Le forti restrizioni alla mobilità, introdotte per cercare di contenere quanto più possibile il diffondersi del contagio da Coronavirus, hanno portato in questi giorni a una netta riduzione del traffico urbano ed extraurbano e allo stesso tempo alla stop temporaneo di molte delle attività industriali. Questi due fattori non potevano che generare tra le tante conseguenze negative una conseguenza comune e positiva che si traduce in una apprezzabile riduzione delle emissioni nocive nell’aria che noi tutti respiriamo (precisiamo che a scendere sono stati l’anidride carbonica CO2 e gli ossidi di azoto NOx ma non il particolato PM e le polveri sottili). A parte questa precisazione su quali siano le sostanze nocive o climalteranti a essere diminuite o meno e su quali siano i fattori che maggiormente abbiano influenzato questa riduzione o su quali tra questi fattori possano essere giustamente ritenuti come i maggiori produttori di sostanze nocive e inquinati, ciò che è certo è che seppur in minima parte o in misura parziale l’aria delle nostre città sembra essere migliorata. Ora però che tutti festeggiano a questo miglioramento sarebbe bene di ripensare un attimo alle normative sulle emissioni, impostate dall’Unione Europea, che ad oggi tutte le Case automobilistiche devono rispettare.