Matteo Di Lallo
17 December 2018

Micro Wave Ignition: l’elisir di lunga vita del motore a combustione?

Grazie a una combustione più veloce, uniforme e a bassa temperatura, generata dall’adozione di microonde, si riuscirebbe ad ottenere motori meno assetati di carburante e meno inquinanti sul fronte delle emissioni.
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Una startup tedesca chiamata MWI (Micro Wave Ignition) avrebbe presentato la soluzione definitiva che porterebbe i motori a combustione a vivere una seconda gioventù. Stiamo parlando di un sistema che andrebbe ad impiegare le microonde al posto della classica candela di accensione per innescare la miscela di aria e combustibile iniettata all’interno del cilindro o meglio della camera di combustione.

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Gli ingegneri della azienda tedesca sarebbero, infatti, convinti che adottando questa strategia si arriverebbe a ridurre i consumi persino del 30% e le emissioni inquinanti addirittura del 80%. Ma come sarebbe possibile un simile risultato? Semplice, generando una combustione più veloce e uniforme e quindi a più bassa temperatura, insomma più efficiente. Una strategia che negli anni si è tentato di migliorare attraverso vari metodi, fino a scoprire l’efficacia delle microonde.
L'obiettivo dell'azienda è quindi quello di sostituire le care vecchie candele con un sistema a microonde pulsate per determinare l'accensione del combustibile. Questa innovativa tecnologia, che permetterebbe di contenere le temperature di combustione e quindi di ridurre la formazione di inquinanti, sarebbe oltretutto di facile applicazione anche agli attuali motori e non solo a quelli di nuova progettazione, senza bisogno di una completa riprogettazione.
Alla startup tedesca ora non resta che trovare un acquirente e un partner internazionale che contribuisca a lanciare questo sistema. Tra gli azionisti di questa azienda vi è oltretutto nientemeno che Wendelin Wiedeking, un tempo amministratore delegato di Porsche, che avrebbe in ultima istanza dichiarato: “Sono convinto che MWI sia un'innovazione dirompente con un mercato potenziale gigantesco. Un innovazione che potrebbe frenare per parecchi anni la diffusione su larga scala della mobilità elettrica”.

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