Le compagnie petrolifere a caccia di “elettricità”

Anche i colossi dell’oro nero si starebbero muovendo nel mercato dell’elettrico, investendo su società produttrici di colonnine di ricarica.
1/7
E’ inutile girarci intorno, l’elettrico non è ancora pronto e forse non lo sarà tanto presto. Ma una cosa è certa, quando questo cambio epocale avverrà, a risentire della svolta non saremo solo noi automobilisti ma anche e soprattutto i petrolieri che, vedendo calare fortemente la richiesta di greggio, potrebbero ben presto trovarsi un po' meno ricchi di quello che attualmente sono.

Nuovi orizzonti

Ma si sa, molto spesso chi ha i soldi ha il potere di poter cambiare velocemente le carte in tavola e, ammesso che non sia proprio l’ultimo degli sprovveduti, di prepararsi adeguatamente a un cambiamento così importante. Ed è proprio quello che alcune delle maggiori compagnie petrolifere hanno già iniziato a fare, guardandosi attorno oltre il proprio naso e iniziando a mettere la mani anche all’interno proprio di quel settore che da qui a qualche anno potrebbe rompergli le uova nel paniere. Provate, infatti, ad immaginare se tutti o buona parte dei benzinai fossero convertiti in stazioni per le colonnine di ricarica. Sicuramente ci troveremmo con una estesa rete di punti di ricarica e finirebbe quella psicosi da scarsa autonomia che attualmente affligge molti automobilisti scettici sull’acquisto di un’auto elettrica. Ora provate ad immagine se queste colonnine fosse tutte o in buona parte a ricarica rapida – colonnine da 150 kW capaci quindi di ricaricare in 10 minuti buona parte della vostra batteria – e se queste colonnine fossero di proprietà delle attuali società petrolifere.

I furbetti del quartiere

E’ esattamente lo scenario che i big dell’oro nero hanno ormai ben focalizzato all’interno del loro cervello. Non per niente, dopo la Shell, anche la British Petroleum ha deciso di investire nel settore dell’elettrico, acquistando società leader nei sistemi di ricarica per le batterie delle auto elettriche. La Shell a fine 2017 ha, infatti, comprato l'olandese NewMotion, forte di 30.000 stazioni per la ricarica delle batterie in Europa, mentre la British Petroleum ha per la precisione speso la bellezza di circa 150 milioni di euro per l’acquisto della Chargemaster, una fra le principali società britanniche nel campo della ricarica dei veicoli elettrici, che gestisce ben 6.500 punti di ricarica nel paese e vende caricatori domestici per la ricarica delle batterie.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA