Mercato auto: in Italia un settembre da dimenticare

Con sole 124.976 immatricolazioni di auto nuove il mercato auto in Italia fa un brutto tonfo in basso segnando un preoccupante -25,4%.
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Un po’ ce lo si poteva aspettare! La forte spinta ad agosto a immatricolare il più possibile tutte quelle vetture, spesso auto a chilometri zero, che non sarebbero più state a norma dal 1° settembre e l’entrata in vigore dei nuovi e più severi cicli di omologazione WLTP, con tutti i problemi del caso e i relativi ritardi nelle consegne, hanno restituito a settembre la vera faccia della medaglia con un bruco calo per il mercato auto che in Italia che ha fatto registrare purtroppo un -25,4%.

Rischio crescita zero

Le nuove auto immatricolate a settembre 2018 si sono fermate a solo 124.976 unità, ben 42.500 in meno rispetto al settembre 2017 che aveva fatto registrare 167.469 unità. Stesso discorso per le consegne che nei primi 9 mesi dell’anno si sono fermate a 1.491.261 immatricolazioni mentre lo scorso anno nello stesso periodo le unità erano state ben 1.534.349, un calo del 2,8%. Numeri che però non danno una precisa idea di quante prime immatricolazioni siano state sostituite da acquisti di chilometri zero ma che rendono chiara l’idea di come a settembre 2018 non dovrebbero esserci state immatricolazioni anticipate da mettere poi in vendita come chilometri zero per non ingolfare gli stock già elevati per l’abbuffata di agosto.

Giù anche metano e GPL

Al forte calo di nuove immatricolazioni è seguito il continuo calo della motorizzazione a gasolio che, soprattutto nelle città che più ne hanno osteggiato la circolazione, ha fatto segnare cali a doppia cifra abbastanza importanti. Nei primi otto mesi dell’anno, infatti, Torino ha registrato un -37,4%, Milano un -28,6% e Roma un -22,3%. Un calo che non è stato compensato dalle motorizzazioni a metano o GPL, che hanno fatto registrare pure loro un calo del 62,7% e del 24,2% rispettivamente, ma più che altro dalle vetture ibride che hanno siglato un +28,2%, arrivando così al 6,1% del totale.

Occhio ai limiti di CO2

Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, ricorda che: “Pensare di poter fare a meno nell’immediato di una motorizzazione come quella diesel che ancora oggi rappresenta oltre il 50% del mercato significa creare un buco produttivo che il nostro Paese non può nell’immediato colmare con altre motorizzazioni, senza considerare i riflessi negativi sulla necessità di rinnovo del parco circolante e sul raggiungimento degli obiettivi europei in tema di emissioni”.

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