McLaren Senna: omaggio al mito

Erede della hypercar P1, rinuncia alla tecnologia ibrida per adottare un classico V8 4.0 biturbo benzina da 800 Cv. Leggerissima ed estrema, costa 945.500 euro.

500 esemplari

La McLaren più estrema mai realizzata. Il suo nome è Senna, in omaggio all’indimenticabile pilota brasiliano, e il peso a secco è da urlo: 1.198 kg. L’erede della hypercar P1, contrariamente ai rumors che la volevano ibrida come l’antenata, rinuncia a qualsivoglia apporto elettrico puntando su di una motorizzazione tradizionale. Verrà prodotta in 500 esemplari a un prezzo di 945.500 euro.

Rapporto peso/potenza di 1,5 kg/Cv

Sottopelle pulsa il classico 8 cilindri a V sovralimentato mediante due turbocompressori MHI, costruito in Gran Bretagna dallo specialista Ricardo su specifiche McLaren e dotato di albero motore piatto. Un’unità derivata, nello specifico, dalla 720S e pertanto caratterizzata da una cubatura di 4,0 litri. La coppia, però, cresce da 770 a 800 Nm e la cavalleria passa da 720 a 800 Cv grazie a nuove turbine, ad alberi a camme dal profilo più spinto e a collettori di scarico dall’andamento maggiormente rettilineo. Un dato cui consegue uno straordinario rapporto peso/potenza di 1,50 kg/Cv, laddove la 720S non faceva meglio di 1,78 kg/Cv. La Senna, del resto, non è una supercar qualunque, bensì una vettura nata e pensata per la pista, ma “legalizzata” per l’utilizzo su strada.

Cambio a doppia frizione a 7 marce

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Massima espressione delle Ultimate Series McLaren, la Senna – prima d’ora gli omaggi al mitico Ayrton si erano limitati all’ambito motociclistico – si affida alla terza generazione della monoscocca in fibre composite made in Woking, denominata Monocage III e derivata dalla 720S, nonché a una carrozzeria integralmente in carbonio. Nata per incarnare lo stile di guida del pilota brasiliano, tutto istinto e raffinatezza, mira a portare l’esperienza al volante ad un nuovo livello, consentendo al guidatore di sentirsi un tutt’uno con la vettura. La trazione, non a caso, è posteriore e il sound d’aspirazione e scarico solo minimamente “compresso”, mentre la trasmissione è del tipo a doppia frizione a 7 rapporti.

Aerodinamica attiva

L’apertura a farfalla delle portiere s’ispira alla mitica F1 progettata da Gordon Murray e si abbina alla “movimentazione” di una porzione del tetto per agevolare l’accesso all’abitacolo, mentre l’aerodinamica costituisce uno dei fiori all’occhiello della vettura in quanto forte di componenti attivi, così da massimizzare la downforce quando necessario, minimizzando la resistenza all’avanzamento in rettilineo. In aggiunta, dei flap in prossimità del motore – a collocazione centrale – generano una zona a bassa pressione che favorisce la dispersione del calore senza impattare negativamente sulla gestione dei flussi da parte dell’ala posteriore. Quest’ultima a incidenza variabile e, da tradizione McLaren, con funzioni di freno aerodinamico attivo. Similmente alle monoposto della massima serie dell’automobilismo sportivo, modifica automaticamente il proprio profilo in rettilineo per incrementare la velocità massima, comportandosi come il sistema DRS in dotazione alle F1.

Monoscocca in fibre composite

Raffinata quanto poche altre supercar, come dimostrano gli scarichi in Inconel e titanio, costituisce un vero e proprio inno all’essenzialità. La plancia è infatti composta da un semplice pannello con un display integrato per la gestione delle funzioni vettura, incluso il setting delle sospensioni forti di ammortizzatori adattivi e di un sistema idraulico per la compensazione del rollio. E i freni? Ovviamente carboceramici e, a detta della McLaren, i più avanzati mai adottati da una vettura stradale made in Woking. Alla Senna, prima McLaren di sempre priva di una sigla nel nome, farà presto seguito un secondo modello – sempre appartenente alle Ultimate Series – quasi certamente caratterizzato da un powertrain ibrido.

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