Inquinamento: quanta CO2 emette la Mercedes EQC nell’intero ciclo vita?

L’indagine è stata svolta dalla stessa Casa di Stoccarda che ne ha valutato l’impatto tra produzione, uso e riciclo. Il risultato darebbe ragione all’elettrico…

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Occhio alle ipotesi

L’auto elettrica, fautrice di una mobilità a zero emissioni, è nell’ultimo periodo additata di non essere poi così tanto pulita e priva di emissioni. L’assunzione parte dal presupposto che si tiene in considerazione l’intero ciclo vita, quindi la produzione, l’utilizzo e lo smaltimento, allora questa tipologia di mobilità green o ecocompatibile, che dir si voglia, non è poi così tanto virtuosa e pulita. Mercedes ha voluto mettere alla prova queste affermazioni, realizzando un’analisi approfondita sul livello di CO2 emessa dalla sua EQC (SUV elettrica) durante l’intero ciclo vita. Il risultato a quanto pare darebbe ragione all’auto elettrica e alla mobilità a batteria ma, come più volte vi abbiamo detto nei nostri precedenti articoli, queste analisi sono molto influenzate dalle assunzioni che vengono fatte all’inizio, dalle ipotesi che vengono prese in considerazione, dal Paese nel quale vengono realizzate e così via. Ipotesi anche solo leggermente diverse possono portare a risultati diametralmente opposti. Per questo cerchiamo di capire quale sia stato lo studio effettuato da Mercedes per capire come siano arrivati a dire che un’auto elettrica può arrivare a ridurre l'impatto ambientale anche del 70% rispetto a una corrispettiva auto con motore endotermico.

Scenario idilliaco

In prima istanza Mercedes precisa che per ottenere questo risultato devono essere prese determinate precauzioni. In seconda istanza, leggendo con attenzione lo studio condotto dalla Casa tedesca, si scopre come siano state prese tutte quelle condizioni ideali o di massima efficienza per la produzione delle batterie, per la realizzazione della SUV e per lo stesso smaltimento. Gli stabilimenti per esempio verrebbero alimentati ad energia eolica mentre le batterie sarebbero ricaricate tramite energia solare prima dell’immissione su strada. Stesso discorso è stato fatto sulla produzione dell’energia elettrica per ricaricare e alimentare la SUV tedesca una volta in strada. Nei calcoli, infatti, sarebbe stata utilizzata una quota parte consistente di energie rinnovabili, altra condizione abbastanza ideale. Si è poi passati a considerare lo smaltimento dei pacchi batteria esausti e anche in questo caso sono stati paventati ben quattro diverse procedure per il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e lo smantellamento/smaltimento dei pacchi batteria. Tutte procedure considerate già pienamente avviate e funzionanti ma anche in questo caso si tratta di una condizione ideale. Non vogliamo contraddire o andare contro a Mercedes ma a nostro parere sono state prese delle ipotesi un po' troppo favorevoli per poter stimare la reale emissione di anidride carbonica durante il ciclo vita di questa SUV a batteria.

I risultati di Mercedes

Tolte le nostre considerazioni che vedono lo studio un po' troppo di parte e idilliaco, stando a Mercedes più della metà dell'anidride carbonica relativa al ciclo di vita di una Mercedes EQC che, si ipotizza, percorre circa 200.000 km prima di essere rottamata, sarebbe imputabile alla fase di produzione in larga parte del pacco batterie (estrazione mineraria di metalli preziosi) e in parte minore alla realizzazione della stessa SUV. In strada durante il suo utilizzo la SUV tedesca sarebbe, invece, in grado di abbattere quasi a zero l’emissione totale di C02 o comunque di contenere non di poco l’emissione rispetto a una corrispondente vettura con motore endotermico. Passando, infine, allo smaltimento l’emissione di CO2 verrebbe contenuta adottando 4 diverse strategie che vanno dal riutilizzo del pacco batteria come accumulatori fino al loro completo smaltimento e recupero dei metalli preziosi all’interno di apposite industrie.

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