11 August 2014

Epoca, le finte storiche

Tutte le auto “vecchie” hanno dignità di storiche, dice l’ASI Verissimo. Peccato però che non tutti i loro possessori siano appassionati di auto....

Epoca, le finte storiche

Al compimento del ventesimo anno di età, tutte le auto possono diventare storiche. E’ sufficiente scattare alcune foto, presentare domanda di iscrizione dell’auto all’ASI tramite un club federato e, con un versamento di 250 – 300 euro a seconda del club scelto, si ottiene l’iscrizione. Che poi va rinnovata ogni anno, a un costo complessivo di 100 – 150 euro a seconda del club. E che dà diritto al passaggio di proprietà ridotto, all’esenzione dal pagamento della tassa di possesso sostituita da una tassa quasi simbolica e all’assicurazione agevolata. Una Fiat Uno paga quindi, ogni anno, al massimo 30 euro di tassa di possesso, dai 150 ai 250 euro di assicurazione più l’iscrizione all’ASI e al club federato. Totale: dai 300 ai 400 euro, tutto compreso.

Per una Fiat Panda di dieci anni, non soggetta quindi ai benefici, la cifra va perlomeno raddoppiata. Ma, va detto, permette di viaggiare comunque su una vettura più affidabile e che, sempre con il benefi cio di inventario, richiederà minori costi di manutenzione.

I vantaggi crescono con cilindrata e potenza: una sportiva 3 litri e oltre 200 Cv paga ogni anno circa 500 euro di bollo più l’assicurazione, diffi cilmente inferiore ai 1.000 euro. Con l’ASI il costo diventa allineato a quello della Fiat Uno menzionata più sopra. Anche qui, però vanno considerati i limiti di utilizzo quotidiano di tali vetture. Chi invece sceglie una grossa berlina attratto solo dai benefi ci fi scali travisa sicuramente il senso dei provvedimenti. Questo perché nel 2000 l’ASI era stato incaricato di redigere un elenco di vetture di interesse storico, alle quali applicare i benefi ci fi scali. L’ASI non ha mai definito questa lista, adottando la posizione che tutte le vetture hanno la loro “dignità” storica legata anche a aspetti industriali, tecnici e di costume.

Suffragata poi anche dal Codice della Strada del 2009, che defi nisce i veicoli di interesse storico. Questo ha portato da una parte alla crescita degli iscritti, ma dall’altra ha favorito fenomeni di “abusivismo” legati a tali vantaggi. E infatti l’ASI ha visto aumentare in poco più di dieci anni i suoi iscritti da qualche migliaio a quasi 200.000. Il rischio per i veri appassionati è che i benefi ci vengano ridotti o tolti del tutto, limitandoli alle sole ultratrentennali. Il che penalizzerebbe ancora una volta la passione e l’interesse di quei pochi che ancora credono all’automobile non solo come mero mezzo di trasporto.

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