Autostrada A20: sono 22 i cavalcavia a rischio crollo

Sull’autostrada Messina-Palermo la procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto il sequestro e la chiusura di numerosi ponti e viadotti per questioni di sicurezza.

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Purtroppo la gravissima tragedia del Ponte Morandi, che è costata la vita alla bellezza di 43 persone, sembra non averci insegnato proprio nulla e ancora oggi continuano a venire alla luce numerose problematiche e criticità che affliggono la nostra rete stradale e autostradale oltre alle scoperte della scarsa se non completamente mancante manutenzione di buona parte dei viadotti, ponti e gallerie che percorrono la nostra bella ma martoriata Penisola.

Per fortuna però quella tragedia ha fatto accendere i riflettori sul grave problema delle manutenzioni stradali, portando numerose procure e lo stesso Stato a indagare sullo stato di conservazione e sui lavori di manutenzione che hanno interessato e interessano attualmente la quasi totalità della nostra rete stradale. Purtroppo però queste indagini hanno portato alla luce l’ennesima inefficienza e mancanza di rispetto delle più basilari norme per la sicurezza nostra e di chi viaggia quotidianamente su questi nastri d’asfalto.

Sull’autostrada Messina-Palermo la procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha, infatti, disposto il sequestro e la chiusura preventiva di ben 22 ponti e viadotti per la completa mancanza di manutenzione che li farebbe versare ora in uno stato talmente critico da risultare prossimi al crollo e quindi particolarmente pericolosi per le persone che ogni giorno vi transitano sopra. Gli effetti devastanti dell’acqua piovana sul calcestruzzo, uniti alla mancata manutenzione che hanno portato anche alla corrosione delle armature, avrebbero ridotto queste infrastrutture in condizioni pietose.

Oltre al sequestro preventivo sono naturalmente scattati subito gli arresti per l’ex direttore Salvatore Pirrone, il suo successore Salvatore Minardi, l’ex direttore dell’area tecnica Giovanni Raffa e Alessia Trombino, presidente del Consorzio e capo della segreteria del governatore Nello Musumeci, tutti facenti parte del Consorzio Autostrade Siciliane, azienda pubblica al 90% sotto il controllo della Regione Sicilia, che a oggi è proprietario delle infrastrutture incriminate e gestisce i circa 300 km di autostrade lungo tutta l’isola.

Misura cautelare necessaria viste le accuse di omissioni di lavori in edifici o costruzioni, poiché “essendo obbligati alla vigilanza sui sottopassi” non si sarebbero adoperati per la “conservazione” dei cavalcavia e nemmeno per i “lavori necessari per rimuovere il pericolo di rovina”. Non per niente i problemi alle infrastrutture sono ben evidenti nelle banchine di bordo degradate e nei pezzi di calcinacci che cadono sul manto stradale sottostante.

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