20 December 2022

Nuova Toyota Prius

E' stata la protagonista di ieri, di oggi, ma lo sarà anche di domani La quinta generazione dell’ibrida più venduta al mondo è il modello che è al centro del tradizionale evento europeo di fine anno...

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La Prius è una storia di successo. Magari non immediato perché l’innovativa giapponese doveva essere capita. Di sicuro ad aiutarla sono state le serie successive che l’hanno affinata nello stile e nel piacere della guida, il resto l’ha fatto una accresciuta sensibilità ambientale e le normative sempre più severe in tema di emissioni oltre al dieselgate che ha accelerato l’elettrificazione.

E anche se oggi la tendenza è verso la conversione forzata al full electric, quell’intuizione di Takeshi Uchiyamada, che è il padre delle ibride moderne, ha segnato la storia dell’auto tanto che non c’è brand che oggi non abbia un’ibrida in gamma. Nemmeno in Toyota, forse, immaginavano, nel 1997 che la Prius sarebbe divenuta l’auto ecologica per antonomasia, il modello di riferimento per tutti i costruttori. Non solo, visto che la Prius è diventata l’auto per i tassisti.

Quale vetrina migliore per promuovere un’auto di chi la usa e la stressa tutti i giorni. Insomma, la lungimiranza dei giapponesi è stata premiata nel tempo e oggi la loro tecnologia è stata ripresa da tutti, con parziali differenze tecniche, ma con la base comune del motore elettrico che si va ad affiancare quello a combustione. Nel caso di Toyota si tratta di un motore a benzina, per altri costruttori c’è anche il diesel. Prius, un nome una garanzia visto che il significato della parola Prius, in latino, è prima.

Ma solo la Toyota ci ha creduto. Siamo nel 1993 e i giapponesi intuiscono che le automobili stanno entrando nell’occhio del ciclone perché l’opinione pubblica le considera la causa principale dell’inquinamento delle città anche se in realtà industria e impianti domestici fanno danni maggiori. È così che Toyota si convince che è arrivato il momento di affrontare il problema. Il motore a scoppio si può certamente evolvere, migliorare e anche pulire, ma resterà sempre troppo inquinante se si muove da solo.

Che cosa fare dunque? L’elettrico sembra la soluzione perfetta, ma i limiti legati sia all’autonomia sia all’infrastruttura di ricarica, ieri come oggi, lo confinano, allora come in parte oggi, ad una soluzione di nicchia. Ecco dunque l’intuizione: unire i punti di forza dell’uno con quelli dell’altro. Quattro anni di lavoro portano al debutto, nel 1997, della prima generazione della Prius destinata all’inizio al solo mercato giapponese poi gradualmente in tutto il mondo. Il resto è storia.

L’idea di ibridizzare le auto non è nata nel 1993 e non è nemmeno un’esclusiva dell’industria giapponese. Toyota, tuttavia, ha il merito di farla diventare una produzione in serie. Che la Prius sia un’auto speciale è evidente da subito: la sua linea disegnata dal vento è funzionale soprattutto all’efficienza. Sotto il cofano il motore a benzina è di 1.500 cc, ma supportato, ai bassi regimi, da uno elettrico alimentato da batterie allora al nickel-metallo idruro, mentre un sistema di gestione decide se e quando spegnerlo o trasformare la sua energia in elettrica per ricaricare la batteria. Sin da subito la Prius regala un grande piacere di viaggiare sia alle basse velocità che per nei brevi tratti visto che si muove nella totale trazione elettrica.

Se si pensa, però, alla quantità di innovazioni introdotte dalla Prius era difficile pensare che la seconda generazione potesse rappresentare un passo avanti. Invece in Toyota dopo aver ottenuto la conferma dal mercato che la strada intrapresa li avrebbe portati lontano studiano per la seconda generazione così tante novità che il progetto è coperto da ben 530 brevetti.

Ad esempio il sistema di trazione Hybrid Synergy Drive aumenta la potenza del motore elettrico del 50%, mentre l’autonomia in modalità elettrica passa a 2 km, mentre prima era di poche centinaia di metri e le emissioni di CO2 crollano fino a 104 g/km. Il tutto è stato reso possibile sia da un’estremizzazione dello studio aerodinamico, ma anche dall’ottimizzazione della gestione dei due motori e da un compressore elettrico per il climatizzatore. Per il resto, la seconda generazione della Prius si segnala per l’ESP di serie, per la telecamera utile nei parcheggi e per le 5 stelle Euro NCAP.

La Prius III parte subito forte: nel primo mese di commercializzazione totalizza 180.000 ordini contro i 10.000 previsti e la lista di attesa si allunga fino a sette mesi. Sono problemi che ogni costruttore vorrebbe avere, ma alla lunga non è facile da risolvere. Il merito di così tanto apprezzamento sta anche nella coscienza ecologica degli automobilisti, sempre più sviluppata, ma anche nel design della nuova Prius che pur conservando la forma aerodinamica, diventa più armonico. Altro vantaggio nell’acquisto della ibrida di Toyota sta nelle campagne di incentivi messe in atto da molti governi che puntano a diffondere l’utilizzo della nuova auto green.

