12 December 2015

Dodge Challenger (1970), la storia

Si è guadagnata di diritto un posto tra le “baby” muscle car americane più richieste e conosciute. E tutto questo malgrado sia arrivata dopo le altre due pony car costruite dalle Big Three di Detroit....(70 immagini)

MOTORI

Sebbene la Dodge Challenger sia arrivata, cronologicamente parlando, per ultima nella graduatoria delle pony car costruite dalle Big Three di Detroit, Mustang e Camaro sono le altre due, portò qualcosa in più rispetto alle rivali. Parliamo della più ampia gamma di motori mai offerta per una coupé di questo tipo dal piccolo ma affidabile 225-cubic-inch “Slant Six” al potente "Elephant Motor” , il 426 HEMI®. Fu realizzata solo in 5 Model Year, prima del remake moderno del 2008, ma la Dodge Challenger si è guadagnata di diritto un posto tra le “baby” muscle car americane più richieste e conosciute.

1970
La Dodge Challenger fece il suo debutto nell' autunno del 1969 come MY 1970. Nasceva sulla medesima piattaforma Chrysler "E-body” impiegata per la terza generazione Plymouth Barracuda; il passo della Dodge Challenger era però più lungo di 2 pollici (2,794 mm), il che aveva permesso di ricavare un abitacolo leggermente più spazioso. L’ aria condizionata, così come lo sbrinatore per il lunotto posteriore erano optional. Carl Cameron, ne disegnò la linea, dopo aver dato vita, nel 1966 a un altro modello storico Dodge, la Charger. La Dodge Challenger era una due porte inizialmente proposta in veste coupé o convertible, negli allestimenti base, SE (Special Edition), R/T (Road/Track) e T/A (Trans-Am). Ma era soprattutto l’ ampia scelta di motori offerta a colpire maggiormente:

-225-cubic-inch I-6; 145 cv

-318-cubic-inch V-8; 230 cv

-340-cubic-inch V-8; 275 cv (290 cv sulla T/A)

- 383-cubic-inch V-8; 290 cv

- 383-cubic-inch V-8; 330 cv

- 383-cubic-inch V-8; 335 cv

- 426-cubic-inch HEMI V-8; 425 cv

- 440-cubic-inch V-8; 375 cv

- 440-cubic-inch V-8; 390 cv

I motori erano abbinabili o a un cambio TorqueFlite automatico Chrysler, o un manuale a 3 o 4 rapporti con una leva del cambio Hurst “pistol-grip”. I big-block della Challenger potevano essere ordinati anche con un differenziale meccanico Dana 60. Anche la scelta di colori sembrava voler dire un ‘unica cosa: performance. Un esempio? Le sgargianti tinte come Plum Crazy e HEMI Orange, con “bumblebee” stripes. I clienti potevano customizzare oltre il proprio modello grazie a un ‘ampia scelta di air scoop per il cofano, spoiler posteriori o ulteriori upgrade meccanici.

TRANS-AM
Per tener fede alla tradizione sportiva del marchio, la nuova Challenger fu subito gettata nella mischia e già nel primo anno partecipò a numerose competizioni. La versione stradale del modello sportivo era offerta in serie limitata “T/A” per raggiungere il numero legale di omologazioni richieste dal Sports Car Club of America (SCCA) Trans-Am racing.

La T/A fu uno dei primi modelli di produzione a montare di serie oltreoceano pneumatici differenti sui due assi : E60 x 15” all’anteriore e G60 x 15” al posteriore. Nel 1970, Sam Posey partecipò alla Trans-Am con una Challenger preparata dal Ray Caldwell’s Autodynamics Race Shop. Anche se la sua vettura No. 77 non vinse la gara, Posey finì quarto nella classifica finale complessiva. Anche Drag racers come Dick Landy e Ted Spehar gareggiarono con delle Challengers nella nuova new Pro Stock class della National Hot Rod Association.

Nel biennio 1970 e 1971 le Challengers HEMI e le Plymouth ‘Cudas dominarono le proprie classi. Anche al cinema una 1970 Challenger R/T fece la sua comparsa nel film Vanishing Point, una pellicola che divenne ben preso un vero e proprio cult movie per gli appassionati di muscle-car. Altre 1970 Dodge Challenger furono impiegate in film quali “Used Cars” “Natural Born Killers” e Phantasm I e II. Il MY 1970 fu venduto in USA in poco più di 83.000 unità.

Nel 1971 ...

