Daimler: la crisi mette a rischio altri 15.000 posti di lavoro

Con l’intento di abbattere costi e spese non necessarie, resosi necessario in questo periodo di crisi e transizione verso la mobilità elettrica, il Colosso tedesco mette alla berlina altri 15.000 lavoratori.

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Non c’è niente da fare, quando c’è da far quadrare i numeri di bilancio le multinazionali come la Daimler non guardano in faccia a nessuno. Se poi il periodo è pure di forte crisi, il futuro è incerto e le politiche ambientali costringono i costruttori a investire ingenti somme nella transizione verso la mobilità elettrica, capite bene come l’unica strada sia purtroppo quella di abbattimento dei costi e delle spese non necessarie. Riduzione e contenimento delle uscite che sempre più spesso va a braccetto con il numero di lavoratori impiegati all’interno di questi colossi o multinazionali. Stando, infatti, a quanto riportato dal quotidiano Handelsblatt, la Daimler potrebbe presto tagliare fino a 15.000 posti di lavoro. Una vera e propria “carneficina” che va ben oltre i già 10.000 posti di lavoro che solo lo scorso novembre 2019 erano stati annunciati come in bilico. La manovra porterebbe in questo modo il colosso tedesco a ridurre il costo del personale di circa 1,4 miliardi di euro entro il 2022. A questo poi Daimler affiancherà anche una riduzione degli investimenti in progetti che non hanno a che fare con il core business dell’azienda come, per esempio, la produzione di determinati modelli di nicchia o poco fruttiferi. Aspetto negativo rimane però che buona parte di queste risorse vengono sempre più spesso recuperate esclusivamente a scapito degli stessi lavoratori.

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