di Mirko Rovida
04 March 2020

Formula 1 2020: cosa ci dicono i test del Montmelò?

La Mercedes rimane il punto di riferimento, mentre la Red Bull sembra aver stravolto la propria filosofia per pareggiare i conti con una Ferrari indecifrabile. Ecco la nostra analisi che arriva direttamente dal circuito di Barcellona.

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La stagione 2020 è alle porte

Manca poco più di una settimana all’inizio del nuovo Campionato del mondo di Formula 1. L’ultimo, prima degli stravolgimenti regolamentari che cambieranno radicalmente l’aspetto e la struttura delle vetture negli anni a venire. L’ultima stagione prima dell’introduzione delle stringenti misure di budget-cap volte a limitare lo strapotere dei big team. Per questi motivi, quella del 2020 sarà un’annata particolare. Nessuno, infatti, vorrà concentrare tutte le proprie energie sui progetti attuali ma piuttosto punterà a dedicare idee e denaro in vista della prossima stagione; per cercare di dare vita a un ciclo vincente. Ciò non significa che quest’anno il Campionato verrà brutalmente snobbato, anzi, la stagione alle porte potrebbe essere una delle più interessanti degli ultimi anni a causa delle sperimentazioni che le squadre porteranno senza essere troppo restie a eventuali fallimenti; prediligendo l’innovazione tecnica alla conservatività.

Mercedes punto di riferimento, ma…

L’esempio più lampante di quanto scritto in precedenza è stato l’atteggiamento dei campioni del mondo in carica della Mercedes visto in pista ai test prestagionali al Montmelò. Nella prima settimana di test i tedeschi hanno letteralmente sorpreso il resto del paddock portando in pista il DAS (Dual Axis Steering): un rivoluzionario sistema meccanico semi-assistito che permette al pilota di modificare l’angolo di convergenza delle ruote anteriori a piacimento con l’auto in movimento, semplicemente spingendo a sé il volante della propria vettura dopo aver azionato il pulsante di sblocco dell’impianto. Tale sistema potrebbe garantire alle Frecce d’Argento una maggiore stabilità in curva e un ridotto degrado gomma sia in curva che in rettilineo. Molte caratteristiche di questa soluzione sono ancora un mistero, ma ciò che è certo è che la FIA si è espressa immediatamente in merito al DAS ritenendolo ufficialmente una soluzione concessa dal regolamento. Tuttavia, la Federazione ha anche imposto che tale sistema venga abolito a partire dalla stagione 2021. Questa decisione ha messo le squadre avversarie nella scomoda posizione di non avere alcun interesse nello sviluppare l’impianto per via dei lunghi tempi di progettazione; anche se esso si rivelasse vincente.

Il DAS è stato testato con parsimonia dalle due Mercedes durante le due settimane di test e non è tuttora chiaro se verrà utilizzato già a partire dal primo Gran Premio in Australia oppure no. Da questo punto di vista i due piloti della Stella hanno opinioni contrastanti; mentre Valtteri Bottas è rimasto completamente soddisfatto dal nuovo sistema, il sei volte campione del mondo Lewis Hamilton, invece, nutre ancora alcuni dubbi sul suo impiego immediato. DAS a parte, la Mercedes ha macinato più chilometri di qualunque altra scuderia a Barcellona, registrando dati preziosi per lo sviluppo della vettura e facendo segnare i tempi più interessanti del lotto. A prima vista sembrerebbe, dunque, che la nuova W11 sia senza ombra di dubbio la vettura da battere in questa stagione. Tuttavia, c’è un però da segnalare anche nell’attività della Stella. La nuova Freccia d’Argento, infatti, a Barcellona ha sofferto particolarmente di problemi di affidabilità alla propria Power Unit, a tal punto che nell’ultima giornata di test il team di Brackley ha preferito annullare i propri long-run sul passo gara per evitare ulteriori rotture. Insomma, nonostante la performance eccezionale, qualche campanellino d’allarme è suonato anche in casa Mercedes.

