17 September 2014

Ford Fiesta BRC, sfida a tutto... gas!

Dopo il 2° posto ottenuto al Rally del Friuli e a pochi giorni dalle due gare conclusive del CIR abbiamo provato in esclusiva la Ford Fiesta BRC GPL. Con il pilota veneto e i tecnici del BRC Racing Team parliamo di questa affascinante “scommessa” già vinta...

Ford fiesta brc, sfida a tutto... gas!

Sta per partire la volata finale per il titolo tricolore rally 2014 con le ultime due gare in programma in meno di un mese (Rally Adriatico 21-9 e Rally Due Valli 12-10) e tre piloti racchiusi in tre punti a giocarsi il successo finale. Di questi, due, Giandomenico Basso (Ford Fiesta R5) e Paolo Andreucci (Peugeot 205 T16 R5) hanno già all’attivo un risultato in meno, mentre Umberto Scandola (Skoda Fabia S2000) deve ancora scartare, in base al regolamento, un punteggio. Per il verdetto finale, quindi, non dovremo aspettare ancora molto ma c’è già chi indipendentemente dal risultato finale ha già vinto la propria sfida. Parliamo del BRC Racing Team, che schiera una Ford Fiesta R5 alimentata a GPL pilotata da Giandomenico Basso.

L’azienda di Cherasco, leader di settore nella produzione di impianti a gas e metano sia di primo equipaggiamento sia aftermarket, per promuovere il nuovo sistema LDI appositamente studiato per motori turbo a iniezione diretta ha deciso di sfidare direttamente sul campo delle competizioni ai massimi livelli, come il Campionato Italiano Rally, le vetture alimentate a benzina. Una sfida dettata dalla passione per le competizioni del titolare BRC, Mariano Costamagna, ma anche una coraggiosa e valida operazione di marketing per sdoganare definitivamente il messaggio che una vettura alimentata a GPL non ha nulla da invidiare alla sorella alimentata a benzina sia in termini di prestazioni che di sicurezza. Una “scommessa” vinta, nel vero senso della parola, già alla prima uscita al Rally del Ciocco.

Successo poi replicato da Giandomenico Basso nel Rally Italia-Sardegna, che ha collezionato anche due secondi e un terzo posto guadagnandosi l’attuale terza posizione in classifica generale. Che avrebbe potuto essere anche qualcosina in più senza il ritiro nel Rally di San Remo a seguito di una toccata. Ma anche così in casa BRC non possono che essere soddisfatti per avere già centrato un obbiettivo che alla vigilia appariva ai più un vero e proprio azzardo. Su questo sito vi avevamo già illustrato le particolarità tecniche che contraddistinguono la Fiesta R5 alimentata a GPL, sulle quali torneremo approfonditamente nel prossimo numero di Automobilismo, ora a poche ore dal 2° posto assoluto conquistato da Basso-Dotta al Rally del Friuli e a pochi giorni dalle due gare finali abbiamo potuto anche provare in esclusiva questa interessante vettura.

 
 

A tutto gas!

L’appuntamento è presso il kartodromo di Busca (CN). I ragazzi del team BRC nel giro di pochi minuti allestiscono l’area assistenza di tutto punto, proprio come fosse una gara del CIR. Questo, oltre a farci piacere, è sintomatico della professionalità della squadra, anche quando si tratta di far compiere qualche giro di pista a un giornalista. La “Bestia” è stata appena “strigliata” dalla galoppata friulana conclusa poco più di 24 ore prima.

Con l’ausilio della solita gomma piuma adattiamo la posizione di guida, dato che il sedile regolato per Basso è fisso, e per l’occasione avremo un navigatore d’eccezione: il campione veneto infatti, prende posto sul sedile di destra. Ufficialmente per gestire il cambio di mappatura e l’inserimento del “bang”, probabilmente perché come tutti i piloti geloso e preoccupato che possa maltrattare la sua “bella”. Scherzi a parte, la sua è una presenza rassicurante oltre che utile, sia perché non cercherà assolutamente di tenerci a freno, anzi, sia perché con l’impegno nella guida rischieremmo di combinare qualche casino con le procedure.

Dopo un paio di giri ad andatura tranquilla, con mappatura di trasferimento stradale, sia per conoscere il tracciato sia per prendere confidenza con la vettura, “Giando” ci avverte che inserirà la mappa da PS e il “bang”, il dispositivo che anche in rilascio tiene in pressione il turbo così da evitare il “turbo lag” (vi sono 3 diverse regolazioni). E’ il momento di cominciare a fare sul serio. Così la Fiesta è decisamente più aggressiva ma allo stesso tempo fluida nell’azione, in rilascio dove non si avvertono scompensi, e pronta in accelerazione. Il motore sale rapidamente di giri con i led che ci avvertono quando è il momento ideale per la cambiata, intorno ai 6.500 giri.

