Jaguar Land Rover: via dal Regno Unito per la Brexit

Senza accordi tra l’Inghilterra e l’Unione Europea, l’unica opzione per salvare l’azienda potrebbe essere quella di abbandonare il Paese.
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Un Marchio puramente “British” come Jaguar Land Rover potrebbe arrivare a prendere una decisione difficile e pesante per lo stesso Regno Unito. Se, infatti, entro il 29 marzo 2019, giorno in cui l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea diventerà effettivo, non si dovesse trovare un accordo sulla Brexit tra Londra e Bruxelles, il Gruppo inglese, capitanato dagli indiani della Tata, potrebbe a malincuore decidere di chiudere i suoi stabilimenti produttivi all’interno del suolo inglese per trasferirsi altrove.

Forte aumento dei costi

La motivazione sarebbe quanto mai semplice e chiara: un’uscita dell’Inghilterra senza precisi accordi commerciali porterebbe, infatti, inevitabilmente a un pesante aumento dei costi, causato dalla fine del libero commercio tra il Regno Unito e gli altri Paesi dell'Unione Europea. Ancora nessuna decisione definitiva è stata presa ma a fare la dichiarazione sarebbe stato niente popo di meno che Ralf Speth, CEO del Gruppo, durante un’intervista col Financial Times. Lo stesso Speth avrebbe inoltre aggiunto che questo sarebbe in teoria l’unico modo per salvare l’azienda in caso di Brexit.

Riduzione degli scambi commerciali

Lo stesso numero uno dell’azienda automobilistica inglese si auspica che questa decisione non debba mai essere presa e sta chiedendo a gran voce il mantenimento delle attuali condizioni di libero scambio privo di barriere doganali tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea. Il mancato accordo comporterebbe però un tale incremento nelle spese e nei ritardi nelle consegne della componentistica, importata dai paesi del Vecchio Continente, da innescare una perdita negli utili di oltre un miliardo di sterline l'anno, rendendo così non redditizia la permanenza della Jaguar Land Rover in patria.

Grosse perdite

In caso di mancato accordo quindi il Brand indiano si troverebbe costretto a prendere questa decisione impopolare nonostante siano già stati varati i piani di ammodernamento della fabbrica di Slihull, per la produzione di una nuova gamma di vetture elettriche, e nonostante il Gruppo inglese rappresenti il maggior produttore automobilistico britannico con cinque fabbriche di auto e motori, nonché il maggior esportatore di veicoli.

Siamo solo all’inizio

Pur mancando ancora un anno e mezzo alla completa scissione tra la Gran Bretagna e l’Europa, i primi effetti di questa decisione si sono già fatti sentire in ambito automotive. La stessa Jaguar Land Rover avrebbe minacciato già a inizio anno tagli alla produzione, il Gruppo BMW starebbe vagliando l’ipotesi di chiudere gli stabilimenti MINI, la stessa Airbus potrebbe dire addio al territorio inglese e molte realtà giapponesi non vedrebbero più una convenienza nel mantenere i loro stabilimenti sul territorio inglese.

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