All’inizio le dimensioni extra-large mettono un po’ a disagio, soprattutto perché non è facile percepire gli ingombri della carrozzeria attraverso superfici vetrate non molto ampie, in particolare posteriormente e di lato. Ma ci si abitua in fretta e bastano pochissimi chilometri per scoprire una vettura sorprendentemente maneggevole a dispetto di una massa che supera i 2.000 kg in ordine di marcia.
La F-Pace si dimostra infatti sempre pronta nelle risposte impartite da uno sterzo molto leggero ma sempre progressivo nelle azioni, assecondato dall’assetto che rimane composto anche nel caso di un rapido cambio di direzione o di un brusco trasferimento di carico imposto da una manovra di emergenza.
Ci sono sport utility più improntate al dinamismo, ma quello che colpisce alla guida della F-Pace è l’eccellente compromesso tra piacere di guida e confort di marcia, anche se la capacità di assorbimento delle sospensioni sullo sconnesso viene compromessa optando per le bellissime ruote da 22 pollici montate sull’esemplare in prova.
In compenso l’isolamento acustico dell’abitacolo esemplare assicura un confort acustico da ammiraglia, associato alle risposte pronte e progressive di un 6 cilindri che si colloca ai vertici della classe non solo per quanto riguarda i valori di potenza e coppia rispettivamente di 300 Cv e 700 Nm, ma soprattutto sul fronte della qualità dell’erogazione.
I ritardi di risposta sono infatti praticamente impercettibili, con l’esuberanza di coppia che domina la scena e assicura riprese efficacissime e accelerazioni da sportiva, come sottolineano i 6,6 secondi rilevati nello 0-100 km/h. Prestazioni comunque rese possibili da un cambio automatico che non disdegna affatto l’impiego manuale, ma anche da una scalatura ideale delle 8 marce, con l’ultimo rapporto molto lungo a favore di confort di marcia e consumi.
Con questi ultimi che si mantengono sempre su livelli più che accettabili, anche in città, condizione più sfavorevole per una vettura di tale peso e potenza, dove percorrere all’incirca 10 km/litro è tutt’altro che difficile. Apprezzabile il comportamento dell’impianto frenante in termini di modulabilità e resistenza alla fatica, mentre gli spazi di frenata risultano accettabili, pur se più lunghi rispetto a quelli fatti registrare dalle migliori rappresentanti di classe.