Distributori di carburante: occhio alle truffe

Secondo la Guardia di Finanza tra quelli analizzati un distributore su cinque non sarebbe a norma e le irregolarità sarebbero di varia natura.
Non è certamente una novità ma ogni volta che un’indagine ufficiale di questo tipo porta alla luce la verità e i reali numeri delle strutture coinvolte non può che scaturirne un vero e proprio scandalo. Anche quest’anno, come tutti gli anni, la Guardia di Finanza ha condotto un controllo a tappeto su numerose stazioni di servizio per il rifornimento. L’indagine rientra nel quadro del Piano straordinario di controlli estivi 2018 in vista delle partenze degli italiani per le tanto desiderate vacanze. Ciò che emerge da questa indagine ha dell’incredibile: su 1.379 impianti di distribuzione controllati sull’intero territorio nazionale, ben 330 di questi si sono dimostrati non a norma per qualche motivo.

I furbetti del quartiere

Niente in Italia non ce la facciamo proprio a fare le cose secondo le regole, non riusciamo proprio a non fregare il prossimo e a non far valere la legge “morte tua vita mia”. Le irregolarità riguarderebbero la truffa nell’erogazione con la pompa che eroga meno carburante di quanto mostrato sul display oppure con la stessa che adotta un prezzo al litro maggiore di quello mostrato dal display. Un escamotage reso possibile solamente con la manomissione della pompa stessa e quindi con la piena complicità dei tecnici addetti alla manutenzione. Un’altra irregolarità riguarderebbe quei distributori furbetti che allungherebbero il carburante, presente nelle loro cisterne, con oli esausti o persino comune acqua. Usanza molto pericolosa per la salute del nostro motore. O ancora quelli che, pur di guadagnare quanto più possibile, acquisterebbero il carburante da mercati illegali, riuscendo quindi a evitare le normali tasse. Insomma qualunque sia la frode, a pagare è sempre l'automobilista.

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