svecchiamento del parco circolante e la sostituzione con modelli anche diesel Euro 6.2 o Euro 6d. Una metodologia che potrebbe portare allo sblocco di tutte le auto fino a questo momento rimaste invendute.

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