La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) l’ente di sicurezza nazionale americano ha ufficialmente aperto un’inchiesta sui rischi di incendio relative alla Chevrolet Volt. Tutto è nato lo scorso maggio, quando una Chevrolet Volt, cugina americana della Opel Ampera, impegnata in un crash test laterale ha preso fuoco ben tre settimane dopo il test. A causa dell'impatto, la batteria del veicolo si è seriamente danneggiata, così come il circuito di raffreddamento si legge nel comunicato NHTSA. L’agenzia americana ha concluso che l’incendio è stato causato dalla batteria agli ioni di litio della vettura.
Dopo l’accaduto un team di esperti ha lavorato a stretto contatto con il Dipartimento di energia, Dipartimento di Difesa Americano e con ingegneri GM per compiere ulteriori rigorosi test sul gruppo batteria. In un secondo test tenutosi il 17 novembre la temperatura della batteria dopo l’urto ha subito un notevole incremento; durante un terzo test, il 18 novembre, la batteria è stata capovolta di 180 gradi poche ore dopo l’impatto e ha iniziato a fumare ed emettere scintille. Il gruppo batterie infatti è volontariamente urtato e capovolto nei test di simulazione per avvicinarsi il più possibile a quello che succederebbe in un urto reale, contro un pilone e ou albero, seguito da cappottamento.
I proprietari della Chevy Volt non coinvolte in incidenti non hanno motivo di preoccuparsi e attualmente non si può ancora stabilire con certezza se l’indagine condurrà o meno a un richiamo per il modello. In caso affermativo, approfondite ulteriormente le cause, GM e NHTSA avvieranno immediatamente un richiamo.