Batterie auto elettriche: il cobalto potrebbe non bastare

Nel 2020 la domanda di cobalto per le batterie delle auto elettriche potrebbe superare l’offerta creando qualche problema alla filiera.
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Secondo uno studio, portato avanti da Science and Knowledge Service della Commissione Europea, il cobalto, uno dei minerali che compongono le batterie delle auto elettriche, già nel 2020 potrebbe non essere più sufficiente o meglio la domanda potrebbe essere talmente elevata da superare persino l’offerta. Sempre secondo questo studio l’ammanco potrebbe raggiungere persino le 8.000 tonnellate, una cifra per nulla trascurabile. Le cause sarebbero tutte da imputare al forte avvento dei veicoli elettrici e alla sempre maggiore richiesta di batterie agli ioni di litio.

Produzione non sufficiente

Allo stato attuale il cobalto viene quotidianamente estratto dal sottosuolo in 20 Paesi nel mondo, tra questi il maggiori produttore è la Repubblica Democratica del Congo. Nel 2016 ne sono state prodotte ben 126.000 tonnellate ma la teorica capacità produttiva di ben 160.000 tonnellate. In Europa, invece, l’estrazione si è fermata a sole 2.300 tonnellate nello stesso anno, peccato che la stessa Europa sia però una delle realtà più voraci di questo minerale e si stima, infatti, che nel 2025 questo Continente avrà una richiesta di ben 53.500 tonnellate, domanda che salirà fino a 108.000 tonnellate entro il 2030.

Necessarie alternative

Una domanda quindi sempre più in forte crescita che molto probabilmente non potrà essere soddisfatta tramite le fonti attualmente sfruttate. Si stima, infatti, che nel 2030 l’offerta potrà fornire al massimo tra 193.000 e 237.000 tonnellate. Un quantitativo quindi non in grado di soddisfare il bisogno mondiale. Questo innescherà quindi qualche problema alla filiera che dovrà per forza trovare uno stratagemma per continuare a produrre le batterie per i veicoli elettrici. Una soluzione potrebbe quindi essere quella di cercare strategie tecnico ingegneristiche per ridurre la percentuale di cobalto presente nelle batterie, modificando quindi le stesse batterie, oppure quella di adottare minerali alternativi al cobalto o ancora quello di riciclare il cobalto dagli accumulatori esausti.

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