28 December 2016

I batteri, ultima frontiera degli accumulatori

I batteri potrebbero essere la soluzione del futuro per la realizzazione di accumulatori a basso costo e ampia disponibilità

I batteri, ultima frontiera degli accumulatori

Il successo delle auto elettriche dipende per il 99% dallo sviluppo degli accumulatori, lo sanno tutti. Logico dunque che su questo argomento si concentrino ricerche e sperimentazioni di mezzo mondo, seguendo diversi filoni, tutti promettenti sulla carta ma nessuno, finora, risolutivo. E' il caso delle batterie al magnesio di Toyota o di quelle nanotecologiche di VW. Oggi dagli States arriva un'ulteriore step: le batterie batteriche. Sì, avete capito bene, corrente dai microorganismi. La tipologia più recente si basa sul quasi dimenticato nitrato d'argento, quello delle pellicole fotografiche, che viene steso sulla metà di un foglio di carta e protetto con cera, costituendo così il catodo della batteria. Sull'altra metà un polimero; poi si ripiega il foglio e si introducono i batteri che emettono elettroni e creano una circolazione di corrente, minima ma stabile. E questo non è l'unico sistema. All'Università del Massachusetts hanno usato Rhodoferax ferrireducens un batterio che vive nelle acque, in una soluzione di glucosio contenente un elettrodo di grafite. Mentre mangia lo zucchero, il batterio emette elettroni e più mangia più cresce, aumentando l'intensità della corrente. Per di più può nutrirsi anche di altri tipi di zucchero, quindi si apre la possibilità di dargli da mangiare i nostri scarti e di trasformarli direttamente in energia. Fantascienza, forse, per ora. Ma sarebbe una bella storia, no?

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