Il gas metano inquina come benzina e diesel? Secondo T&E si!

Una ricerca dell’organizzazione non governativa Transport & Environment asserisce che il gas metano non sarebbe poi così pulito anzi i danni all’ambiente delle vetture a gas sarebbero persino superiori a quelli causati dalle più recenti auto a benzina e diesel.
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Ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo ma è sempre più difficile capire da che parte sia la verità. Dopotutto ognuno cerca sempre di tirare acqua al suo mulino indipendentemente che lo scopo sia politico, economico, ambientale, ecc. Per questo motivo abbiamo deciso anche questa volta di dare voce a questa nuova ricerca senza schieraci apertamente ne a favore ne contro ma limitandoci semplicemente a riportare i fatti. Siamo quindi pienamente disponibili a pubblicare ogni altra ricerca che dichiari l’opposto di quello che stiamo per raccontarvi. Sarete poi voi a giudicare quanto esposto e a farvi la vostra personale opinione.

Nuovo punto di vista

Fino ad oggi si pensava che il gas metano potesse essere una valida alternativa alle motorizzazioni benzina e diesel. Questa credenza era dettata dal fatto che il metano, avendo minori atomi di carbonio al suo interno rispetto a benzina e gasolio, potesse inquinare meno producendo non solo un minor quantitativo di CO2 ma emettendo anche minori emissioni di NOx e polveri sottili. Secondo però uno studio condotto da Transport & Enviroment, un’organizzazione europea non governativa, la verità non sarebbe questa anzi le auto a gas metano sarebbero inquinanti esattamente come quelle alimentate sia a benzina che a diesel ed equamente dannose per l’ambiente e il clima.
Ma quindi il metano è o non è una fonte di energia pulita? La si può considerare una valida alternativa alle comuni alimentazioni come l’ibrido oppure è inquinante esattamente come benzina e diesel e quindi le amministrazioni dovrebbero smettere di investirci denaro pubblico? La ricerca, condotta da ONG, prende in esame un campione esteso perché considera sia il metano utilizzato a scopo industriale che quello sfruttato come carburante nei motori per auto e per farlo si affida agli ultimi test e ai più recenti dati disponibili, considerando anche il metano rinnovabile (biometano e metano sintetico) e le diverse politiche fiscali in proposito.

L'idea di T&E

Secondo quanto asserisce questo studio, utilizzare gas metano (non GPL) per la movimentazione delle auto porterebbe alla produzione di "un inquinamento atmosferico uguale a quello prodotto dalle auto a benzina e identico a quello delle auto diesel se si considerano le nuove normative sulle emissioni”. Lo stesso studio poi continua affermando che “essendo il gas metano tassato il 76% in meno del gasolio e degli altri carburanti derivati del petrolio, i legislatori dovrebbero accettare la realtà che il gas fossile non può contribuire a rendere puliti i trasporti e dovrebbero iniziare a tassarlo con aliquote analoghe a quelle applicate al gasolio e alla benzina. Se fosse tassato agli stessi livelli del gasolio, non ci sarebbero più le motivazioni economiche al suo uso”. Lo studio, infine, conclude assolvendo il GPL ma criticando anche il biometano e il metano sintetico, cioè il gas ricavato o dal riciclo di rifiuti o da prodotti dell’agricoltura, in quanto se da un lato possono avere emissioni di gas serra significativamente inferiori, dall’altro le materie prime sostenibili per produrre il biometano sono limitate e potrebbero al massimo coprire meno del 10% del fabbisogno dei trasporti.
Per ottenere questi risultati la ricerca ha tenuto in considerazione tutti li aspetti ambientali del ciclo di produzione e impiego del gas, andando ad analizzare le diverse forme di autotrazione e i benefici offerti dall’impiego del gas. Nello specifico lo studio afferma che durante l’estrazione dal pozzo, il trasporto e l’utilizzo finale all’interno dei motori vi sarebbero delle perdite di gas che finirebbero nell’atmosfera andando a peggiorare l’effetto serra. Perdite che secondo la ricerca di T&E sarebbero spesso sottovalutate e non conteggiate nel computo finale delle emissioni di CO2. Lo studio quantifica queste emissioni involontarie nella filiera del gas fossile in un 2,2% del gas prodotto, con una percentuale che varia tra lo 0,2% e il 10%. Prosegue poi affermando che “per le autovetture, le riduzioni di gas serra sono le più basse, con un intervallo compreso tra -7% e +6% rispetto al diesel”. Precisando poi che “non è stata trovata alcuna prova a sostegno del vantaggio teorico dei veicoli a gas sulla base del minore contenuto di carbonio. In realtà, la scarsa efficienza del motore a gas spesso annulla i benefici già al tubo di scappamento”. Per poi concludere che "Considerando gli effetti delle perdite di metano - un gas a forte effetto serra - i gas fossili potrebbero aumentare le emissioni di gas serra fino al 9% o ridurle al massimo del 12% a seconda del veicolo sul quale vengono utilizzati”. Un rapporto insomma chiaro e preciso che demolisce completamente la tesi che il gas metano sia una fonte di energia pulita e una valida alternativa ai classici motori benzina e diesel.

La replica di Ngv

Imminente però la replica di Ngv Italia, la società che rappresenta le aziende della filiera a metano, che in un comunicato ha dichiaro che “lo studio è figlio di un pregiudizio nei confronti del gas naturale per i trasporti ed è già stato confutato da numerose altre analisi indipendenti che invece confermano le caratteristiche di sostenibilità di questa fonte energetica e i suoi impatti ambientali significativamente minori rispetto ai combustibili derivati dal petrolio come diesel e benzina". “Noi confutiamo integralmente la tesi di T&E perché il ricorso al gas naturale per l’autotrazione riduce le emissioni di gas serra in modo significativo dato che il contenuto di carbonio del metano è estremamente più basso sia di quello di benzina e di gasolio mentre il peso delle emissioni di gas serra dell’industria estrattiva ha un impatto praticamente irrilevante rispetto al totale delle emissioni di gas serra planetarie". “Infine, a livello di inquinanti il gas naturale abbatte in modo estremo sia le emissioni di PM che di NOx, che sono il vero grande problema per la qualità dell’aria nelle nostre città".
Ngv spezza poi una lancia a favore del biometano affermando che “se quello potenzialmente producibile in Italia fosse interamente destinato ai trasporti allora potrebbe tranquillamente alimentare un terzo del parco circolante con una fonte di energia rinnovabile al 100%”. “La politica dovrebbe poi smetterla di considerare come a emissioni zero un veicolo elettrico alimentato con energia prodotta da combustibili fossili ed, invece, come ad altamente emissivo un veicolo alimentato con biometano al 100%. Una consuetudine, quella di non considerare mai l’intera filiera di produzione dell’energia per stabilire le reali emissioni dei veicoli, altamente malsana per una filiera molto importante per l’industria e l’occupazione in Europa, in un momento decisivo per il futuro della mobilità sostenibile nel nostro continente, nonché importantissima tecnologia di transizione che può portare ad un futuro più sostenibile".

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