Il cambio Sadev sequenziale a 5 rapporti (corti, con un finale da 177 km/h) è rapido e dolce negli innesti, sia in salita di rapporto che in scalata pur senza utilizzare la frizione, e richiede molto meno sforzo rispetto ad altri cambi anche dello stesso costruttore provati su macchine da pista. Lo sterzo è preciso e con angolo di sterzata stretto, davvero ottimale in pista dove trasmette un perfetto feeling mentre a parere di Basso sullo sconnesso stradale può diventare troppo nervoso. Così come la taratura dell’assetto è ideale per assorbire le asperità del terreno, nell’occasione anche i passaggi sui cordoli pur non pronunciati, e consentire anche al pilota meno smaliziato il controllo della tendenza al sovrasterzo, in accelerazione nelle pieghe e in uscita di curva, senza particolari patemi.

Ottima anche la frenata, precisa e modulabile. In sintesi, grande divertimento con ampi margini di sicurezza anche quando si comincia a spingere. Poi, da qui ad andare forte su strada, probabilmente, è tutta un’altra storia. Ma se volete sapere se ho trovato differenze rispetto a una “normale” vettura a benzina vi rispondo come Giandomenico Basso: “se non l’avessi saputo prima non mi sarei accorto che la vettura era alimentata a GPL”. Per ulteriori dettagli vi rimando al numero di novembre di Automobilismo.

 

Il mondo di traverso

Quando parcheggio la Ford Fiesta Basso mi “riprende”: “ma non hai usato il freno a mano”. Accidenti, è vero! Ma l’estrazione pistaiola ha fatto si che mi dimenticassi completamente di questo accessorio che, nonostante la lunga leva dello stesso fosse a pochi centimetri da quella del cambio, normalmente non fa parte del mio “corredo” e del mio modo di interpretare la guida. Così ne approfitto per fare qualche giro ancora, provando a mettere in pratica una tecnica che benevolmente definirei… acerba.

Quasi a consolarmi Giandomenico, bontà sua, mi viene in soccorso dicendo che in effetti su questa macchina non è così semplice trovare la misura: cioè sentire quando la prima pompa stacca la trazione del ponte posteriore e quindi dosare la forza per far partire in spazzolata il posteriore di quanto si vuole. Salvo poi riprendersi il “suo” sedile e darci una dimostrazione di cosa questi funamboli sono capaci di fare con un volante e un freno a mano tra le mani. Differenza che potete tranquillamente notare guardando i due video con un mio giro… “pulito” e uno più “fantasioso” del campione trevigiano. Che però, essendo conosciuto come uno dei rallisti dalla guida più pulita, precisa che così non va bene per i tempi. Ma per la libidine si!        

 

INTERVISTE

*** Giandomenico Basso

Hai avuto dubbi quando ti hanno proposto questo programma?

“Effettivamente quando mi è stata proposta questa avventura qualche perplessità l’ho avuta. Ma già al primo assaggio l’impressione è stata positiva. Anzi di sorpresa, perché non mi aspettavo che una alimentazione a gas avesse queste prestazioni”.

Perciò hai avuto subito un’idea della competitività?

“In realtà non avevo nessun confronto con una vettura R5 a benzina, però l’esperienza con le S2000 e RRC mi ha fatto pensare che questa sfida ci potesse stare”.

Che differenze hai trovato?

“Nessuna. Se non sapessi che la vettura è alimentata a gas non me ne accorgerei. Infatti, i risultati stanno a dimostrare che il progetto è più che valido”.  

Ma una partenza così bruciante, con la vittoria al debutto te l’aspettavi?

“In base ai riferimenti avuti durante i test effettuati su alcuni percorsi che avevo già affrontato con altre macchine eravamo fiduciosi, però finchè non siamo arrivati in gara non sapevamo il livello dei nostri avversari. Però quando ho indossato il casco ho dimenticato ogni tattica e sono partito subito forte. Certo che quando abbiamo cominciato a vincere le prove siamo rimasti un po’ tutti sorpresi. Noi e gli altri”.