1971-2008

Nel 1971, i designer apportarono lievi modifiche alla linea della Dodge Challenger, con modifiche davvero minime come nuove luci targa e una griglia frontale differente, in grigio per tutte le varianti nera di serie per la R/T. Sempre la Challenger R/T ricevette feritoie laterali in vetroresina. A listino restava una scelta davvero ampia di accessori. Nel 1971, Dodge decise di fermare la produzione della T/A , che per inciso non correva più nella Trans-Am, della SE e della R/T convertible.

Nuove normative per le emissioni volute dall’ EPA resero necessarie alcune modifiche alla gamma motori il 440 da 375 cv fu eliminato come il Six Pack 340. IL 383 Magnum invece fu depotenziato a 300 cv abbassando il rapporto di compressione per ridurre le emissioni. Ad ogni modo, restava in produzione il six-pack 440 V8 da 400 cv , appena sotto il 426 HEMI da 425 cv che rappresentava il top di gamma. Una Dodge Challenger fu impiegata come pace car alla Indianapolis 500 nel 1971 e furono assemblate 50 Challenger convertible pace car “replica” in tinta HEMI Orange.

1972
Con le polizze assicurative sempre più care, le nuove normative EPA per la riduzione delle emissioni, la Dodge Challenger nel 1972 vide la propria gamma di motori ulteriormente assottigliarsi. Non solo, le potenze furono tutte riviste secondo le nuove regole della SAE (Society of Automotive Engineers) , con una riduzione media della potenza effettiva di tutte le unità nell’ ordine del 20/30%. Così nel 1971 restavano solo tre motori tra cui scegliere: il 225 Slant Six da 110 cv , il 318 V8 da 150 cv e il 340 V8 da 240 cv, tutti alimentati con la nuova benzina senza piombo. Con le varianti “convertible” sempre meno richieste dal mercato, Dodge decise di offrire la 1972 Dodge Challenger solo in veste “hardtop”. Il tetto apribile divenne un optional sempre più richiesto con un sovraprezzo, accettabile, di 400 dollari. Anche la griglia frontale fu nuovamente modificata, in argento per le standard Challenger e black sulla Challenger Rallye , che sostituì la R/T. Le luci targa erano ora due, con il pannello centrale posteriore della stessa tinta della griglia anteriore.

1970 Challenger T/A

1973
Agli inizi del 1973, il governo federale impose nuovi paraurti per gli urti frontali che rappresentarono le uniche modifiche estetiche di fatto allal 1973 Dodge Challenger. All’interno la Rallye ricevette un nuovo design della strumentazione. Sotto il cofano, invece , il sei cilindri non fu più disponibile, mentre il 318 V8 da 160 cv divenne standard, con optional una seconda variante 340 V8 da 240 cv.

1974
Con le tasse di assicurazione per le auto ad alte prestazioni ormai alle stelle, le uniche modifiche al MY 1974 riguardarono la sicurezza, con una dotazione più ricca. All'interno, le cinture furono infatti dotate di un avvolgitore automatico. Inoltre, vi era un nuovo dispositivo di blocco della cintura di sicurezza se non era allacciata al momento dell’ accensione, sempre voluto dal governo federale. Impediva di fatto che la macchina potesse essere avviata se non dopo che il conducente e il passeggero si fossero allacciati. Per quanto riguarda i motori, il V8 da 318 rimase a listino, ma un nuovo 360 V8 da 245 cv sostituì il 340 V8 . Nel mese di aprile del lontano 1974 la produzione della Challenger cessò. In un arco di cinque anni, circa 188.600 Dodge Challenger uscirono dalla linea di assemblaggio.

1978-1984
Agli inizi del 1978 Dodge offri una nuova Challenger a due porte coupé importata da Mitsubishi. Era equipaggiata con 1.6 benzina da 77cv a 4 cilindri e un 2.6 da 105 cv ,sempre a 4 cilindri. Sottoposta a lieve restyling nel 1981, la Dodge Challenger restò in produzione fino al 1984.

2006
Per il modello la rinascita è datata 2006, quando al North American International Auto Show a Detroit, in gennaio, la Casa americana svela la Dodge Challenger Concept che incontra subito i favori del pubblico grazie al suo stile retrò e sportivo. Nasceva sulla piattaforma Dodge per trazioni posteriori LX ed era equipaggiata con il leggendario HEMI V8. La linea con il cofano lungo, gli sbalzi corti, i tratti squadrati, le ampie carreggiate era un chiaro omaggio alla iconica Challenger degli anni 70. Il resto è, quasi , storia moderna. La 2008 Dodge Challenger SRT8® nella sua veste definitiva fu infatti svelata al Chicago Auto Show.

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