Sebbene la Dodge Challenger sia arrivata, cronologicamente parlando, per ultima nella graduatoria delle pony car costruite dalle Big Three di Detroit, Mustang e Camaro sono le altre due, portò qualcosa in più rispetto alle rivali. Parliamo della più ampia gamma di motori mai offerta per una coupé di questo tipo dal piccolo ma affidabile 225-cubic-inch “Slant Six” al potente "Elephant Motor” , il 426 HEMI®. Fu realizzata solo in 5 Model Year, prima del remake moderno del 2008, ma la Dodge Challenger si è guadagnata di diritto un posto tra le “baby” muscle car americane più richieste e conosciute.
1970
La Dodge Challenger fece il suo debutto nell' autunno del 1969 come MY 1970. Nasceva sulla medesima piattaforma Chrysler "E-body” impiegata per la terza generazione Plymouth Barracuda; il passo della Dodge Challenger era però più lungo di 2 pollici (2,794 mm), il che aveva permesso di ricavare un abitacolo leggermente più spazioso. L’ aria condizionata, così come lo sbrinatore per il lunotto posteriore erano optional. Carl Cameron, ne disegnò la linea, dopo aver dato vita, nel 1966 a un altro modello storico Dodge, la Charger. La Dodge Challenger era una due porte inizialmente proposta in veste coupé o convertible, negli allestimenti base, SE (Special Edition), R/T (Road/Track) e T/A (Trans-Am). Ma era soprattutto l’ ampia scelta di motori offerta a colpire maggiormente:
-225-cubic-inch I-6; 145 cv
-318-cubic-inch V-8; 230 cv
-340-cubic-inch V-8; 275 cv (290 cv sulla T/A)
- 383-cubic-inch V-8; 290 cv
- 383-cubic-inch V-8; 330 cv
- 383-cubic-inch V-8; 335 cv
- 426-cubic-inch HEMI V-8; 425 cv
- 440-cubic-inch V-8; 375 cv
- 440-cubic-inch V-8; 390 cv
I motori erano abbinabili o a un cambio TorqueFlite automatico Chrysler, o un manuale a 3 o 4 rapporti con una leva del cambio Hurst “pistol-grip”. I big-block della Challenger potevano essere ordinati anche con un differenziale meccanico Dana 60. Anche la scelta di colori sembrava voler dire un ‘unica cosa: performance. Un esempio? Le sgargianti tinte come Plum Crazy e HEMI Orange, con “bumblebee” stripes. I clienti potevano customizzare oltre il proprio modello grazie a un ‘ampia scelta di air scoop per il cofano, spoiler posteriori o ulteriori upgrade meccanici.
TRANS-AM
Per tener fede alla tradizione sportiva del marchio, la nuova Challenger fu subito gettata nella mischia e già nel primo anno partecipò a numerose competizioni. La versione stradale del modello sportivo era offerta in serie limitata “T/A” per raggiungere il numero legale di omologazioni richieste dal Sports Car Club of America (SCCA) Trans-Am racing.
La T/A fu uno dei primi modelli di produzione a montare di serie oltreoceano pneumatici differenti sui due assi : E60 x 15” all’anteriore e G60 x 15” al posteriore. Nel 1970, Sam Posey partecipò alla Trans-Am con una Challenger preparata dal Ray Caldwell’s Autodynamics Race Shop. Anche se la sua vettura No. 77 non vinse la gara, Posey finì quarto nella classifica finale complessiva. Anche Drag racers come Dick Landy e Ted Spehar gareggiarono con delle Challengers nella nuova new Pro Stock class della National Hot Rod Association.
Nel biennio 1970 e 1971 le Challengers HEMI e le Plymouth ‘Cudas dominarono le proprie classi. Anche al cinema una 1970 Challenger R/T fece la sua comparsa nel film Vanishing Point, una pellicola che divenne ben preso un vero e proprio cult movie per gli appassionati di muscle-car. Altre 1970 Dodge Challenger furono impiegate in film quali “Used Cars” “Natural Born Killers” e Phantasm I e II. Il MY 1970 fu venduto in USA in poco più di 83.000 unità.
Nel 1971 ...