16 January 2014

Pedaggi autostrade: Lupi chiede lo sconto del 20% per i pendolari

Sommerso dalle polemiche il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha chiesto alle società concessionarie delle autostrade di applicare uno sconto del 20% sulle tariffe ai pendolari. Ma dalla Regione Lombardia arriva una protesta formale, perché i rincari al Nord sono molto più salati che al Sud: fino al 12,5% contro una media nazionale del 3,9%

Pedaggi autostrade: lupi chiede lo sconto del 20% per i pendolari

 

Si è trasformata una protesta istituzionale della Regione Lombardia l’agitazione popolare contro i consueti aumenti dei pedaggi autostradali di inizio anno. Dopo le proteste organizzate ai caselli dalla Lega Nord, che invitava a scioperare non pagando il transito, si sono mossi i consiglieri regionali: il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo e quello di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato (con Claudio Pedrazzini di Forza Italia cofirmatario), che hanno presentato due mozioni per impegnare la giunta e il presidente Roberto Maroni a sollevare il problema dei rincari di fronte al Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi del Nuovo Centro Destra. I rincari previsti dal nuovo piano tariffario sono, infatti, molto più penalizzanti al Nord che al Sud e non se ne spiegherebbero le ragioni, considerando che con i pedaggi si pagano la manutenzione ordinaria delle autostrade, più una quota di profitto destinata alle casse delle società di gestione. A fronte di una media nazionale del 3,9% di aumento, in Veneto e Lombardia si è arrivati a punte del 12,5%, come nel caso della Tangenziale Est in ingresso verso Milano provenendo dalla Brianza, dell’11%, per entrare a Milano dall’ultimo tratto dell’Autostrada dei Laghi A8-A9 (dove al casello si pagano ben 1,70 euro anche per fare pochissimi chilometri, se non metri, quando si entra ad Arese). Tra Bergamo e Brescia Ovest si versa il 6,89% in più.

 

Questo salasso settentrionale, mentre il Raccordo anulare romano resta ancora gratuito, allo stesso modo della Salerno-Reggio Calabria, tratta su cui parlare di lavori di manutenzione è eufemistico, considerando che è l’emblema di un eterno cantiere. Romeo, nella sua mozione, ha parlato di “squilibrio fra gli interessi pubblici e gli inauditi guadagni dei concessionari”, sottolineando che anche secondo le ripetute segnalazioni della Corte dei Conti i pedaggi abbiano “sempre favorito i privati a discapito dello stato e degli utenti”. De Corato è stato più secco, denunciando che “i rincari costeranno mediamente a ogni famiglia 87 euro l’anno”. Aggiungendo che andranno a incidere anche sulle imprese artigiane e del trasporto.

 

Per la giunta ha risposto nell’aula del Consiglio regionale l’assessore alle Infrastrutture Maurizio del Tenno: “Nonostante l’attuale rete autostradale sia competenza dello stato, così come le norme che regolamentano l’entità di tariffe e pedaggio la Regione Lombardia non è disposta a stare a guardare”. Del Tenno ha fatto sapere di aver chiesto al Ministro tutta la documentazione  per sapere “come si sia arrivati a decidere degli aumenti” e dei avergli proposto “di ragionare su una proposta di modifica normativa di un sistema tariffario che oggi penalizza la Lombardia, rispetto alla circolazione in altre aree della nazione”.

 

Un prima risposta del Ministro Lupi è arrivata in termini generali: la proposta di uno sconto del 20% ai pendolari, individuati con chi in un mese fa almeno 40 viaggi tra andata e ritorno in un percorso di 50 km. L’iniziativa dovrebbe partire già dall’1 febbraio, come è stato richiesto dal Governo, che aspetta una risposta dalla concessionarie autostradali entro martedì 21 gennaio. Ha detto Lupi: “È evidente che l’impatto dell’aumento delle tariffe autostradali è importantissimo per il sistema paese. Oggi l’impatto sociale non deve essere sottovalutato”. Per questo sono state individuate due categorie di soggetti da agevolare: “quella dei pendolari, per cui è stato chiesto uno sconto fino al 20%, e quella degli autotrasportatori”. L’interesse dei camionisti sarà portato avanti dal sottosegretario Rocco Girlanda, che tratterà le tariffe per loro sempre con i concessionari delle autostrade. Una progressività delle riduzioni del prezzo è prevista anche per chi fa meno di 40 viaggi in un mese.

 

Ad interessarsi della faccenda pedaggi sono stati anche molti parlamentari di diversi schieramenti politici che hanno presentato numerose interrogazioni al Ministro Lupi durante il question time alla Camera. Fra di essi anche Deborah Bergamini di Forza Italia, che ha fatto notare come Lupi prima abbia sostenuto di non avere poteri per intervenire, poiché non è prevista una delega che consenta al Ministro dei Trasporti di pronunciarsi sui pedaggi autostradali (che restano un’esclusiva dei gestori), poi abbia ritrattato facendo fare l’ennesima cattiva figura al Governo Letta che “prima sbaglia - commenta l'azzurra - poi cerca di correre ai ripari in maniera goffa”.

 

A sua parziale discolpa, il Ministro Lupi ha cercato di spiegare che “l’aumento delle tariffe richiesto in base alle norme era del 4,7% che, grazie alle richieste del Governo è stato contenuto al 3,9%”. Perciò l’esecutivo avrebbe lavorato e starebbe lavorando per trovare la giusta via di mezzo in grado di soddisfare sia le esigenze degli utenti, sia quelle delle società concessionarie autostradali “anche per non scoraggiare gli investimenti”. Ha infatti concluso Lupi: “Cerchiamo di rendere compatibili gli investimenti e la collaborazione pubblico-privato e perciò il recupero degli investimenti attraverso le tariffe, con le richieste legittime dei cittadini e utenti”. Ma da questo punto di vista, come ha detto l’onorevole Bergamini “qualora dovesse esserci una risposta positiva da parte delle società autostradali, sarebbe un favore concesso a chi già paga molto”. E, in effetti, non sarà facile per Lupi spiegare il motivo del rincaro a chi spende 10 centesimi di euro in più sul pedaggio ogni inizio anno per entrare in centro a Milano, senza per contro vedere lavori tangibili per fare delle migliorie alla strada.

 

L’unico soddisfatto in tutta questa storia è stato il presidente della commissione Trasporti alla Camera Michele Meta, che ha mostrato il suo entusiasmo di fronte alla disponibilità del Governo a interessarsi agli “iniqui rincari delle tariffe”.

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