La Prius generazione tre batte tutti i record di consumo anche se passa da un motore di 1.500 cc a uno da 1.800 cc. Il 90% del sistema ibrido è nuovo e fa segnare un passo avanti per prestazioni e per il CO2, senza contare che l’ingombro della meccanica è ridotto, a tutto vantaggio dello spazio a bordo.

Inoltre tra le chicche introdotte dalla terza generazione di Prius ci sono la pompa del liquido di raffreddamento elettrica e i pannelli solari sul tetto per alimentare e attivare il sistema della climatizzatore ancora prima che il guidatore salga a bordo a cui si aggiungono i rivestimenti realizzati con eco-plastiche.

Nel 2012, invece, viene introdotta la versione plug-in hybrid con un gruppo batterie ricaricabile dalla rete elettrica anche di casa per viaggiare per circa 20 km e fino a 80 km/h ma solo ad emissioni zero. È così che la famiglia sostenibile si allarga: arrivano la Prius+ oltre alla Auris e Lexus ibrida. È ormai evidente che era venuto il momento di allargare della gamma.

Con la Prius+ in prima battuta visto che si tratta di un monovolume di taglia media che sfrutta la tecnologia della Prius anche se il pacco delle batterie è specifico sfruttando anche il maggior spazio disponibile e considerando che la vettura è più alta e più pesante, la potenza degli accumulatori aumenta. Poco tempo dopo è il turno della Auris Hybrid, mentre viene poi lanciata anche la prima Rav4 Hybrid. Se a tutti questi modelli si sommano anche le versioni Lexus Hybrid si capisce subito come quell’idea forse folle del 1997 era stata, invece, molto lucida.

Si arriva così alla quarta generazione datata 2016. Per la prima volta la Prius utilizza la piattaforma Tnga di Toyota accreditata di livelli di efficienza energetica eccezionali al punto da garantire fino a 40,8 km di percorrenza con un litro di benzina ed emissioni abbattute fino a 70 g/km.

La nuova Prius si presenta anche esteticamente con un look che non passa certo inosservato, ma talmente di rottura che finisce con creare qualche problema specie all’utenza privata tanto che nel mettere mano alla quinta generazione si è puntato a ristabilire un feeling estetico più abbordabile.

Dal lancio nel 1997, Toyota grazie alla Prius è l’indiscussa leader nelle vendite di veicoli ibridi e anche nei prossimi anni i modelli ibridi continueranno a performare sempre molto bene. Il costruttore giapponese ha impiegato per vendere i suoi primi 5 milioni di ibride sedici anni dal 1997 fino al 2013. In seguito ha superato i 10 milioni nel 2017 e solo tre anni dopo, nel secondo trimestre del 2020 ha superato i 15 milioni.

In tutti i mercati, Toyota e Lexus offrono non meno di 44 modelli ibridi. Grazie poi all’ibrido sono stati risparmiati oltre 120 milioni di tonnellate di CO2. La quinta generazione della Prius almeno per l’Europa, dove sarà in vendita dell’anno prossimo, è proposta soltanto nella variante ibrida plug-in, quindi con una batteria ricaricabile dall’esterno. Il powertrain associa sempre un motore termico, ma di 2 litri di cilindrata che eroga 148 Cv ad un’unità elettrica da 160 Cv per una potenza complessiva e di sistema di 223 Cv.

Aumenta del 50% fino a quasi 100 km, la percorrenza in elettrico, grazie a una batteria che è agli ioni di litio e da 13,6 kWh sistemata sotto i sedili dietro. Anche le prestazioni migliorano rispetto al passato: Toyota dichiara un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,7 secondi.

Gli interni, invece, riprendono i concetti dei modelli elettrici bZ di Toyota e propongono una posizione di guida più bassa col volante multifunzione abbinato a un display da 7 pollici per la strumentazione con al centro della plancia lo schermo dell’infotainment e la leva del cambio automatico. Fra le numerose opzioni previste c’è sempre l’utile tetto con pannelli solari compresi.

È costruita sulla piattaforma GA-C di seconda generazione della Toyota New Global Architecture (TNGA), dal peso ridotto e maggiore rigidità. Il motore TNGA 2.0l produce 152 CV e lavora insieme a un nuovo motore anteriore elettrico da 163 CV per una potenza totale di sistema di 223 CV. Rispetto ai 122 CV dell'attuale generazione in configurazione ibrida plug-in, la maggiore potenza garantisce un'accelerazione brillante e sempre disponibile.

Con l'obiettivo di consentire la maggior parte dei tragitti quotidiani in modalità EV, l'autonomia in elettrico è di 69 chilometri grazie a una nuova batteria agli ioni di litio da 13,6 kWh. Le celle a maggiore densità di energia del pacco batterie, lo rendono abbastanza compatto da poter essere installato sotto i sedili posteriori, abbassando il baricentro.

Nella ricerca della massima efficienza, il tetto opzionale a celle solari può produrre energia pulita. Il tetto solare può generare 8 chilometri di autonomia EV ogni giorno o caricare la batteria completamente se la vettura rimane parcheggiata per diversi giorni.

La quinta generazione della Prius in Europa sarà in vendita dall’anno prossimo è proposta nella variante top, la ibrida plug-in ricaricabile da casa.

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