Per giunta siete stati subito davanti anche con una squadra nuova…

“E’ vero che è nuova, ma è composta da elementi molto esperti: sia gli ingegneri Rizzo e Calì che il direttore sportivo Palmitesta avevano già lavorato insieme in Abarth, quindi hanno saputo mettere insieme un gruppo che ha funzionato fin dalla prima gara. Inoltre in BRC le attività racing svolte soprattutto in pista da diversi anni e tuttora attive hanno permesso di avere a disposizione una struttura e dei tecnici organizzati e preparati. A questo va infine aggiunta l’eccezionale competenza e reattività degli ingegneri della ricerca e sviluppo BRC che ha permesso di avere una vettura così performante e affidabile in tempi molto ristretti”.

A completare il pacchetto vincente anche gli pneumatici Michelin, avevate provato anche altri pneumatici?

“No. Abbiamo sposato subito la causa Michelin e anche loro hanno creduto in questo progetto”.

Gli altri vi avevano forse preso sotto gamba?

“Forse si. E probabilmente questo ci ha un po’ aiutato all’inizio. Così come qualche problemino alla Peugeot, anch’essa al debutto, però credo che la vittoria ce la siamo meritata sul campo. siamo arrivati preparati e da pilota io un po’ ci credevo. C’era anche una pressione diversa. Però, credo che quello che ha fatto la differenza sia stato crederci fin dall’inizio ed essere partiti subito forte”

Terminato il fattore sorpresa com’è proseguita la stagione?

“Noi abbiamo sempre mantenuto i piedi per terra e continuato a lavorare, però anche gli altri come previsto hanno reagito e migliorato molto. In più ci si è messo anche qualche problema non dipeso da noi, come nell’ultimo rally (Friuli) con la valvola pop-off della Fia che ha fatto i capricci facendoci perdere il contatto con il primo nella prima giornata. Da qui a vincere ce ne corre ma sarebbe stata una sfida più agguerrita con la Peugeot. Per contro va detto che noi non abbiamo mai avuto problemi durante la stagione, anche in prove impegnative come quelle del mondiale in Sardegna”.

Dove andate meglio e dove, invece, soffrite?

“Fatichiamo nei tratti più guidati, soprattutto nei cambi di direzione repentini e in condizioni di asfalto viscido perché abbiamo un peso maggiore rispetto agli altri, a causa dell’impianto e del serbatoio dato che usiamo buona parte della componentistica stradale, e questo ci crea uno sbilanciamento del posteriore, soprattutto quando montiamo la seconda ruota di scorta. Perciò dobbiamo assettare la vettura tenendo presente un bilancio differente dei pesi e caricando più il posteriore si verifica anche una maggiore usura degli pneumatici e uno sforzo maggiore dei freni, soprattutto nei tratti in discesa”.  

Le caratteristiche delle ultime due gare si adattano alla vostra vettura?

“L’Adriatico è una gara abbastanza veloce, quindi differente rispetto alle due su terra già corse, infatti abbiamo in programma dei test per vedere come si comporta la vettura in queste condizioni. Mentre Verona è una gara nuova, però saremo a casa della Skoda. Comunque, essere qui a giocarci il titolo già ci gratifica, perché significa che tutto il gruppo ha fatto un buon lavoro e abbiamo raggiunto gli obbiettivi che ci eravamo prefissati: innanzitutto dimostrando che l’impianto di serie garantisce affidabilità e sicurezza, oltre che prestazioni, perché lottare alla pari con vetture a benzina credo sia un successo senza precedenti”.

Però la fame vien mangiando, perciò adesso è obbligatorio pensare anche al titolo, come vedi per la lotta al titolo?

“Sempre più dura. Stiamo cercando di spremere ancora qualcosa dalla vettura e ci prepareremo alle prossime due gare facendo dei test per provare delle soluzioni che ci possano dare qualcosa in più. Ma a questo punto non posso che pensare positivo”.

Chi vedi più pericoloso?

“Entrambi. Scandola conosce molto bene la Skoda S2000 che ormai è una vettura collaudata. Andreucci non ha bisogno di presentazioni, anche la Peugeot R5 è ancora da sviluppare bene, ma in futuro saranno queste le macchina vincenti”.

Cosa pensi  della nuova categoria R5, che rappresenterà il futuro nei rally nazionali?

“Credo sia una buona categoria, con un regolamento che tende a limitare i costi e una motorizzazione turbo 1.6 che è ormai generalizzata nel motorsport. Forse è discutibile la scelta del cambio a cinque rapporti, che non credo consenta un effettivo risparmio. L’importante è che la regolamentazione tecnica abbia continuità, così da assicurare un ammortamento degli investimenti. Comunque credo sia positivo, infatti sono già annunciati nuovi arrivi”.

