Bollo e Superbollo auto 2019: vademecum definitivo

Chiamatelo bollo o tassa di possesso, poco importa. Va pagato entro le scadenze altrimenti vi bussa alla porta la vostra Regione. Eccovi un vademecum su quando scade, quanto costa, come si paga e dove si paga secondo la Legge di Stabilità 2019 una delle tasse più odiate dagli italiani.
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Chiamatelo Bollo o tassa di possesso, poco importa. Ogni buon automobilista sa che ogni anno sulla propria auto dovrà pagare questa tassa allo Stato. Va pagato a favore della regione di appartenenza entro le scadenze altrimenti vi bussa alla porta la vostra Regione, prima con una piccola sanzione aggiuntiva, poi con una cartella esattoriale ed anche con il blocco amministrativo dell’auto. Però se un tempo dovevano pagarlo solo le auto che circolavano (è ancora così per i veicoli storici), da qualche anno è una tassa che va pagata a prescindere che si usi o meno un mezzo (auto, moto, camper, etc). L’importo da pagare si calcola incrociando la potenza in kW e un moltiplicatore differente da regione a regione stabilito anche in base alla categoria di emissioni cui appartiene (il famoso Euro, per intenderci). Tutto questo a partire da una tariffa minima sia per le auto che per le moto, anche questa decisa in sede regionale. Ad ogni modo, senza stare a far calcoli e recuperare tariffe, in rete ci sono molti strumenti per fare il calcolo ed anche recuperare l’importo preciso conoscendo la targa dell’auto o della moto per cui si deve pagare la tassa (consigliamo il sito dell’Agenzia delle Entrate).

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Sono diverse le modalità per pagare. Si può andare in un’agenzia ACI o di pratiche automobilistiche, oppure in posta o anche nelle tabaccheria con ricevitoria semplicemente comunicando la targa. Se però i precedenti bolli non sono stati pagati la cosa si complica e la tabaccheria non basta più, meglio rivolgersi all’ACI o ad un’agenzia specializzata in pratiche auto. Gli strumenti telematici per pagare tramite Internet il bollo auto non mancano. È possibile farlo tramite il sito dell’ACI, tramite il servizio BolloNET nelle regioni che lo supportano. Le regioni non comprese offrono dei servizi autonomi dedicati al pagamento del bollo online (ad esempio, Veneto). Attenzione però perché spesso sono previste commissioni.
L’intestatario del veicolo, auto o moto che sia, deve provvedere al pagamento entro l’ultimo giorno utile, cioè l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza del bollo, se si tratta di veicoli già circolanti. Per quelli nuovi, invece, entro l’ultimo giorno del mese di immatricolazione; se la pratica è avvenuta negli ultimi dieci giorni del mese è consentito pagare entro quello successivo. La regola generale però non vale per la Lombardia ed il Piemonte dove si può pagare il bollo sempre entro lo scadere del mese successivo a quello dell’immatricolazione. Per il calcolo preciso del bollo auto si può accedere online al calcolo messo a disposizione dell’Agenzia dell’Entrate, dove è possibile verificare anche se il bollo è stato pagato. Attraverso questo servizio si possono conoscere anche eventuali sanzioni e interessi per un ritardato pagamento. L’importo da pagare, come dicevamo, si calcola incrociando la potenza in kW e un moltiplicatore differente da regione a regione stabilito anche in base alla categoria di emissioni cui appartiene (il famoso Euro, per intenderci).
IMPORTO TARIFFA FINO A 100 kW TARIFFA OLTRE 100 kW
Euro 4-5-6 2,58 euro al kW 3,87 al kW
Euro 3 2,70 euro 4,05 euro
Euro 2 2,80 euro 4,20 euro
Euro 1 2,90 euro 4,35 euro
Euro 0 3,00 euro 4,50 euro
Per le categoria di auto più ecologiche sono previste esenzioni totali (per cinque anni nel caso delle elettriche) o parziali ma fino anche al 75% nel caso di quelle alimentate esclusivamente a GPL o metano (dipende dalle regioni) mentre quelle a doppia alimentazione non godono di incentivi. Altre esenzioni sono previste per i veicoli intestati a portatori di handicap a condizione che non superino i 2.000 cc se a benzina e i 2.800 se a gasolio. Passati i 30 anni dalla prima immatricolazione, tutti i veicoli, sia auto che moto, sono esenti dal pagamento della tassa di proprietà. Ma attenzione perché devono pagare una tassa di circolazione forfettaria pari a 28.40 euro per le automobili e 11.36 euro per i motoveicoli in caso vengano utilizzati sul suolo pubblico. Bastano, invece, 20 anni se l’auto o la moto sono in possesso della certificazione CRS (Certificato di rilevanza storica) e con l’annotazione di veicolo di interesse storico riportata sulla carta di circolazione per usufruire di uno sconto del 50% sull'intera tassa di possesso. Resta comunque la tassa di circolazione forfettaria con valenza annuale e l'obbligo di riscontro in caso di controllo da parte degli Organi di Polizia.
Non è più necessario avere con sé il tagliando che attesta il pagamento della tassa (solo i ciclomotori devono averlo quando circolano) anche perché ormai i controlli sui pagamenti vengono effettuati per via telematica dalle regioni quindi le Forze dell’Ordine non chiedono più di esibirlo in caso di controllo. Attenzione però a conservate le ricevute di pagamento per almeno tre anni, in caso di verifiche potrebbero esservi richieste.
Conviene sapere che ormai non si sfugge più al controllo su chi ha pagato e chi non ha pagato il bollo auto. Le multe previste variano in base al tempo trascorso oltre la data utile per il pagamento, quindi conviene accedere al ravvedimento operoso invece che aspettare la multa della Regione. Quando anche questa non venisse pagata, si riceverà una cartella esattoriale con dei termini per il pagamento, trascorsi i quali si rischia anche il fermo amministrativo del veicolo, le cosiddette ganasce fiscali. Per pagare oltre i termini sono previste diverse sanzioni. Entro 14 giorni successivi alla data di scadenza si paga una sanzione del 0,2% in più per ogni giorno di ritardo. Entro i 30 giorni di ritardo si paga il 2,5% di multa sull’importo del bollo oltre agli interessi giornalieri con tasso del 3%. Fra i 30 giorni e i 12 mesi interessi e sanzione del 3,75%. Oltre l’anno di ritardo, invece, la multa è del 30% con gli interessi al 1,3% calcolati sul semestre.
Capitolo a parte il Superbollo auto, il cui nome ufficiale è Addizione erariale sulle tasse automobilistiche. Anche in questo caso l’imposta è generata in base ai Kilowatt e ha un costo di 20 euro per ogni kW che eccede dai 185 kW cioè i 250 CV di potenza. Quindi se avete un’auto con una potenza fino a 185 kW (250 CV) allora non dovrete pagare nessun superbollo, in caso contrario toccherà anche a voi mettere mano nuovamente al portafogli.
Per calcolarlo basta sapere targa del veicolo, regione di residenza, annualità del Superbollo, data di scadenza del bollo e riduzione per vetustà. Si perché il Superbollo auto per fortuna diminuisce dopo 5, 10 e 15 anni dalla data di fabbricazione dell’auto, diventando rispettivamente il 60%, il 30% e il 15% dell’importo totale, per poi azzerarsi quando l’auto ha compiuto più di 20 anni. Recuperati tutti i dati basta collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate, calcolare l’esatto importo e compilare il modello F24 dedicato. Compilato il modulo anche in questo caso sarà possibile effettuare il pagamento presso l’ACI, gli sportelli del PRA, le banche, le poste e le tabaccherie convenzionate.
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