Blocco dei diesel: l’ACI non ci sta!

L’Automobile Club d’Italia chiede maggiori incentivi per gli automobilisti, più mezzi pubblici per i cittadini e un approccio più scientifico e meno propagandistico al problema inquinamento.
Come già saprete dal primo ottobre 2019 sono scattati in tutto il nord Italia e in altri comuni della Penisola i tanto odiati e temuti blocchi alla circolazione, quei provvedimenti impopolari che ogni anno, specie al sopraggiungere della stagione autunnale e invernale, vengono intrapresi da amministrazioni sempre più ignorati in materia con l’obiettivo, a detta loro, di abbattere il famigerato inquinamento urbano. Scelte polite, a nostro modesto parere, votate più a fare propaganda piuttosto che a trovare il vero colpevole dell’inquinamento che attanaglia le nostre città e/o una possibile soluzione al problema.

Privati della nostra libertà

Bene, con l’entrata in vigore di queste nuove normative vi è stata un ulteriore giro di vite alla liberta di circolazione alle vetture più antiche, soprattutto di quelle azionate con motori a gasolio. Seppur con diverse regolamentazioni, orari, giorni e deroghe nell’attuazione di questi blocchi, ogni Regione ha messo in atto il proprio piano di provvedimenti che mira nel 90% dei casi a bloccare i diesel fino all’Euro 3 compresi, a eccezione della Emilia Romagna che ha deciso di bloccare anche i diesel Euro 4, e i benzina fino all’Euro 1 compresi. Una mattanza che avrebbe come unico obiettivo quello di abbattere le sostanze inquinanti e le polveri sottili nella Pianura Padana, che guarda caso proprio nei mesi invernali subiscono un forte incremento della loro concentrazione (che sia mai che a causare questo aumento fosse qualche altra fonte…), ma che a nostro parere sa più di ennesima “fregatura”, passateci il termine, per il contribuente che si trova costretto in questo modo a non poter usare la propria automobile, a dover usufruire, pagando, dei mezzi pubblici, mezzi spesso inesistenti, e a dover trovare i soldi per l’acquisto di una nuova vettura che sia conforme con i nuovi regolamenti.

Agire sul reale problema

Ora però anche l’ACI (Automobile Club Italia), pur dicendosi favorevole alle misure anti-smog, ha deciso di far sentire la sua voce, esponendo tutto il suo disappunto in materia: "E’ essenziale basare ogni strategia sull’oggettività dei dati scientifici, che evidenziano come la maggior parte delle sostanze inquinanti (tra il 60 e il 90 per cento, a seconda delle sostanze nocive) sia generata dai riscaldamenti privati, dalle industrie e dalla produzione di energia. Prima di punta quindi il dito alle auto, bisogna intervenire su queste fonti”. La stessa ACI prosegue: “è di difficile comprensione il blocco anche dei veicoli omologati Euro 4, tecnologicamente già avanzati e con meno di dieci anni di vita, spesso con pochi chilometri all’attivo. Appare poi paradossale ipotizzare il blocco di ogni diesel, anche i sofisticati Euro 6".

Non accanirsi sulle vetture diesel

L’ACI, infatti, ritiene si necessario attuare misure per la risoluzione del problema inquinamento, interventi mirati che passerebbero per esempio dall’introduzione di risorse per l’aggiornamento del parco circolante o per il miglioramento del trasporto pubblico, ma ritiene folle e propagandistico la decisione di bloccare anche i più recenti diesel Euro 6 in quanto questi motori: “impattino sull’ambiente in modo irrilevante rispetto al passato: un solo veicolo Euro 1 fa registrare le stesse emissioni di una flotta di 28 Euro 6”. Prosegue poi affermando: "La sostenibilità dei diesel è ormai paragonabile ai veicoli a benzina, con valori perfino inferiori sui gas serra. La loro criminalizzazione non trova alcuna giustificazione e rende più difficile la transizione verso altre forme di alimentazioni ecologiche, come l’elettrico, che richiedono ancora diversi anni per poter entrare a pieno regime”.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA