di Mirko Rovida
14 October 2019

F1, Mercedes campione del mondo a Suzuka

A Suzuka le due Ferrari dominano le qualifiche ma Bottas vince il Gran Premio confermando la Mercedes campione del mondo costruttori per il sesto anno consecutivo.

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Le Ferrari dominano le qualifiche domenica mattina

Il tifone Hagibis che ha minacciato il Giappone nel fine settimana alla fine ha costretto gli organizzatori del Gran Premio a posticipare le qualifiche del sabato alla domenica mattina, qualche ora prima della gara. La Ferrari è stata la squadra che più ha migliorato dalle sessioni del venerdì e durante la ventosa mattinata domenicale ha centrato una convincente prima fila con Sebastian Vettel in pole position davanti al compagno Charles Leclerc. Le premesse per un’altra gara con le Rosse in veste di protagoniste c’erano tutte e l’obiettivo della Ferrari alla partenza era sicuramente quello di rimandare la festa ai rivali della Mercedes per il titolo costruttori. Eppure, come già avvenuto lo scorso Gran Premio in Russia, le cose per i ferraristi sono andate veramente storte nonostante la forma della SF90, fin da subito.

Le Rosse sprecano tutto in partenza

Bocciati in partenza sia Vettel che Leclerc. Il tedesco dalla pole è stato subito autore di un jump start a semafori ancora accesi, poi graziato dalle tolleranze dei sensori della FIA, che gli ha fatto perdere immediatamente la leadership del GP ai danni di Valtteri Bottas. Leclerc, invece, non ha anticipato la partenza come il compagno ma non è stato in grado di eseguire uno start ottimale. Superato dalla Mercedes di Bottas, il monegasco si è trovato affiancato da Max Verstappen in curva-1 e i due sono centrati in pieno rovinandosi la gara a vicenda. L’olandese si è poi ritirato, mentre Leclerc ha provato a rimontare fino a raggiungere la sesta posizione alla bandiera a scacchi. A seguito della decisione dei commissari di sanzionarlo con 15 secondi di penalità, però, il monegasco ha perso una posizione ai danni di Daniel Ricciardo, concludendo così il Gran Premio al settimo posto. La penalità inflitta al monegasco è il risultato di due diversi episodi: 5 secondi gli sono stati inflitti per la colpevolezza nel contatto con Verstappen, mentre gli altri 10 secondi per essere rimasto in pista con la vettura chiaramente danneggiata, mettendo a rischio l’incolumità degli avversari nelle vicinanze.

Mercedes campione per la sesta volta consecutiva

Chi ha saputo ancora una volta cogliere al meglio ogni occasione capitata a tiro è stata proprio la Mercedes. Non irresistibili in qualifica, le Frecce d’Argento hanno puntato tutto sul loro devastante passo gara. Ciò, però, non sarebbe probabilmente bastato a conquistare la gara, data l’enorme difficoltà per chiunque nel superare le velocissime Ferrari in rettilineo. Al team della Stella serviva un passo falso degli avversari e, non appena i due ferraristi lo hanno commesso, ne hanno subito approfittato. Bottas in partenza si è preso la prima posizione e l’ha mantenuta fino alla fine della corsa, mentre Hamilton ha disputato la gara su Vettel cercando in tutti i modi di conquistare un’insperata doppietta Mercedes. Doppietta che sarebbe stata più che alla portata dei tedeschi se questi avessero tenuto il campione del mondo in carica in pista con una strategia a un’unica sosta. All’interno del team, però, si è poi deciso di far rientrare ai box anche Hamilton per non “rubare” la vittoria a Bottas. Scelta che non ha pagato, perché l’inglesino, una volta rientrato in pista con la gomma Soft nel finale, ha facilmente riacciuffato Sebastian Vettel in seconda posizione senza però mai riuscire a sorpassare il ferrarista nonostante il passo decisamente migliore. Merito delle vertiginose velocità di punta raggiunte dalla Power Unit Ferrari e dall’abilità tattica del tedesco nel difendere con le unghie e con i denti la propria posizione, anche grazie alle scie e al DRS ottenuti grazie ai doppiati. Bottas, Vettel, Hamilton; così si è composto il podio a fine gara, e ciò è bastato alla Mercedes per conquistare di forza il sesto titolo mondiale costruttori consecutivo, eguagliando il precedente record della Ferrari del duo Todt-Schumacher, con ben quattro Gran Premi di anticipo.

Red Bull Honda delude il Giappone

I veri sconfitti del weekend di Suzuka, però, sono stati quelli della Red Bull Honda. Per fare una bella figura sul tracciato di casa, i motoristi nipponici avevano programmato di mettere in pista a Suzuka una Power Unit altamente prestazionale che avrebbe dovuto portare la RB15 quantomeno sul podio. Così non è stato e, dopo aver preso una batosta dai rivali in qualifica, anche in gara i due torelli non hanno convinto portandosi a casa un magro bottino di appena 12 punti grazie esclusivamente al quarto posto ottenuto da Alexander Albon, che ha battagliato più con le McLaren che con Ferrari e Mercedes.

Mirko Rovida

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