Colonnine di ricarica in autostrada: cosa le blocca?

Per la società che rappresenta i gestori le colonnine di ricarica in autostrada non sarebbero ancora necessarie e una loro massiccia installazione non porterebbe a una maggiore diffusione delle auto elettriche.
La notizia sarebbe trapelata qualche giorno fa da un programma sui motori, andato in onda su Rai News 24. Durante la trasmissione Massimo Schintu, il direttore generale di Aiscat, la società che rappresenta i gestori delle autostrade italiane, avrebbe ammesso la chiusura dell’associazione su una tematica molto importante, quella delle colonnine di rifornimento all’interno della nostra rete autostradale. Una problematica non da poco che starebbe spingendo molti a non considerare la macchina elettrica come una possibile opzione durante l’acquisto di una prossima auto nuova. Lo stesso problema starebbe causando non pochi fastidi anche a tutti quegli italiani e stranieri che già posseggono una vettura elettrica e che, trovandosi a circolare in Italia, sono costretti a dover uscire dalla rete autostradale per poter ricaricare la loro vettura a batteria con innegabili disagi e forti limitazioni alla circolazione e alla propria libertà.
Nonostante queste problematiche però l’Aiscat ha deciso di rimanere fedele sulla sua posizione. Anzi, secondo la stessa società, la colpa sarebbe da imputare all’Enel che avrebbe avuto l’intenzione di imporre un proprio standard di colonnine di ricarica. Ecco perché l’Aiscat si sarebbe opposto all’installazione delle stazioni di ricarica sulla rete autostradale. Ma lo scoop non è finito qui perché Massimo Schintu durante lo stesso programma di motori avrebbe confermato che secondo l’Aiscat le macchine elettriche in circolazione in Italia sarebbero talmente poche da rendere superflua e/o non necessaria l’installazione sulle autostrade delle colonnine di ricarica. La società, infatti, asserirebbe che questi stessi punti di ricarica non sarebbero un incentivo alla diffusione delle auto elettriche all’interno del Bel Paese. Una teoria completamente opposta a quella preventivata dalla maggior parte degli analisti del settore che asserirebbero che senza una infrastruttura degna di tal nome in Italia l’auto elettrica non potrà decollare. Tutto questo senza considerare che la stessa Enel sarebbe già pronta ad installarle, dovendo rispettare il proprio piano industriale.

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