Dal punto di vista della produzione hanno maggior rilievo le OT derivate dalla Fiat 850 Coupé, che debuttano il 9 settembre 1965 in due versioni, distinte dalle sigle OT 1000 e OTR 1000. La prima monta una nuova versione del classico monoalbero di 982 cc (sigla 202) nel corpo vettura della Fiat 850 Coupé, dalla quale si differenzia esteticamente per la fascia rossa sul muso e per la consueta dotazione di fregi e marchietti. Con la potenza di 62 CV, la OT 1000 Coupé raggiunge la velocità massima di 155 km/h e costa 1.160.000 lire. La OTR 1000 costa di più, 1.410.000 lire, ma offre la raffinatezza tecnica del motore (sigla 200), con l’alberino dello spinterogeno calettato direttamente sull’ingranaggio della distribuzione, il radiatore dell’olio e soprattutto l’inedita testa “radiale”, da cui la “R” nella sigla commerciale del modello.
Ora il pensiero corre al motore radiale con quattro valvole per cilindro disposte a raggiera che Ludwig Apfelbeck sperimenta in Germania dall’inizio degli anni Sessanta. Non è così, la testa Abarth ha due valvole per cilindro ed è più semplice, a partire dal nome che è preso dalla strada. Infatti, il termine radiale per i vecchi torinesi è sinonimo di tangenziale e chiamano così Corso Unità d’Italia, una moderna via a scorrimento veloce dove spesso i collaudatori della Casa provano le Abarth. La testa radiale è interamente progettata e costruita da Abarth senza alcuna affinità con quella della Fiat 850. Invece di essere parallele fra loro e allineate lungo l’asse longitudinale della testa, le valvole sono a “V” e disposte su assi perpendicolari. Inoltre la camera di scoppio è formata da due calotte semisferiche, delle quali la minore ospita la valvola d'aspirazione e la maggiore quella di scarico. L'ammissione della colonna gassosa avviene in condotti singoli, ognuno dei quali è alimentato da uno dei corpi dei due carburatori Solex C 32 PHH a doppio corpo. Ciò permette di migliorare il riempimento della camera di scoppio perché con l’alimentazione singola non vi sono le contro-pressioni che si creano nei condotti gemellati della testa originale.
MOTORE
Il motore della OTR 1000 sviluppa 74 CV a 6500 giri in versione stradale, per la quale il costruttore dichiara la velocità massima di 172 km/h. Carlo Abarth, parlando con i giornalisti, si dichiara molto soddisfatto perché ipotizza di avere raggiunto il rendimento di un motore bialbero con una notevole semplificazione costruttiva e non nasconde che nelle prove al banco un motore 1000 monoalbero da corsa, equipaggiato con la testa radiale, ha raggiunto la potenza di 95 CV. Dal punto di vista estetico la OTR 1000 si distingue dalla meno potente OT 1000 per il radiatore aggiuntivo anteriore protetto da un’aggressiva griglia con stemma Abarth. La vettura può essere resa ancora più aggressiva con i costosi optional che comprendono i cerchi in lega leggera Amadori & Campagnolo (23.500 lire ognuno) e il volante sportivo (vari modelli con corona in legno o in pelle da 17.000 lire a 22.000 lire).
Nel novembre 1965 al Salone di Torino debutta la OTR 1000 berlinetta, raccomandata dal carrozziere Nuccio Bertone, che mette a disposizione di Carlo Abarth una delle 850 CL con l’hard-top fisso, che realizza e commercializza per proprio conto sulla base della Fiat 850 Spider. La modifica estetica di maggior rilievo è la presa d’aria per il radiatore anteriore, che dona alla berlinetta con il motore radiale un aspetto del tutto particolare. Il fatto stesso che la vettura sia esposta nello stand di Bertone e non in quello della Abarth lascia intendere che si tratta di un esemplare unico o poco più; infatti, la berlinetta non ha seguito produttivo. Commercialmente parlando non si può dire che la OTR 1000 Coupé abbia maggior fortuna della berlina.
VENDITE
Le cause che frenano le vendite del modello sono il prezzo e la mancata omologazione per le competizioni: un handicap notevole nella tradizione delle Abarth, dove la linea di demarcazione fra l’impiego stradale e quello agonistico è sempre molto sottile. A questo bisogna aggiungere che la messa a punto della testa radiale si rivela lunga e laboriosa, perciò il motore così equipaggiato arriva effettivamente alla clientela solo nel 1970 con le Fiat Abarth 1000 Gruppo 2/’70, dopo la sperimentazione d’uso esclusivo sulle Fiat Abarth 1000 Gruppo 5 ufficiali del 1968 e del 1969. La generosità della OTR 1000 nel “donare” la testa radiale ai modelli da corsa trova riscontro nella generosità con la quale “dona” il radiatore anteriore prima al “mostro” OT 2000 America presentato nel febbraio 1966 con il motore “2 litri bialbero” da 180 CV e poi alla OT 1300/124, che debutta nel novembre 1966 con il motore della Fiat 124 portato a 1280 cc.
Tranne che per i cerchi larghi, l’aspetto della OT 1300/124 coincide con quello della OTR 1000 e coincide anche la potenza, ma il prezzo di listino è inferiore: 1.335.000 lire contro quello della OTR 1000 che intanto cresce a 1.535.000 lire. Le 200.000 lire in più per la stessa velocità massima diventano un altro motivo che allontana la clientela dalla OTR 1000, che in ogni modo continua a essere sempre generosa nel “donare” qualcosa alle altre OT su scocca Fiat 850 Coupé. La più fortunata della serie è la OTS 1000, che debutta nel listino ufficiale Abarth al prezzo di 1.295.000 lire con l’omologazione per le corse nella categoria GT ottenuta il 30 aprile 1966 (Fiche F.I.A n° 539, C.S.A.I HA 27). Scritte a parte, l’estetica della OTS è quella della OTR, invece la meccanica con la testa normale è più prossima a quella della OT 1000 Coupé, rispetto alla quale differisce per il modesto aumento della potenza da 62 CV a 68 CV e per un altrettanto modesto aumento della velocità massima.