Poco dopo, un ragazzo che a tempo perso vende ricambi e rarità nei mercatini, trovò una coppa dell’olio in elektron e alcuni altri pezzi di un’Alfa Romeo TZ in una piccola officina sperduta nelle campagne di Parma. I pezzi erano come nuovi e il ragazzo, che è un tipo sveglio, capì che sotto c’era qualcosa. Infatti, nella Giulia TZ il motore è montato inclinato e ha bisogno di una coppa particolare, in altre parole con una parete più alta dell’altra. Nella Aguzzoli il motore era dritto: ecco da dove poteva venire quella coppa probabilmente scartata in favore di una coppa da Giulia GTV.
Lo stesso ragionamento si poteva applicare ad altri pezzi. Il ragazzo pose quindi alcune domande mirate sull’origine dei pezzi. A queste il proprietario dell’officina rispose chiudendosi in un imbarazzato mutismo. Dimostrazione evidente che sapeva qualcosa, ma non poteva parlare. Prima di lasciare l’officina, il ragazzo pagò quanto richiesto per i pezzi e fece intendere al meccanico che, qualora si fosse trovata la Condor, l’avrebbe pagata senza battere ciglio.
Intanto Luigi Bertocco aveva lasciato la vita terrena. In una seconda visita al meccanico di campagna le domande del ragazzo sveglio trovarono più considerazione e, per farla breve, riuscì a combinare un appuntamento con Sergio Aguzzoli. Capì che a lui, anche se non ne aveva bisogno, ancora bruciavano i soldi buttati al vento nell’avventura della Condor e considerò che offrendogli la stessa cifra maggiorata di congrui interessi, poteva pareggiare il conto con la storia e portarsi a casa la macchina. La trattativa si concluse abbastanza in fretta, ma non senza qualche attimo di brivido da parte del ragazzo che vide Sergio Aguzzoli sparire per qualche giorno dopo avere incassato la caparra.
La Condor Aguzzoli numero due era imboscata in una piccola carrozzeria di campagna ancora in discrete condizioni, ma con il cambio smontato e con il motore 1600 montato in origine invece dell’ultimo 1730 che aveva preso il volo. L’attuale proprietario, il terzo dopo Aguzzoli e il ragazzo sveglio, che in realtà è stato solo un intermediario, ha intrapreso un restauro che ha richiesto un certo tempo perché ha voluto salvare quanto più possibile l’originalità. Infatti, è noto che certe volte è più facile ricostruire un pezzo ex novo piuttosto che cercare di aggiustarlo quando è in cattive condizioni. Ad ogni modo il risultato del restauro è splendido. Per constatarlo basta osservare le immagini.