Colonnine auto elettriche: l’Unione Europea bacchetta l’Italia

La Commissione Ue ha avviato una procedura di infrazione contro il nostro Paese per aver trasmesso nei tempi previsti la relazione sull’attuazione della direttiva Dafi sui rifornimenti alternativi.

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Questa volta a entrare nell’occhio del ciclone della Unione Europea non sono stati i livelli di emissioni nocive sul nostro territorio o lo smaltimento erroneo dei rifiuti e nemmeno l’utilizzo in modo errato di fondi comunitari per l’incentivo della mobilità ma, sentite bene, le colonnine di ricarica delle moderne vetture elettriche. La Commissione Ue ha, infatti, inviato una lettera di costituzione in mora sul recepimento della direttiva Dafi che stabilisce le regole per la diffusione delle infrastrutture di rifornimento alternative come colonnine di ricarica, carburanti bio ma anche metano sia liquido che compresso.

Si tratta nello specifico del primo passaggio delle procedure di infrazione. Con questa lettera la Unione Europea intima all’Italia di provvedere alla stesura e all’invio del rapporto entro 4 mesi per interrompere il processo. L’Italia però dal canto suo non è sola in questa bacchettata della Commissione Europea perché a quanto pare anche a Portogallo e Regno Unito è toccata la stessa “lavata di capo” da parte della Ue. “Aziende e privati adotteranno questi veicoli solo se saranno convinti di poterli usare ovunque e senza limitazioni. Avere un’infrastrutture sufficiente è essenziale”, ha fatto sapere l’esecutivo europeo lanciando il processo di revisione, che potrebbe portare per la prima volta a “obiettivi minimi vincolanti” per le colonnine.

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