Ibride plug-in: non così virtuose come sembra

Per l’associazione ambientalista T&E (Tranport & Environment) i modelli Phev avrebbero consumi ed emissioni fino a tre volte superiori a quelle dichiarate e omologate.

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Dopo le analisi dell'International Council on Clean Transportation (ICCT), l'organismo che ha contribuito alla scoperta del dieselgate, e dell'ISI tedesco, l'organizzazione Fraunhofer che raggruppa una serie di enti che si occupano dello sviluppo della ricerca applicata - che hanno portato alla scoperta di come le vetture ibride plug-in (Phev), cioè quelle con presa di ricarica, avrebbero consumi effettivi ed emissioni reali fortemente diverse da quelle omologate e dichiarate dalle stesse Case automobilistiche, persino mediamente e approssimativamente tra le due e le quattro volte superiori ai valori certificati e dichiarati coi cicli principali quali il vecchio NEDC o il più recente WLTP (QUI il nostro articolo a riguardo) – ecco che anche l’associazione ambientalista T&E (Tranport & Environment) ha portato avanti un nuovo studio che sottolinea come i tre modelli ibridi plug-in più venduti in Europa hanno tutti emissioni molto più alte di quelle pubblicizzate.

Il nuovo studio ha preso in esame nello specifico la BMW X5, la Volvo XC60 e la Mitsubishi Outlander e le ha testate nelle condizioni di guida reale sia in batteria completamente carica e in condizioni ottimali che con la batteria completamente scarica. Stando alle misurazioni, effettuate da Emissions Analytics, i tre modelli avrebbero emesso tra il 28-89% in più di CO2 rispetto a quanto pubblicizzato, valori ottenuti soprattutto nei momenti in cui la batteria risultava completamente scarica. Stando allo studio si evince come a influenzare fortemente il livello di consumi e di emissioni di queste auto ibride con presa di ricarica è la tipologia di utilizzo che ne fanno gli stessi automobilisti e la loro propensione o meno alla ricarica tramite presa del pacco batteria. Insomma queste vetture, accreditate agli occhi dell’opinione pubblica come virtuose ed rispettose dell’ambiente, sarebbero molto più inquinanti di quanto si potesse pensare.

Per Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E: “I test effettuati confermano che le auto ibride plug-in sono solo finte auto elettriche. Fanno molto poco per il clima, ricevendo al contempo un’enorme quantità di sussidi. La Finanziaria 2021 dovrebbe mettere fine a questo spreco di soldi pubblici”. “I governi dovrebbero porre fine ai sussidi e alle agevolazioni fiscali per gli ibridi plug-in perché protagonisti di un altro scandalo delle emissioni climalteranti“. “La loro vendita, infatti, renderebbe più facile per le case automobilistiche soddisfare gli standard di CO2 fissati dalla UE e accaparrarsi crediti aggiuntivi”. Per conoscere meglio i dettagli dello studio potete cliccare questo link: https://www.transportenvironment.org/publications/uk-briefing-plug-hybrid-con

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