Bugatti: addio al mastodontico motore W16?

Il 8.0 litri W16 della Bugatti Divo potrebbe essere l’ultimo della sua specie. Il motivo? Le stringenti normative sulle emissioni non permettono di fare altrimenti.
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Dopo l’annuncio di quale reale velocità sarebbe in grado di raggiungere una Bugatti Chiron e dell’intenzione da parte di Bugatti di non pensare più a pura e semplice velocità ma di optare anche per vetture in grado di essere prestazionali tra le curve e di saper regalare un elevato piacere di guida, Stephan Winkelmann, ceo di Bugatti, torna a scuotere gli animi con un annuncio che fa ben capire quale potrebbe essere il futuro del mondo automotive.
E’ inutile negarlo, i numerosi scandali sulle emissioni, i limiti sull’inquinamento sempre più stringenti e le politiche “scellerate” di alcune amministrazioni stanno spingendo sempre più il mondo automotive verso una mobilitazione più “green”, fata di vetture elettriche, ibride, ibride plug-in e a idrogeno. Un futuro non troppo roseo, insomma, per i motori a combustione interna, tanto benzina quanto diesel, che vedono arrivare sempre più velocemente la fine della loro onorata carriera.
Anche una roccaforte dei motori endotermici come la Casa di Molsheim sembra aver ceduto al “fascino”, se così si può dire, di motorizzazioni più pulite e sposterà la propria progettazione verso soluzioni ibride. A dirlo è stato niente meno che Stephan Winkelmann, il capo della Bugatti, che in una intervista a CarAdvice ha dichiarato come il motore W16 delle Bugatti Chiron e Divo potrebbe essere l’ultimo della sua specie. Questo non significa che Bugatti interromperà la produzione ma che con molta probabilità non vi sarà un suo degno successore.
“A chiedercelo sono le stesse normative, sempre più stringenti e quasi impossibili da rispettare” ha dichiarato lo stesso Winkelmann. Un cambiamento non radicale ma a step graduali che ci porterà verso motorizzazioni prima ibride e poi elettriche. “Se il peso delle batterie scende – cosa che sta succedendo – e riesci a ridurre le emissioni ad un livello accettabile, allora l’ibrido è una buona cosa, ma deve essere una soluzione credibile per chi oggi acquista una Bugatti“ ha proseguito il ceo di Molsheim.

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