Ferrari indecifrabile

La Scuderia Ferrari a Barcellona è sicuramente stata la squadra più indecifrabile di tutta la griglia. Le Rosse hanno stupito in negativo in particolare nei loro due punti di forza della passata stagione: il giro secco e la velocità di punta. Che a Maranello avessero lavorato soprattutto per migliorare il carico aerodinamico della vettura era cosa nota, ma nessuno si sarebbe aspettato di vedere una SF1000 così carente dal punto di vista della performance sul dritto. Al termine delle due sessioni di test il team principal del Cavallino, Mattia Binotto, ha usato parole molto negative per descrivere la situazione attuale della Rossa; annunciando addirittura che la Ferrari non sarà da subito tra le protagoniste in lotta per la vittoria. L’impressione, condivisa anche dagli altri team, invece, è che la Ferrari per qualche motivo non abbia mai davvero spinto il nuovo propulsore. Ciò è stato dedotto dalla comparazione GPS tra le vetture motorizzate Ferrari (Haas e Alfa Romeo) e quelle di Vettel e Leclerc. La Ferrari ha infatti pagato un divario considerevole se paragonato alle altre auto con la stessa motorizzazione. Al netto di ciò, analizzando i migliori tempi realizzati dai team nei micro-settori del Circuito di Catalunya, emerge come la Ferrari paghi una differenza di quattro decimi di secondo dal punto di riferimento Mercedes, rimanendo invece in linea con la prestazione vista in campo dalla Red Bull.

Red Bull punta sulla velocità

In maniera completamente opposta alla Ferrari, la Red Bull ha invece concentrato le proprie forze nel migliorare la RB16 sul dritto. La vettura di Max Verstappen e Alex Albon ha spaventato tutti nel primo settore del tracciato, rivelandosi la più veloce sul lungo rettilineo e nelle curve ad alta velocità, a scapito della prestazione nelle curve lente dove i due torelli hanno pagato distacchi abbastanza significativi rispetto alla concorrenza. Forse a Milton Keynes hanno deciso di puntare di più sulla forza della Power Unit Honda, che nell’ultimo periodo sta colmando il gap di performance con i rivali di Mercedes e Ferrari, prediligendo l’efficienza aerodinamica alla ricerca del carico puro; vero punto di forza della Red Bull da sempre nell’era turbo-ibrida. L’unica certezza che abbiamo è che la Red Bull sia stata la squadra che più di tutti ha cercato di non mostrare tutte le proprie potenzialità. Significativo, infatti, il giro veloce realizzato nell’ultima giornata di test da Max Verstappen. L’olandese sul finale di sessione si è involato in un giro che senza alcun dubbio avrebbe infranto il record siglato da Bottas, salvo poi frenare bruscamente e vistosamente prima della linea del traguardo per evitare di ufficializzare il proprio crono.

Racing Point infiamma il Midfield

A Barcellona la Racing Point ha saputo far parlare di sé, ma non proprio in maniera completamente positiva. Il team rilevato da Lawrence Stroll, miliardario e padre del pilota della RP20, Lance Stroll, dalla prossima stagione sarà a tutti gli effetti un’estensione della Aston Martin in Formula 1 ma al Montmelò ha attirato la curiosità degli addetti ai lavori per un altro motivo. A colpire inizialmente ci hanno pensato i tempi fatti registrare da Perez e Stroll; competitivi sia per il giro secco sia per il passo gara. La performance della Pantera Rosa ha dunque attirato l’attenzione dei presenti facendo emergere alcune somiglianze impressionanti con la monoposto della Mercedes della passata stagione. Già dalla presentazione delle vetture la Racing Point aveva mostrato molti punti in comune con la W10, soprattutto all’anteriore, ma i dettagli mostrati una volta scesa davvero in pista non hanno fatto altro che alimentare l’impressione che la RP20 sia una monoposto basata esclusivamente sulla W10. Un po’ come già accadde in passato tra il team Haas e la Scuderia Ferrari. Sarà interessante vedere se la Racing Point sarà in grado di gestire e sviluppare una vettura che ha mostrato un potenziale enorme ai test e quanto questo potrà influire sulla lotta a centro gruppo contro Renault e McLaren. I diretti avversari hanno già mostrato tutto il loro disappunto, ma la filosofia utilizzata dalla Racing Point è del tutto regolare, a patto che non ci sia stato un diretto passaggio d’informazioni tra le due parti interessate.

Renault innovativa

La Renault ha passato tutto l’inverno in sordina e, dopo aver praticamente snobbato la presentazione della sua nuova monoposto, si è presentata a Barcellona con una vettura decisamente innovativa rispetto alla precedente e verniciata a nero per nascondere alcuni dettagli alla concorrenza. La rivoluzione Renault passa in particolare dall’anteriore della macchina e dal muso estremizzato. Il risultato è stato che al Montmelò la casa francese ha messo in pista una vettura solida che ha dato dei buoni riscontri sia nel passo gara che nel giro secco. Il segnale lanciato ai diretti rivali della McLaren è chiaro: Ricciardo e Ocon quest’anno punteranno a sopravanzare i costruttori inglesi nella classifica mondiale.

Mirko Rovida

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