Mobilità elettrica: cosa non convince gli italiani?

La scarsa autonomia, la lentezza di ricarica delle batterie, la scarsità di punti di ricarica, l’eccessivo costo iniziale e un diverso modo di intendere la mobilità sono le motivazioni alla base della diffidenza degli automobilisti italiani verso le auto a batteria.

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Il periodico di settore Nuova Energia ha pensato bene di stilare un’indagine su un campione di 1.000 soggetti al di sopra dei 18 anni per mettere in luce le contraddizioni, i luoghi comuni, i timori e le aspettative, le convinzioni già radicate sulla mobilità elettrica.

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Secondo l’indagine gli automobilisti italiani non sarebbero ancora pronti al passaggio alla mobilità elettrica. Quando si tratta di salire a bordo di una vettura a batteria, la prima preoccupazione è quella di non avere un motore endotermico sotto il cofano a cui si collega quella di non avere un’autonomia sufficiente per poter raggiungere il luogo desiderato. Come se non bastasse parte immediatamente l’ansia da prestazione con la paura di non trovare una colonnina di ricarica nelle vicinanze, il timore di non saperla usare e la preoccupazione che le tempistiche di ricarica si possano rivelare fin troppo lunghe. Insomma gli italiani non possono fare a meno della stazione di servizio e del tanto amato motore a combustione.

Tolte queste preoccupazioni, l’indagine rivela come a contrastare la diffusione dell’elettrico in Italia vi sia sicuramente il prezzo di acquisto iniziale, certamente più alto di quello delle comuni vetture a gasolio o benzina. Pur però ipotizzando che l’intero costo di acquisto fosse a carico dei Comuni e che quindi al conducente non costi nulla l’acquisto di una nuova auto, allora anche in questo caso la mobilità elettrica non riesce a farne da padrone con l’ibrido e ibrido plug-in che prendono il sopravvento mentre elettrico e metano che si trovano nuovamente a fare da fanalini di coda.

Leggendo poi con attenzione le altre domande che sono state poste durante l’intervista si scopre come l’italiano medio metta ogni volta l’auto elettrica a confronto con quella benzina o diesel senza mai ragionare in modo assoluto e disinteressato su questa nuova tipologia di mobilità a “zero emissioni”. Questa non vuole essere un’accusa ma, tolti i reali problemi che possa ancora avere l’elettrico allo stato attuale, ciò che manca realmente è un cambio di mentalità e di utilizzo della vettura che possa farci capire come l’automobile debba essere ricaricata o “pienata” quando sta ferma e non quando è in movimento e va in riserva. Gli italiani pare però preferiscano almeno per il momento che il kWh venga erogato con le stesse modalità della benzina o del diesel. Che abbiano ragione loro? A voi la risposta…

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