F1, Hamilton vince in Ungheria davanti alle due Ferrari

Hamilton domina le qualifiche sul bagnato e si costruisce un’insperata vittoria in terra ungherese. Niente da fare per le Ferrari che devono accontentarsi del secondo e terzo posto.
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Qualifiche cruciali il sabato

Il Gran Premio d’Ungheria corso a Budapest è stato il primo della stagione a essere condizionato da qualifiche bagnate. Questa condizione è stata cruciale per decidere le sorti della corsa perché ha messo le due Mercedes nella condizione di condurre la gara, dettando il passo davanti alle Ferrari. Merito della guida ancora una volta sublime di Lewis Hamilton sul bagnato e di una Rossa non del tutto impeccabile in condizioni di pioggia. Tuttavia, rispetto alla prestazione mostrata dalla Ferrari l’anno scorso a Monza nelle stesse condizioni, risulta un netto, incoraggiante miglioramento tra il comportamento della SF71-H e la vecchia SF70-H.

La Mercedes sacrifica Bottas

L’insperata prima fila tutta d’argento ha messo la Mercedes nella posizione di poter amministrare la gara su un tracciato dove è molto difficile superare. La Ferrari, in condizioni di asciutto come quelle di domenica, ha dimostrato di essere la vettura più competitiva del Circus ma gli uomini di Brackley sono stati abilissimi nel disegnare una strategia perfetta per limitare il ritorno della Rossa. A pagarne maggiormente le conseguenze è stato purtroppo Valtteri Bottas. Sacrificato con la sosta anticipata e sacrificato, ancora, quando è dovuto rimanere fuori dai box per limitare l’avanzata delle due Ferrari. La sua frustrazione e le condizioni delle sue gomme, in fin di vita al termine della gara per via del suo sacrificio, sono sfociate in due contatti; uno con Sebastian Vettel, senza conseguenze, e uno con Daniel Ricciardo che gli è costato 10 secondi di penalità e 2 punti sulla superlicenza della FIA. A fine gara c’è delusione sul volto del finlandese che si deve accontentare di un quinto posto, ma che non può prendersela con il team, perché all’Hungaroring la Mercedes ha guadagnato 3 punti nella classifica costruttori ai danni della Ferrari su un tracciato sulla carta nettamente favorevole agli uomini di Maranello.

Vettel e Raikkonen salgono sul podio

Nonostante gli affanni dei due piloti, nonostante le strategie diverse e non perfette e nonostante il doppio, pesantissimo, errore durante la sosta ai box, la Ferrari è riuscita a portare entrambi i piloti sul podio. Certo, l’obiettivo dopo il sabato mattina era sicuramente quello di conquistare una doppietta, ma per il come si sono evolute le cose dalle qualifiche in poi, sembra che le due Rosse abbiano raggiunto il massimo traguardo possibile. Rimane soltanto il rammarico di non esser riusciti a far uscire Vettel davanti a Bottas durante la prima sosta, ma l’impressione è che nemmeno in quel caso il tedesco sarebbe riuscito a vincere la gara. Ora Lewis Hamilton si trova in un momento di grazia totale, e i 24 punti di vantaggio in classifica su Sebastian Vettel rispecchiano pienamente lo stato di forma dei due nelle ultime gare. Ora occhi puntati alle vacanze estive, ma senza troppe distrazioni, perché le ultime due tappe europee, SPA e Monza, saranno fondamentali per il finale di questo entusiasmante Campionato.

Super rimpianto Red Bull

Sulla carta le due Red Bull avrebbero dovuto decidere le sorti del GP ungherese, ma nei fatti i due torelli sono invece tornati a casa con molti rimpianti. Su tutti Max Verstappen, vittima dell’ennesimo cedimento della MGU-K sulla propria RB14 motorizzata Renault. L’olandese poteva dire la sua a Budapest, soprattutto perché la Red Bull nel passo gara non avrebbe potuto ambire alla vittoria ma avrebbe comunque potuto dare fastidio agli inseguitori. Eppure, non nascondendo il rammarico, Verstappen ha dovuto parcheggiare la sua monoposto a bordo pista. Daniel Ricciardo può ritenersi, invece, più soddisfatto rispetto al compagno di squadra. Perché dopo una bellissima rimonta conclusasi in quarta posizione davanti a una Mercedes, l’australiano porta a casa punti pesanti oltre al giro veloce in gara. Certo, rimane il rimpianto per la qualifica disastrosa. Se non fosse partito dalla dodicesima casella, chissà, magari ora staremmo raccontando un’altra gara.

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