Dopo alcuni anni dove la competizione è un po’ mancata il Tricolore rally sembra finalmente tornato ad essere combattuto, cosa ne pensi?

“Erano anni che non si vedeva un campionato così combattuto, con tre piloti in lizza per il titolo, tre marchi automobilistici e due costruttori di pneumatici diversi in competizione tra loro. Quindi, bello. E anche all’estero il CIR viene considerato un campionato di alto livello”.

 

*** Ingegnere Gabriele Rizzo    (Direttore Tecnico BRC Racing Team)

Dopo due terzi di stagione qual è il vostro quadro tecnico?

“Il nostro gap principale rimane quello del peso. Nell’approccio iniziale ne eravamo consapevoli, ma abbiamo reputato fosse un prezzo necessario per curare al meglio l’affidabilità. Durante l’anno abbiamo già fatto una evoluzione relativa al serbatoio, che ci ha consentito un miglioramento, ma patiamo sempre uno svantaggio rispetto agli altri e pur lavorandoci ancora non potremo mai annullare. Perciò in chiave 2015 sarà un argomento di discussione con la Federazione, per capire come possiamo compensare questo aspetto che rimane slegato dalle prestazioni motore ma che nella prestazione generale della vettura in prova speciale incidono”.

Nonostante questo gap siete lì a giocarvi il titolo…

“La strategia con cui abbiamo approcciato il campionato puntava su un certo effetto sorpresa e in parte ci siamo riusciti con la vittoria al Ciocco, anche a San Remo era quasi fatta ma è andata come è andata (ritiro per una toccata, ndr.). Ci aspettavamo che gli altri fossero in difficoltà all’inizio e poi sarebbero venuti fuori e così sta accadendo. Anche noi abbiamo un margine di miglioramento ma probabilmente arriveremo a un limite in cui senza un intervento radicale sugli aspetti regolamentari difficilmente potremmo colmare il divario completamente. D’altronde durante la stagione è difficile realizzare delle evoluzioni; ad ogni gara introduciamo piccole modifiche che però incidono per qualche centesimo a chilometro in prova speciale. L’analisi degli ultimi eventi ci dice che ci manca qualcosina per poter vincere le prossime due gare e conquistare un titolo che sarebbe qualcosa di straordinario. Comunque ci giocheremo il tutto per tutto”.

 

*** Gabriele Palmitesta (Team Manager BRC Racing Team)

Questo programma è partito come una scommessa ed è stata una bella sorpresa vedere le prestazioni fin da subito. Certo, siamo dei professionisti e facciamo questo lavoro da anni, quindi avevamo la sensazione di poter fare bene, però finchè non abbiamo visto il risultato delle prime PS avevamo sempre l’incognita di sapere a che livello si trovavano gli avversari. Perciò essere qui dopo sei gare a giocarci il titolo ci dà soddisfazione e la carica per vendere cara la pelle. Niente di più di quello che abbiamo fatto finora, perché l’approccio al campionato è stato molto professionale. La squadra è rodata, perché in BRC c’era una cultura e competenza di attività motorsport di diversi anni e inoltre molti di noi hanno lavorato insieme sotto un altro costruttore, quindi c’è un bel clima. La preparazione alle gare sia dal punto di vista tecnico che sportivo ritengo sia stata svolta in modo ottimale e pensiamo di approcciare l’ultima parte di stagione con la consapevolezza di un pacchetto che funziona. All’inizio dell’anno, probabilmente, anche un terzo posto finale e qualche bella soddisfazione sarebbe stata sufficiente, adesso l’obbiettivo è cercare di vincere le prossime due gare e il campionato. Da qui in avanti conterà molto anche lo scarto obbligatorio nel punteggio finale. Noi abbiamo già lo scarto di San Remo, quindi siamo a punteggio pieno ma da qui in avanti cominceranno a contare le vittorie. Probabilmente chi arriverà terzo alla prossima gara sarà già tagliato fuori”.

Con tre piloti racchiusi in pochi punti c’è il rischio, com’è avvenuto in alcune occasioni in passato, di polemiche?

“Da parte nostra no. Ce la giocheremo dal punto di vista sportivo fino alla fine. I due competitors sono agguerriti e ben attrezzati, perché essendo dei Costruttori dispongono di vetture molto performanti, di strutture che non lasciano nulla al caso e possono contare su budget importanti. L’aspetto che ci troviamo di fronte due Costruttori con un impegno ufficiale non va dimenticato, noi cerchiamo di fare allo stesso modo per ottenere il miglior risultato sportivo e di immagine possibile; BRC Gas Equipment ha creduto molto nel marketing di questa operazione”.                                               

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