Un “plus” che convinse molti giovani e giovanissimi. Come fu il caso del proprietario della Fiesta di queste pagine: Massimiliano Virgadamo, di Palermo, che acquistò la macchina nuova il 10 gennaio 1991, quando ancora non aveva la patente! Avrebbe infatti compiuto i fatidici 18 anni ad agosto, perciò intestò l’auto alla mamma. Fu uno scambio di ruoli, rispetto al consueto, visto che il papà di Massimiliano non vedeva di buon occhio l’auto, troppo potente e veloce. Ma il ragazzo la sua Fiesta l’ha venerata, più che possederla, l’ha curata e amata e guidata, anche, ma non tantissimo: dopo 25 anni il tachimetro segna 94.000 km.
Praticamente è nuova, ha ancora la vernice originale, anche se lui dà il merito alla qualità costruttiva, visto che gli ardori giovanili, a suo dire, non sono mancati! Ma dopo qualche anno, a Palermo giravano parecchie XR2 usate, costavano poco e finivano in mano anche a persone di dubbia provenienza, così, un po’ per questo, un po’ per tranquillizzare il padre, un po’ per risparmiare dal benzinaio il ragazzo acquistò una Peugeot 206 diesel, poco appariscente e più adatta della piccola bomba Ford all’immagine di un neo insegnante (che qualche anno dopo sostituirà la 206 con una Fiat barchetta...). Nel 2001 poi egli pensò bene di radiare la Fiesta conservandola sui cavalletti in uno spazio fuori città, per poi, nel novembre 2011, immatricolarla come auto di interesse storico e collezionistico. Ecco spiegato perché la XR2i di queste foto sembra nuova, non è mai stata riverniciata (nemmeno i paraurti) ed è quasi completamente originale. Tra le poche modifiche, Massimiliano ha messo i sedili Recaro (optional), lo spoiler posteriore (accessorio RS Ford) e il volante in pelle della Fiesta turbo.
MOTORE
Il concetto tecnico della Fiesta XR2i era quello della cilindrata relativamente elevata inserita in un corpo vettura compatto e leggero; e delle prestazioni a buon mercato: rinunciando a qualche finitura, ma non alle dotazioni, e grazie alle economie di scala permesse a un colosso come Ford Germania, si riuscì a contenere molto il prezzo di vendita. Quella “i” nella sigla poi diceva che si trattava di tutt’altro affare rispetto alla precedente XR2 a carburatori: il motore restava il CVH di 1596 cc, ma con l’aggiunta dell’iniezione elettronica: in pratica era lo stesso montato sulla Escort XR3i MkIV.
Una promessa di prestazioni elevate. Già che c’erano, però, in Ford decisero di evolvere il tutto con l’iniezione Weber al posto della Bosch K-jetronic e una nuova accensione elettronica, con vantaggi sia nell’ammissione sia nello scarico. In questo modo la potenza cresceva a 110 CV (poi 107 CV) e la coppia a 13,8 kgm a soli 2800 giri, per un carattere pastoso e molto facile, benché molto sportivo, con una buona attitudine a salire di giri e allungare oltre il regime di potenza massima. Ne risultava una velocità massima di 192 km/h e un’accelerazione 0-100 km/h in soli 9,8 secondi (dati dichiarati); il comportamento in generale era molto brillante e godibile anche in virtù del cambio serie B5, dotato di una manovrabilità fluida con innesti precisi e al rapporto finale accorciato, rispetto alla XR2 a carburatori.
PRESTAZIONI
Le prestazioni erano al livello delle migliori rivali, come la Volkswagen Golf II GTI a 8 valvole o la Peugeot 205 GTI 1.6; rispetto a queste però la Fiesta XR2i aveva un assetto non sempre ottimale. Pagava una superiore morbidezza nell’assetto delle sospensioni (McPherson anteriori e ruote interconnesse posteriori) e soprattutto uno sterzo lento, il suo difetto principale. Le prove su strada delle riviste dell’epoca denunciarono tutte questo neo, che metteva in crisi anche il posteriore. Un comportamento che paradossalmente potevano sfruttare i guidatori più smaliziati, per far sbandare la vettura mandandola in sovrasterzo e potendo così sfruttare meglio l’accelerazione fuori dalle curve.
Viceversa, per molti giovani o meno esperti alla guida questo comportamento, associato alla brillantezza del motore, poteva diventare un problema, nonostante la presenza di barra antirollio sia davanti sia dietro. Forse anche per questo, cioé per mitigare il comportamento “ballerino”, oltre che per un sicuro fattore estetico, la XR2i era dotata di serie di un’abbondante gommatura con battistrada 185 sulle quattro ruote e cerchi con canale da 5,5”. La frenata era invece di buon livello, tra le migliori dell’epoca, nonostante un impianto “normale”, con due dischi davanti e due tamburi dietro; anche qui l’abbondante sezione a terra delle gomme aiutava a contenere molto gli spazi di arresto; migliorabile, semmai, era la modulabilità.