Nissan: niente più diesel in Europa dal 2025

Con l'avvento di ogni nuovo modello Nissan sostituirà le varianti diesel con più moderne e pulite versioni elettrificate.
Sembra proprio che la tendenza sia ormai inarrestabile. Come già annunciato da molte altre Case automobilistiche, ora anche Nissan ha fatto sapere che abbandonerà le motorizzazioni a gasolio sostituendole con moderni propulsori elettrificati. Secondo i recenti rumors proveniente dal Giappone, la Casa di Yokohama avrebbe deciso di interrompere del tutto la vendita di motorizzazioni diesel all'interno del Vecchio Continente in ragione del crescente impegno aziendale sullo sviluppo delle auto elettriche e delle normative sempre più stringenti. Una strategia che da qui al 2025, termine ultimo fissato dalla Casa nipponica, porterebbe in modo graduale alla sostituzione delle attuali versioni diesel con varianti "eco-friendly" al momento del rinnovo o dell'aggiornamento di ogni singolo modello.
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Un ideale condiviso

La decisione di Nissan non è nuova e il costruttore giapponese non è il primo ad aver preso una tale scelta. Lo scandalo del Dieselgate ha, infatti, innescato una tendenza praticamente incontrovertibile che sta spingendo sempre più costruttori ad abbandonare questa motorizzazione, definita sporca, in favore di modelli sempre più "green". Una decisione che ha interessato praticamente tutto il globo terrestre, andando a scalfire persino le vecchie roccaforti della motorizzazione di Rudolf Diesel: il Vecchio Continente (Europa) e il Bel Paese (Italia) in primis. Toyota ha deciso già da alcuni mesi di non lanciare più in Europa già da quest'anno nuovi modelli con motori diesel mentre Subaru ha già fissato per il 2020-21 l'abbandono totale delle auto a gasolio. La stessa FCA avrebbe intenzione di abbandonare il diesel dal 2022, Volvo avrebbe scelto di concentrarsi su ibride ed elettriche dal 2019 mentre la Porsche ha giusto qualche mese fa messo fuori produzione le versioni diesel della Macan.

Pro e contro

Scelte dettate dalle normative antinquinamento sempre più stringenti, dalle politiche ambientali messe in atto da diversi Stati per bloccarne la vendita o per vietarne la circolazione all'interno di numerose città europee, dai sempre maggiori costi per sviluppare, produrre e omologare motorizzazioni a gasolio che siano conformi con le nuove normative e, in ultimo, dal recente crollo nelle immatricolazioni di veicoli con motori diesel. Una strategia che, se da un lato potrebbe portare all'impiego di nuova forza lavoro per la progettazione, lo sviluppo e la costruzione di motori ibridi o di propulsori elettrici, batterie e alternatori, dall'altro lato andrebbe inevitabilmente a tagliare in modo massiccio gli investimenti e le attività manifatturiere sul fronte dei motori ad accensione spontanea e di conseguenza a ridurre notevolmente i posti di lavoro e quindi la manovalanza in questo settore.

Non è ancora la sua ora

Per fortuna, diciamo noi, c'è ancora chi crede in questa motorizzazione tanto demonizzata. Brand come Mercedes, il Gruppo Volkswagen o la stessa BMW sono convinti che il motore a gasolio abbia ancora del potenziale inespresso e che, con le dovute modifiche e i giusti aggiornamenti, possa anzi aiutare le Case costruttrici a raggiungere i tanto ostici limiti massimi imposti sulle emissioni di CO2.

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