Educazione stradale: insegnamento a scuola rimandato di un anno

Per la sua introduzione all’interno del programma scolastico bisognerà attendere almeno l’anno accademico 2020-2021.

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Siamo alle solite

Come al solito in Italia la lungaggine e i ritardi burocratici non fanno altro che creare sempre maggiori danni. Questa volta a farne le spese è stato l’insegnamento dell’educazione stradale nelle scuole che, a causa della pubblicazione tardiva sulla Gazzetta ufficiale della legge che ne avrebbe dovuto ripristinare l’insegnamento scolastico, non vedrà il suo insegnamento in aula nemmeno il prossimo anno scolastico ma si dovrà attendere per lo meno l’anno successivo (2020-2021).

Una lunga storia

L’ennesimo rinvio di una riforma che trova radici lontane cioè è ben dal 1992, quando entrò in vigore la versione più recente del Codice della strada, che si parla di questo argomento e si cerca di introdurre nelle scuole anche l’insegnamento dell’educazione stradale come capitolo importante dell’educazione civica. Educazione stradale che non coinvolge solamente coloro i quali guidano un mezzo a motore, sia esso a due o quattro ruote, ma tutti coloro i quali si trovano ad utilizzare una strada, pedoni e ciclisti compresi.

Staremo a vedere

Sempre di senso civico, infatti, si tratta e l’insegnamento dell’educazione stradale dovrebbe servire a insegnare tanto agli adulti quanto ai bambini su come ci si deve comportare in strada, il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura, il buon senso nell’utilizzo di un mezzo a motore e la pacifica convivenza tra tutti i soggetti che affollano le nostre strade. La legge 20 agosto 2019 per ora prevede già un minimo di 33 ore annue dedicate all’educazione civica ma per poter diventare effettiva necessita di un decreto del ministero dell’Istruzione che definisca le linee guida dell’insegnamento e stabilisca gli obbiettivi di apprendimento.

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