Gallerie e viadotti autostradali: i tecnici intimati a mentire

I vertici delle concessionarie spingevano i tecnici a mentire sulle reali condizioni e criticità delle infrastrutture autostradali.

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Le reali condizioni della nostra rete autostradale erano ben a conoscenza sia dei tecnici, incaricati di monitorare gallerie e viadotti, che dei vertici delle concessionarie, responsabili di tali tratte. Ma allora perché non si sono attuate le giuste misure di manutenzione e di intervento sulle infrastrutture con maggiori criticità? Semplice, stando ai risultati delle ultime indagini su viadotti e gallerie, sebbene i tecnici fossero a conoscenza delle criticità e dell’eventuale rischio crollo di buona parte di queste strutture, erano però spinti dalla stessa Spea e dalle concessionarie a mentire sulle reali condizioni e a non inviare le dovute segnalazioni di criticità e pericolo. Nello specifico nelle indagini della Procura di Genova è emerso come i tecnici di Spea (società di Atlantia delegata al monitoraggio della rete autostradale) fossero consci che le gallerie lunghe più di 500 metri, situate lungo le dorsali appenniniche del Nord Ovest, non erano in regola con la direttiva europea numero 54 del 2004. Ma, come già avvenuto con i falsi report sui viadotti “malati”, non segnalavano le irregolarità al Ministero delle Infrastrutture perché spinti dalle stesse concessionarie a mentire e a occultare le evidenze di tali verifiche strutturali.

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