di Mirko Rovida
29 April 2019

F1, a Baku splendono Bottas e la Mercedes

In Azerbaijan la Mercedes non sbaglia nulla e Valtteri Bottas si conferma pretendente al titolo vincendo di forza davanti a Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. La Ferrari, invece, si dimostra ancora acerba.
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Mercedes Stellare

Con la doppietta conquistata da Valtteri Bottas e Lewis Hamilton in Azerbaijan la Mercedes diventa il primo team nella storia della Formula 1 a centrare il bottino pieno per quattro Gran Premi consecutivi. Gli uomini della Stella hanno condotto un weekend impeccabile ancora una volta, a partire dalla doppietta del sabato fino ad arrivare a quella della domenica. In gara non c’è mai stata storia; Sebastian Vettel con la sua Ferrari ci ha provato ma non è mai riuscito a impensierire le due Frecce d’Argento nonostante avesse un passo simile ai rivali. La lotta per la vittoria si è dunque limitata allo scontro interno tra i due compagni e alla bandiera a scacchi è stato Bottas a prevalere dopo aver condotto una gara encomiabile tenendo a bada la pressione del campione del mondo per tutti i giri del Gran Premio. Il finlandese è così tornato leader del Campionato grazie al giro veloce ottenuto in Australia.

Ferrari come un cubo di Rubik

Certo, senza l’incidente di Charles Leclerc in qualifica le cose sarebbero andate diversamente, ma le dichiarazioni di Sebastian Vettel a fine gara rendono chiara la situazione attuale della Ferrari: “la nostra vettura è come un cubo di Rubik, soltanto più grande, dove ogni cosa dev’essere sempre al posto giusto”. Probabilmente con le sue parole il tedesco è riuscito a spiegare meglio di chiunque altro quali sono i problemi della SF90. Con tutto in ordine, la Ferrari è una vettura devastante ma al primo minimo errore, che sia del pilota o del setup o del muretto box, la prestazione scompare nel nulla. Per la gioia delle Frecce d’Argento. A Baku non si è vista una Ferrari inferiore alle Mercedes ma, a differenza dei rivali, le Rosse ancora faticano a trovare la perfezione che la Stella invece rasenta a ogni weekend. Abitudine a vincere da parte dei tedeschi? Possibile, ma senza la perfezione da parte anche del Cavallino la lotta al titolo già da Baku in poi diventerà con tutta probabilità una scalata impossibile.

La Red Bull c’è

C’era molta attesa per l’arrivo della nuova evoluzione delle Power Unit Honda ed essa sembra aver ripagato le aspettative dei piloti della Red Bulla e della Toro Rosso. In Azerbaijan i motorizzati Honda hanno ricevuto un incremento di prestazione nella propulsione delle proprie vetture che ha permesso loro di segnare le velocità di punta più elevate durante le qualifiche del sabato. Purtroppo, sembra che il prezzo da pagare per i cavalli in più sia stata inevitabilmente l’affidabilità, che ha costretto Pierre Gasly ad abbandonare quella che si stava rivelando la sua miglior gara della stagione. Verstappen, dal canto suo, ha comunque concluso il GP al quarto posto tra le due Ferrari e sicuramente può ritenersi soddisfatto di come si sia comportata la RB14 e il suo nuovo motore tra i muretti azeri. La strada intrapresa dai nipponici per colmare il gap prestazionale, al momento, sembra che sia proprio quella giusta. L’affidabilità, invece, verrà col tempo.

Baku ancora inadatta alla Formula 1

Il quarto appuntamento sul tracciato azero ha mostrato ancora una volta i limiti degli organizzatori nel gestire un evento di tale portata. Quest’anno per la prima volta ci si è affidati a steward locali evitando così di lasciare ogni responsabilità agli uomini di esperienza presi in prestito dal vicino Bahrain. La scelta non ha pagato come ci si aspettava e a farne maggiormente le spese è stata proprio la Formula 1 che ha visto un’intera sessione di prove libere venire cancellata dopo uno spiacevole inconveniente occorso tra la Williams di George Russell e un tombino del tracciato. Durante la corsa fortunatamente non c’è stato mai bisogno dell’intervento dei commissari di pista e ciò è stato un sollievo anche vista la lentezza delle operazioni a bordo pista che hanno invece condizionato enormemente le corse della Formula 2.
Mirko Rovida

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